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Il GP del Giappone appena andato in archivio è stato vinto per la quarta volta consecutiva da Max Verstappen, che ha colto il suo primo successo dell’anno portandosi ad un punto da Lando Norris nella classifica iridata. L’impressionante prova di forza messa in campo dall’olandese sul circuito di Suzuka ha aperto nuovi scenari in un mondiale che pareva già scontato sin dai test del Bahrain. Se il titolo costruttori sembra già destinato a tornare a Woking, quello piloti sembra invece più che mai in bilico. La domanda che gli addetti ai lavori si pongono è: Max Verstappen sarà davvero in grado di contendere il titolo piloti agli alfieri della McLaren? L’olandese è senza discussioni il pilota più veloce, costante e mentalmente solido della griglia. La ancor maggiore consapevolezza acquisita con il mondiale ‘24 conquistato contro i favori del pronostico dell’ultima parte di stagione, gli permette di portare al limite una RB21 ancora indecifrabile ai più, che però è ormai chiaro sia cucita su di lui come un abito firmato.
Se in Mclaren sembrano molto più orientati a riconquistare il titolo costruttori, in Red Bull è invece evidente che, persa la superiorità tecnica maturata nel ‘22 e nel ‘23, conquistare il titolo per le squadre sia ormai un’utopia, mentre con un Max Verstappen così in forma sia più che mai possibile riconquistare quello piloti, unico obiettivo oggettivamente alla portata del team di Milton Keynes. Eppure, in questo inizio di stagione il dato che emerge è che la McLaren sia indiscutibilmente la macchina più veloce e interpretabile, e questo è stato evidente anche nel weekend giapponese. Il problema è che le lacune che hanno impedito a Lando Norris di raggiungere l’obiettivo nel 2024 si stanno puntualmente ripresentando in questo 2025. Prima in Cina, dove una sprint abbondantemente alla portata è stata persa per una qualifica non perfetta, ugualmente in Giappone dove una magia di Verstappen al sabato, unita alle numerose imperfezioni del duo McLaren, gli ha permesso di costruire la vittoria della domenica.
Aggiungiamoci poi un atteggiamento forse troppo superficiale e poco concentrato del pilota inglese, che anche nel post gara di Suzuka ha dimostrato di essere ancora mentalmente “succube” di Max Verstappen, che l’ha pizzicato col suo solito cinismo sull’episodio dell’uscita dal pit. Inoltre, in questo inizio di stagione il pilota McLaren più in forma pare essere Oscar Piastri, che però è stato fermato dal team proprio nel momento in cui sembrava l'unico in grado di impensierire Verstappen per la vittoria. Questo clima di incertezza che ancora pervade il team di Andrea Stella, è ancora una volta il terreno perfetto per un Super-Max che può intanto incamerare punti pesanti nella trepidante attesa che la sua RB21 gli dia chance migliori per lottare al vertice.
La Mercedes dall’altra parte ha due piloti in grande forma e una macchina che al momento però può aspirare a cogliere solo qualche podio, mentre la Ferrari, che sulla carta avrebbe forse l’unica coppia in grado di reggere il confronto mentale con l’olandese, pare invischiata nei problemi cronici di un progetto che sembrano di difficile risoluzione nel breve termine. Ovviamente sprecarsi in ipotesi quando ancora restano 21 gare, è abbastanza rischioso, e si è visto già nel 2024 come i valori in campo si possano ribaltare drasticamente nel giro di un weekend.
Certo, Suzuka tradizionalmente è un circuito poco adatto agli scambi di posizione, e nonostante le McLaren siano parse ancora una volta molto più veloci è stato relativamente facile per il 4 volte campione del mondo mantenere la prima posizione fino al traguardo, cosa che potrebbe risultare molto più impegnativa su circuiti meno selettivi. Salvo eccezioni dunque, già dal Bahrain le gerarchie dovrebbero tornare ad essere quelle pronosticate e Mclaren dovrebbe tornare a prendere il ruolo di squadra dominante.
Ovviamente sulla distanza è poco probabile che il solo Verstappen, per quanto velocissimo e in palla, possa sopperire all’inferiorità tecnica della RB21, anche al netto di eventuali pasticci McLaren. Ci saranno certamente occasioni in cui l’olandese potrà fare la differenza sugli avversari e probabilmente in queste sarà il primo a farsi trovare pronto. Quel che è certo è che si prospetta per lui una stagione più che mai impegnativa, forse la più probante dopo quella del 2021, e l’eventualità di un mondiale piloti conquistato o anche solo conteso a lungo in queste condizioni di inferiorità tecnica potrebbe definitivamente consacrarlo nell’olimpo dei migliori di sempre anche agli occhi dei pochi che rimangono scettici sulla sua grandezza.