F1. Qualifiche GP Singapore: ecco perché la Ferrari ha brillato

F1. Qualifiche GP Singapore: ecco perché la Ferrari ha brillato
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La F.1 torna alla ribalta con una pole incredibile della Ferrari di Carlos Sainz che bissa Monza a due settimane di distanza e si interroga sul tonfo Red Bull in concomitanza con l’introduzione della TD18, la normativa che vieta le ali flessibili, come se i “bibitari” fossero stati gli unici a usarle.
16 settembre 2023

Singapore terra di conquista della Ferrari che ha piazzato Leclerc ad appena 79 millesimi da Sainz ma in mezzo è finito George Russell, che per 7 millesimi ha beffato il monegasco e impedito una prima fila tutta rossa nella notte di Singapore. Cosa sia successo è un misto di situazioni e circostanze, l’unica certezza è che le prestazioni sono decisamente made in Ferrari perché la controprova arriva dalle due Haas, sesta con Magnussen e nona con Hulkenberg. La Cenerentola del mondiale, un team privato in mezzo ai colossi auto, capace di tirare fuori prestazioni di rilievo e firmate made in Italy grazie alla collaborazione con Dallara Automobili e al supporto di Nanoprom per alcune lavorazioni speciali. 

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Un contrasto netto con le Red Bull che con Verstappen e Perez sono in 11 e 13 posizione, senza dimenticare le investigazioni su Verstappen che fra ostacoli ai rivali in pista e blocco della corsia box, ha collezionato in una sola qualifica più ammonizioni che in tutta la stagione. In attesa delle decisioni dei commissari, vale la pena approfondire il perché di un risultato ottimo per la Ferrari. Intanto la gestione delle gomme, con un treno di morbide nuove mentre gli altri, nell’ultimo giro utile, hanno utilizzato gomme usate. Una scelta di assetto che come a Monza ha privilegiato la prestazione, anche se sul consumo gomme altri sembrano aver fatto meglio, vedi Red Bull e Aston Martin, che però partono dietro e quindi dovrebbero essere un problema in meno.

Un salto in avanti nella gestione del motore Ferrari, con una erogazione meno brusca del pacchetto elettronico e termico, una scelta aerodinamica adeguata e le prestazioni sono uscite. Tipico dei progetti estremi: o vanno subito bene nelle condizioni ideali, oppure non funzionano mai qualsiasi modifica porti. Il contrario invece per Red Bull, che su questa pista non ha curve veloci per sfruttare l’aerodinamica e in quanto a inserimento in curva, che era il pezzo forte della RB19, qui sembra essere sparito, visto che non solo era lenta in ingresso curva, ma pure ballerina in uscita.

Colpa della TD18, ovvero della direttiva che vieta una certa flessibilità delle ali e del fondo estrattore? In parte può essere, ma Red Bull non era l’unica a usarle, sembra invece una difficoltà nel mettere insieme tutti i dati necessari per un assetto adeguato, alla luce anche della multa sullo sforamento del budget cap che ha limitato gli sviluppi e la ricerca. In ogni caso un risultato che rianima la F.1, crea interesse e sposta in là la fine del campionato con l’assegnazione dei titoli iridati. Sembra quasi fatto apposta…

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