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La Red Bull sta vivendo un momento di difficoltà in Formula 1 che in pochi si sarebbero potuti attendere anche solo qualche mese fa. Miami, Imola e Montecarlo hanno visto la scuderia di Milton Keynes vulnerabile, tanto da consentire alle rivali McLaren e Ferrari di strappare la vittoria in America e nel Principato. Il Gran Premio del Canada a Montréal è la prima occasione per Max Verstappen e la sua RB20 di rialzare la testa.
Il Circuit Gilles-Villleneuve, intitolato all’asso della Ferrari, rappresenta una sfida differente rispetto a Monaco, come spiega il team principal della Rossa, Fred Vasseur: “Il circuito di Montreal è piuttosto diverso da quello del Principato, ci sono ancora delle curve lente ma in genere c’è molta più velocità, meno bisogno di carico aerodinamico e più opportunità di sorpasso”. La performance del motore sarà cruciale sul circuito semipermanente canadese, ma altrettanto lo sarà la gestione dei cordoli e delle asperità del terreno, un tasto dolente per la Red Bull.
“Non potevo toccare i cordoli, perché avrebbe scomposto la macchina. Perdevo molto terreno – aveva spiegato Verstappen dopo le qualifiche di Montecarlo -. Abbiamo provato di tutto: l’abbiamo resa più morbida, più rigida. Ma la macchina sembrava un go-kart. Non assorbiva le asperità dell'asfalto. Non riesco a contare le volte in cui all’ultima curva finivo lanciato verso il muro”. Un problema, questo, che non solo è di non poco conto, ma che stando a Verstappen è pure di difficile e non immediata soluzione.
“Prima di trovare una soluzione bisogna capire davvero di cosa si tratta. Se l’avessimo compreso, avremmo già risolto la questione. Non so se riusciremo a farlo quest’anno”, aveva sottolineato Max, aggiungendo pure che la Red Bull accusa questo inconveniente da anni. La differenza sostanziale, però, è che oggi c’è qualcuno che può approfittarne, visto che i distacchi tra Red Bull, McLaren e Ferrari sono molto ridotti. Ma c’è anche un altro elemento non banale di cui tenere conto.
“È ancora più importante del solito avere un buon bilanciamento della monoposto, trovando il giusto equilibrio tra la velocità sul dritto e la stabilità in frenata”, ha spiegato Verstappen alla vigilia del weekend di gara di Montréal, aggiungendo anche di aver lavorato al simulatore per preparare al meglio l’appuntamento canadese del calendario della F1. Uno sforzo che, nelle speranze della Red Bull, deve compensare una mancanza di cui la scuderia di Milton Keynes sembra soffrire molto: la correlazione tra i dati del simulatore e la pista.
Il sempre loquace Helmut Marko ha recentemente ammesso che quello che fino a poco tempo fa era uno dei fiori all’occhiello della Red Bull oggi è un punto debole che si paga molto, soprattutto nel caso dei weekend di gara con la Sprint. Le mancanze della Red Bull nel fare bene i compiti a casa, mettendo a punto un assetto base già soddisfacente, si è rivelata controproducente in tempi recenti. E visto quanto è importante trovare il giusto compromesso in termini di set-up in Canada, eventuali difficoltà su questo fronte potrebbero avere conseguenze pesanti.
Gli avversari, Ferrari in testa, non staranno a guardare. “Partiamo per il Canada sull’onda dell’entusiasmo per il successo di Charles nella sua gara di casa a Monaco, come abbiamo fatto dopo la vittoria in Carlos in Australia”, spiega Vasseur. “Il lavoro fatto finora ci ha permesso di ridurre ulteriormente il gap che ci separa da chi è al comando delle due classifiche iridate. I valori, specie in qualifica, tra noi, McLaren e Red Bull sono estremamente ravvicinati e sappiamo che ogni piccolo dettaglio può fare la differenza”. A cominciare proprio dai potenziali punti deboli della Red Bull RB20, la regina ormai nuda.