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MONZA – A volte i sogni si avverano e quello che alla vigilia sembrava solo una bellissima speranza, domenica sera è diventata una realtà: Charles Leclerc vincitore a Monza sulla Ferrari davanti alle due McLaren di Piastri e Norris che partivano in prima fila. Un ribaltone rispetto alle prove del venerdì e alle qualifiche che facevano supporre al massimo in un posto sul podio. Invece quel podio, fra fumogeni rossi (ma non erano vietati?) bandiere tricolori e l’urlo della folla, è diventata il gradino più alto del podio, con una vittoria che arriva dopo Montecarlo, le due gare che Leclerc avrebbe voluto vincere ogni anno e che invece sfuggivano sempre.
Ma stavolta è stato tutto reale, con un finale da batticuore perché aver fatto solo una sosta e gestito le gomme sul finire, con un Piastri arrembante che recuperava secondi su secondi, ha fatto temere il peggio. Un cedimento, una foratura, un qualcosa che di colpo facesse svanire quel sogno creato e costruito con una scelta tattica rischiosa. Una Ferrari che ha saputo rischiare e che ha saputo giocare sul filo del rasoio. Se fosse andata male, si finiva sul podio, come era previsto e alla portata di mano. Se invece avesse funzionato… Beh, ha funzionato e stavolta bisogna applaudire tutti, da chi ha deciso la strategia a Leclerc che ha saputo gestire le gomme al meglio e ha conservato la freddezza di mantenere un ritmo veloce, quel tanto che bastava per controllare Piastri.
Ecco, parlando di McLaren, fra Norris in pole e Piastri al fianco, si capisce che la corsa poteva essere gestita meglio. Perché la McLaren, pur sconfitta, era più veloce. Ma la squadra sembra quasi voler livellare le cose, impedire scelte che favoriscono uno a scapito dell’altro, quindi invece che diversificare le strategie, hanno fatto in fotocopia le soste. Col risultato di perdere una gara che poteva essere doppietta. E poi l’attacco di Piastri a Norris alla Roggia, un attacco rischioso che se Norris non apre il volante allargando la traiettoria, sarebbe finita male. Invece che prendere e allungare, i due si sono scornati. “Norris è fragile psicologicamente, è la testa che lo limita” dice uno interno al team. E questo fa capire perché l’altro, Piastri, ci prova e se ne infischia.
In fondo, il mondiale piloti non lo considerano, quello costruttori sì. E non importa chi dei due sia davanti. Ma il dover mantenere le stesse strategie per entrambi, per evitare che sorgano problemi nel caso uno venga favorito, consente al terzo incomodo di vincere. E’ successo altre volte quest’anno e stavolta è toccato alla Ferrari che, bisogna dirlo, nella cavalcata vincente di Leclerc deve anche ringraziare Carlos Sainz che ha tenuto dietro quel tanto che bastava Piastri in rimonta, abbastanza da farlo arrivare in scia alla Ferrari vincente a meno di tre secondi. Gioco di squadra, rischi, strategie e gestione gomme ottimale: a voler scherzare, non sembra nemmeno una vittoria Ferrari sulla pista di casa, perché meglio di così non si poteva fare. E poi il leader del mondiale, Verstappen, alle prese con una Red Bull diventata la Cenerentola del mondiale, con prestazioni inferiori a tutti e con mille problemi. Devono aver perso il libretto delle istruzioni quando Newey è andato via. Il mondiale piloti si può salvare, quello costruttori con le prossime due gare simili a Monza, rischia di essere in salita…