F1: quanto contano davvero il secondo e il terzo posto di Sainz e Leclerc nelle FP2 a Miami? [Video]

Pubblicità
Quanto sono davvero incoraggianti i buoni risultati ottenuti da Carlos Sainz e Charles Leclerc nelle FP2 del Gran Premio di Miami 2023 di Formula 1? Scopriamolo insieme
6 maggio 2023

Nella seconda sessione di prove libere del Gran Premio di Miami 2023 di Formula 1, alle spalle di Max Verstappen, autore del giro più veloce, si sono installati i due piloti della Ferrari, Carlos Sainz e Charles Leclerc. Ma, come sempre, la classifica dei tempi non dà che una visione parziale di quanto accaduto in pista. E per capire quanto contino davvero i risultati colti dal Cavallino rampante bisogna andare più in profondità, a cominciare dalle novità portate dalla Rossa per la prima di tre gare negli USA di questa stagione.

La Ferrari ha scelto Miami per introdurre una prima parte dell’ampio pacchetto di aggiornamenti alla SF-23 previsto da qui a Barcellona. Il nuovo fondo, dopo le prove di comparazione del caso nelle FP1, in cui il solo Leclerc lo ha testato, ha dato riscontri abbastanza soddisfacenti da indurre la Rossa a montare la nuova specifica anche sulla vettura di Sainz. Che il nuovo fondo potesse essere un passo in avanti lo si era intuito già dal comportamento della SF-23 di Leclerc nelle FP1, ma nelle FP2 abbiamo avuto una conferma. Ma, al netto dell’incontro ravvicinato con il muro di Leclerc, resta comunque lo spettro un problema che a Miami diventa parecchio rilevante.

Rispetto a Melbourne e Baku, la pista di Miami riporta in primo piano la gestione delle gomme. Le temperature a Miami superano già i 30 gradi a inizio maggio, e questi valori atmosferici si traducono in elevate temperature dell’asfalto. Copertura, peraltro, che è stata cambiata rispetto allo scorso anno e ora sembra potersi surriscaldare ancora di più. Ne consegue che il degrado termico delle gomme sarà molto spiccato, e, di conseguenza, sarà una delle chiavi della gara, ammesso e non concesso che non piova.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

La Ferrari sul giro secco si è dimostrata molto competitiva nelle curve lente. Una prestazione, questa, dovuta al carico extra del nuovo fondo adottato dalla SF-23, ma anche dall’impostazione morbida delle sospensioni volta alla miglior gestione possibile delle gomme. Sul dritto, invece, non c’è scampo dalla Red Bull. Team che, però, ha avuto un piccolo contrattempo con la protezione della testa di Verstappen, su cui i meccanici hanno dovuto intervenire. Ma la vera forza della Red Bull, almeno con Max, è il passo gara, ancora più minaccioso del tempo con cui ha suonato la carica nelle FP2.

E se la Red Bull si è distinta nelle simulazioni per la gara, i dubbi riguardo alle prestazioni della Ferrari sono inevitabilmente legati proprio alla tenuta in corsa. La gara in Azerbaijan, sia per la Safety Car che ha causato l’anticipo delle soste, che per lo scarso degrado delle hard, ha visto un livellamento delle prestazioni che ha offerto una percezione distorta dei valori in campo nell’ultima fase della gara. Che invece la coperta a Miami in questo senso sia corta lo si può comprendere da quanto spiegato prima per l’asfalto.

La pista in continua evoluzione, con l’asfalto a offrire grande grip, ma solamente in traiettoria, ha fatto sì che nel venerdì di Miami si vedesse una Mercedes a due facce. Al top nelle FP1, Russell e Hamilton hanno faticato parecchio nelle FP2 con le soft. La bandiera rossa causata da Leclerc a fine FP2 ha di fatto posto fine anzitempo alle simulazioni di gara dei due piloti Mercedes e delle Aston Martin, e ha reso praticamente impossibile ravvisare un degrado gomme. Ma la sensazione è che alle spalle di un’imprendibile Red Bull la partita sia decisamente aperta. Sainz con le soft ha girato su una media di 1’33”239, mentre Verstappen e Perez, con le medie, si sono assestati sull’1’32”323 e sull’1’32”754, rispettivamente. Il che fa capire innanzitutto una cosa: la soft non è la mescola per la gara.

A fare la differenza tra Ferrari, Mercedes e Aston Martin potrebbe pensare una singola variabile. Viene da pensare che lo spunto sul giro secco possa diventare molto importante, viste le difficoltà riscontrate nei sorpassi rispetto allo scorso anno. Nel 2022 a Miami ci furono ben 110 manovre, ma nel 2023 il compito diventa più arduo. Anche per via dell’accorciamento delle zone DRS, un provvedimento decisamente discusso dai piloti che sembra voler rendere meno immediati i sorpassi su piste su cui lo scorso anno si poteva passare senza troppi plissé, ma finisce per azzoppare tutti, visto che è tornato ostico seguire da vicino un'altra vettura. Oltretutto, il fatto che fuori traiettoria si tenda a pattinare finirà per complicare ulteriormente le cose. Ma anche la gestione delle gomme potrebbe essere cruciale.

Se dovessimo individuare i punti forti di ciascuna contendente, la Ferrari si distingue per il giro secco, l’Aston Martin per la gestione gomme e la Mercedes è apparsa molto veloce, ma solo in una finestra di utilizzo assai ridotta. Molto dipenderà anche da fattori esterni, come le condizioni della pista e il meteo. Le forti piogge previste inizialmente sia sabato che domenica sembrano scongiurate, ma c’è una possibilità che piova durante la gara. E in quel caso, potremmo assistere a vari colpi di scena.

Pubblicità