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“Il nostro obiettivo è cogliere il miglior risultato possibile, anche se è difficile calcolare dove ci troveremo, visto che in ogni fine settimana la differenza tra i top team è di uno o due decimi al massimo. Se dovessimo ottimizzare tutto, non vedo perché non dovremmo ritornare al livello di performance che abbiamo visto all’inizio dell’anno”. Charles Leclerc e la sua Ferrari ripartono dal Gran Premio d’Ungheria 2024 di Formula 1 con una dose di cauto ottimismo. “La cosa importante – puntualizza il monegasco - è vivere un weekend pulito, senza dover optare per regolazioni estreme. Se così fosse, potremmo lottare davanti”.
Nel corso del consueto incontro con la stampa presente in pista cui ha partecipato anche Automoto.it, Leclerc ha ricostruito il percorso che ha portato la Ferrari a ritrovarsi in una situazione complessa. “Siamo stati probabilmente il team che ha fatto più progressi da Monza 2023 a Monaco 2024. Poi a Montréal abbiamo avuto dei problemi con la power unit durante la gara con conseguenze sul risultato finale. La chiave di volta successivamente è stata Barcellona, con l’upgrade che ha creato molto più bouncing”.
Di fronte a questo scoglio, Leclerc ha reagito con una soluzione che ha spesso usato anche in passato. “Sono stato piuttosto estremo con i cambi di set-up per cercare di ovviare a questi problemi – racconta -. Si paga molto in termini di risultati, ma penso che ci aiuterà a riprenderci da questo weekend di poi. Ovviamente è molto importante ridurre al minimo le gare che ci servono per capire come uscirne. Penso però che ora li abbiamo compresi meglio e credo che le cose miglioreranno già da questo fine settimana, in modo tale da consentirci di massimizzare i punti non solo qui, ma anche a Spa e nel resto della stagione”.
Carlos Sainz, dal canto suo, crede che il weekend di gara in Gran Bretagna ha rappresentato una svolta, anche se le tempistiche rischiano di essere lunghe. “Vedo Silverstone come un investimento a medio termine – ha risposto a una domanda in merito di Automoto.it -. Non abbiamo ottimizzato il fine settimana, dovendo passare le FP1 e le FP2 a comparare i fondi, senza avere il mio compagno di squadra come riferimento diretto per ottimizzare la monoposto. Questo per poter essere più veloci tra cinque o sei gare, quando potremo applicare le lezioni imparate a Silverstone su nuovi componenti. Già in Ungheria abbiamo un piccolo aggiornamento che si spera possa migliorare le cose”.
In ogni caso, come sottolinea Leclerc, l’Hungaroring “non è la pista in cui il bouncing sarà più visibile. Ma con i dati raccolti nelle ultime tre o quattro gare possiamo capire se siamo sulla buona strada o meno. Che si corra qui o su un’altra pista, faremo un passo in avanti ora in poi”. Su una cosa concordano sia Leclerc che Sainz: la soluzione ai problemi della Ferrari non è adottare un fondo diverso a seconda delle caratteristiche della pista.
Se per Leclerc non si tratta di “uno dei nostri obiettivi”, Sainz è ancora più perentorio. “Non credo che una scuderia debba lavorare in questo modo. Credo che la piattaforma di base della macchina debba sempre essere la stessa per ogni pista, e non vada cambiata a seconda delle caratteristiche della tracciato”. Resta inteso, come sottolinea Leclerc, che “il fondo di queste macchine è talmente potente da essere il componente da cui si può guadagnare di più. Il margine di miglioramento è sempre più contenuto, visto che il regolamento è stabile da qualche anno”.
“I dettagli possono fare una grande differenza – puntualizza il monegasco -. Lo abbiamo visto con il pacchetto di Barcellona, che ha generato molto più bouncing a fronte di una piccola modifica, ma vale anche al contrario. Si possono avere grandi guadagni nel caso in cui si azzecchi”. E in attesa di miglioramenti futuri, per Sainz la seconda parte della stagione non sarà all’insegna di “altri punti di domanda”.
“Ne sono abbastanza sicuro – riflette - visto che il team ci aveva avvisato che il nuovo fondo avrebbe potuto generare più bouncing e così è stato. La simulazione ci suggerisce che l’upgrade dovrebbe comportarne di meno. Spero quantomeno che i nostri strumenti ci stiano dando le informazioni giuste”. Per recuperare quello che manca alla Ferrari per vincere – “due o tre decimi”, secondo Sainz – ci vorrà del tempo.
“Credo che li guadagneremo nell’arco delle prossime sei o sette gare. Torneremo a lottare per la vittoria nella seconda parte dell’anno. Ma ci serve un miglioramento in fretta, altrimenti il successo e il podio dovranno dipendere dalle difficoltà degli altri. Non è semplice trovare due o tre decimi, lo si vede dal fatto che tutti i team faticano a farlo”. Se c’è qualcosa di vero in F1, è che gli ultimi decimi da limare sono sempre i più difficili da togliere. Ma la Rossa non ha il tempo dalla sua. Scorre veloce, come la guerra allo sviluppo.