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A concludere la seconda sessione di prove libere del Gran Premio di Ungheria 2024 di Formula 1 al top è stato Lando Norris, con la McLaren. Ma la classifica dei tempi sul giro secco restituisce solo una visione parziale di una giornata torrida all’Hungaroring, con qualche nuvola a regalare un sollievo da un sole cocente e a sparigliare dei valori in campo che possono essere sballati anche dal mero spostamento delle nubi.
Che la classifica possa essere bugiarda lo si capisce da Max Verstappen, protagonista di una giornata difficile, a dispetto del secondo posto finale. La sua Red Bull RB20 è l’unica con l’importante pacchetto di aggiornamenti deliberato per l’Ungheria, anticipando delle tempistiche che inizialmente ne prevedevano l’introduzione dopo la pausa estiva, come confermato all’Hungaroring dal direttore tecnico Pierre Waché. Ma l’olandese è apparso tutt’altro che soddisfatto, alle prese con una macchina che non lo assecondava nei suoi spunti.
Sergio Perez, in un momento di grandissima difficoltà, è a sorpresa il migliore nei long run, nonostante la sua RB20 non evoluta. E questo, con tutto il rispetto per Perez, ci fa capire che l’aggiornamento possa avere una natura diversa da quella strettamente prestazionale. Il sistema di raffreddamento della RB20 è sì funzionale alla sua filosofia progettuale, ma non alle esigenze di gestione del surriscaldamento richieste da un weekend di gara che, con temperature dell’asfalto fino a quasi 60 gradi, mette a dura prova i componenti delle vetture.
La revisione del sistema di smaltimento di calore proposta sulla RB20 di Verstappen fa capire come in Red Bull si temesse l’effetto delle temperature cocenti dell’Hungaroring e si sia corsi ai ripari. Difficile capire, al momento, se quello scelto per la vettura di Verstappen sia il compromesso migliore tra la resa prestazionale - soprattutto in termini di handling - e l’affidabilità, fermo restando che le due cose, spesso, vanno a braccetto. La lunghezza limitata dei long run dei due piloti non può offrire un quadro chiaro su questo fronte. E la colpa di questa ridotta mole di dati è da ricondurre a Charles Leclerc.
In un momento delicato, in cui non sembra trovare la quadra per performare al meglio, Leclerc è finito a muro nelle FP2 dopo un passaggio ardito su un cordolo quando non era passato nemmeno un quarto d’ora dall’inizio della sessione. I danni alla parte posteriore sinistra della sua Ferrari SF-24 sembravano essere contenuti, almeno esternamente. Ma al netto del lavoro cui saranno costretti i meccanici, Leclerc ha perso del tempo importante per prendere confidenza con il piccolo aggiornamento al fondo portato dalla Rossa all’Hungaroring per tamponare l’annoso problema del bouncing.
Al netto del fatto che la pista magiara, con le sue curve prevalentemente a media e lenta velocità, non rappresenta comunque il miglior banco di prova per questa soluzione tampone, Leclerc comincia in salita un weekend in cui la Rossa, soprattutto quando le temperature erano alte, ha mostrato un certo guizzo. E con Leclerc a muro e la conseguente bandiera rossa, i team hanno dovuto rivedere i propri programmi di lavoro, optando per una simulazione di qualifica con la soft e per un long run successivo, tendenzialmente con le medie.
Ne risulta una visione solamente parziale, da cui non si intuisce il potenziale per l’uso della soft in gara. Tra i team di prima fascia l’unico a provarla per un lungo stint è stato Lewis Hamilton, con una Mercedes W15 che appare ridimensionata dalle circostanze. Guizzante sulla pista front-limited di Silverstone con il freddo dell’estate inglese, la W15 lo è decisamente meno all’Hungaroring, rovente tracciato rear-limited. La gara magiara ci darà la misura dei progressi del team confrontato con la sfida di una pista che non gli è amica.
In un contesto dinamico, con un asfalto piuttosto sensibile alla presenza di nuvole a oscurare il sole, la sensazione è che la McLaren possa essere nuovamente la monoposto più versatile in un Circus in cui i valori in campo sono talmente ravvicinati da rendere anche un dettaglio trascurabile un tempo una variabile non di poco conto. È la F1 di oggi, che si gioca anche sulle nuvole che danno sollievo da un caldo torrido, come la competizione alla base dell’intreccio della stagione 2024.