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In una Formula 1 che cerca spasmodicamente di reinventarsi per attirare nuovo pubblico, le qualifiche saranno oggetto di diversi esperimenti nei prossimi tempi. A Baku debutterà il format rivisto della Sprint, con due qualifiche. La prima il venerdì, per stabilire la griglia di partenza del GP di domenica, e la seconda il sabato mattina, per decidere lo schieramento della Sprint del pomeriggio e rendere così il sabato una giornata a sé stante. A Imola, invece, si tenterà la carta dell'obbligo della mescola, diversa per ogni tranche della lotta sul giro secco. Nella Q1 si potranno usare solo le hard, nella Q2 le medie e nella Q3 le soft. Ma quanto sono cambiate le qualifiche nella storia della F1? Riavvolgiamo il nastro per scoprirlo.
Lasciata perdere la natura aleatoria degli schieramenti prima dell'avvento della F1 - agli albori del motorsport la griglia si decideva sorteggiando - dal 1950 per oltre quarant'anni si optò per lo stesso format per le qualifiche. Fino al 1996 erano previste due sessioni di qualifiche, una al venerdì e una al sabato, senza restrizioni in termini di carburante. Chi otteneva il tempo più veloce scattava dalla pole position. Fatta salva questa base, ci furono degli esperimenti anche in quell'epoca. Negli anni Ottanta furono provate delle gomme pensate per il giro secco, mentre tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta venivano disputate le pre-qualifiche.
Siccome il numero di aspiranti partecipanti ai GP era parecchio elevato - in alcuni casi si arrivava a 39 macchine - era necessario scremare, per garantire maggior sicurezza. Le scuderie che avevano conseguito i risultati peggiori nei 12 mesi precedenti erano così costrette a giocarsi i quattro posti disponibili per partecipare alle qualifiche vere e proprie. Dopo l'inizio degli anni Novanta, i team più modesti scomparvero dal Circus e le pre-qualifiche furono abolite. La decisione di disputare due sessioni di qualifica poteva portare a stabilire la griglia direttamente al venerdì. Basti pensare ai casi in cui, dopo una sessione sull'asciutto, si scendeva in pista con la pioggia al sabato.
A partire dalla stagione 1996, si decise di condensare le qualifiche in un'unica sessione di un'ora al sabato. Ciascun pilota aveva a disposizione 12 giri per cogliere il miglior crono, e lottare così per la pole position. Pensato per rendere le qualifiche più avvincenti per gli spettatori da casa, questo format vedeva però spesso lunghi periodi di inattività in pista. Per sfruttare le migliori condizioni del tracciato, infatti, le scuderie aspettavano che gli altri scendessero in pista per gommare l'asfalto. Fu per questo motivo che per la stagione 2003 si decise di cambiare strada, optando per il singolo giro secco.
Il venerdì di ogni weekend di gara i piloti scendevano in pista nell'ordine stabilito dalla classifica del campionato in quel momento, producendosi in un unico giro lanciato prima di tornare ai box. Il sabato si ripeteva lo stesso copione, ma in questo caso si partiva dal pilota che aveva colto il tempo peggiore il giorno precedente, fino ad arrivare al migliore, che avrebbe così potuto sfruttare le condizioni ideali della pista. Questo, però, con il serbatoio pieno. Il singolo giro secco rimase in auge per qualche anno, pur con alcuni cambiamenti.
Nel 2004 si stabilì che entrambe le sessioni avrebbero avuto luogo di sabato, e che l'ordine dei piloti della prima sarebbe stato deciso in base alla classifica della gara precedente. Nella seconda, invece, sarebbe stato il più lento della prima a partire per primo. Il fatto che le due sessioni fossero disputate a una distanza breve l'una dall'altra apriva il fianco a dei magheggi. Michael Schumacher a Silverstone finì volontariamente in testacoda nella prima sessione per scendere in pista prima nella seconda ed evitare il maltempo previsto più tardi.
E così, per l'anno successivo arrivarono altri cambiamenti. Nel 2005, infatti, si optò per due sessioni, i cui tempi venivano aggregati. Il sabato pomeriggio i piloti dovevano cogliere un singolo giro lanciato con poca benzina e la domenica mattina, invece, si doveva imbarcare il carburante per la gara. Non è difficile intuire come siano andate a finire le cose. La sessione della domenica era completamente insapore, visto che di fatto i giochi venivano chiusi il sabato. Dopo sole sei gare, questo format fu abbandonato, a favore di una singola sessione il sabato pomeriggio in cui i piloti, nell'ordine determinato dalla classifica della gara precedente, scendevano in pista per un singolo giro.
La stagione 2006 vide l'introduzione del format che, pur con qualche cambiamento, vige ancora ai giorni nostri. Nacque così la storia della qualifica divisa in tre parti, con i piloti più lenti progressivamente eliminati fino a lasciare spazio alla vera e propria lotta per la pole position che vede coinvolti solo 10 concorrenti. Un format, questo, che sin da subito raccolse il favore di addetti ai lavori e spettatori, ma che necessitava comunque di un piccolo lavoro di fino. Inizialmente i piloti nella Q3 dovevano girare con il carico di benzina della gara. C'era poi un arzigogolato sistema di "credito della benzina" per cui i piloti dovevano girare per sprecare benzina in Q3 per averne di più per la corsa.
Questo sistema fu abbandonato di lì a poco. Dal 2008, infatti, ai team non fu più concesso di rabboccare la benzina dopo la Q3. In questo contesto - in cui, lo ricordiamo, i rifornimenti non erano ancora stati eliminati - il quantitativo di benzina a bordo per la Q3 assumeva un valore strategico per la gara. A fine 2009 i rifornimenti furono banditi, e quindi i piloti, dal 2010 in avanti, poterono disputare le qualifiche con poca benzina. A questo punto, verrebbe da pensare che un format così efficace non venisse più toccato. E invece, nel 2016, si provò una variante a dir poco fantozziana.
Dopo una finestra iniziale di cinque minuti in cui i piloti potevano girare liberamente, ogni 90 secondi il pilota più lento in quel momento veniva eliminato. Questo in ogni tranche della qualifica, fino ad arrivare a una lotta tra due piloti nella Q3. Il debutto di questo format in Australia fu talmente disastroso - nessuno scese in pista negli ultimi cinque minuti della Q3, tanto per gradire - da indurre i team principal a richiedere un dietrofront all'unanimità. I piloti, a dire la verità, avevano già fatto presente che a loro avviso il format non avrebbe funzionato, ma non erano stati ascoltati. Il resto è storia recente: la Sprint, le mescole. A noi resta solo una domanda: perché andare a intervenire sulla parte del weekend di gara che funziona di più televisivamente?