F1. Potenziale campione del mondo in Red Bull o mediocre uomo di centro classifica: chi è il vero Daniel Ricciardo?

F1. Potenziale campione del mondo in Red Bull o mediocre uomo di centro classifica: chi è il vero Daniel Ricciardo?
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C'è stato un momento, anni fa, in cui Daniel Ricciardo avrebbe potuto davvero vincere il mondiale di Formula 1. Ma chi è il vero Ricciardo, il potenziale iridato di ieri o il mestierante di centro classifica di oggi?
15 marzo 2024

Per Daniel Ricciardo sulla carta la stagione 2024 di Formula 1 avrebbe dovuto rappresentare l’avvicinamento alla chiusura del cerchio tracciato sei anni fa, quando stanco di fare da secondo a Max Verstappen, decise di lasciare la Red Bull. Dopo il 2023 travagliato di Sergio Perez, il ritorno alla scuderia di Milton Keynes pareva solo una formalità. Era sufficiente dimostrare che il lampo visto nel fatidico test con la RB19 a Silverstone fosse davvero il preludio di qualcosa di speciale.

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E invece la prima stagione completa di Ricciardo di ritorno in F1 è cominciata sotto i peggiori auspici. Yuki Tsunoda, presenza stabile da anni in quella che oggi si chiama RB, ma allo stesso tempo mai apparentemente preso in considerazione per un sedile in Red Bull, sta facendo meglio di Ricciardo. Risultato più efficace in entrambe le qualifiche disputate finora, a Jeddah ha anche mostrato una forma migliore rispetto al compagno di squadra. Questo anche tenendo conto del problema ai box – una sosta da 40 secondi – toccato in sorte a Daniel.

“Tutti si sono fermati per via della Safety Car e abbiamo avuto una sosta molto lenta – ha spiegato Ricciardo dopo la gara -. Mi sono ritrovato nel traffico, e per non saper né leggere né scrivere, ho sbagliato pure io, girandomi in curva 1”. Al netto della sua ironia, il testacoda perfezionato sul finire della corsa è stato il nadir di un GP tutt’altro che semplice. “In un centro classifica così compatto, si fa presto a scivolare indietro se non si fa tutto in modo perfetto. E la gara non lo è stata per noi, questo è certo”, ha riflettuto il team principal della RB, Laurent Mekies.

Non che in RB non ci fosse la consapevolezza di non essere esattamente dove ci si attendeva di trovarsi a questo punto della stagione. “Sapevamo che la strada sarebbe stata in salita. Semplicemente non tutto funziona al 100% al momento. Se devo essere onesto, notiamo alcune pecche della monoposto”, ammette Ricciardo. I tempi in cui qualcuno ipotizzava persino che la RB potesse puntare al podio, forte delle sue somiglianze con la RB19, sembrano ormai lontanissimi. Non solo la RB non è un’outsider come l’Aston Martin del 2023. Ma sta faticando anche in quel compatto gruppo che costituisce la seconda parte della classifica costruttori.

Se le difficoltà della RB non sono certo da imputare a Ricciardo, sembra che si stia ricreando una situazione ricorrente per l’australiano. Di fronte a una monoposto deficitaria, Tsunoda riesce in qualche modo a colmare le lacune, per quanto sia possibile farlo. Ricciardo, invece, sembra essersi perso nuovamente per strada. È presto per accertarsi se sia effettivamente così, ma la sensazione è che la scarsa flessibilità mostrata da Ricciardo in passato si stia manifestando di nuovo.

Ricciardo è un pilota dall’approccio molto istintivo alla guida. Messo di fronte a delle indicazioni su come adattare il proprio stile di pilotaggio da parte degli ingegneri, Ricciardo si perde per strada. Così come dei gesti che effettuiamo tutti i giorni perdono significato quando ci si pensa troppo, Ricciardo di fronte alla razionalità sembra quasi confuso. È una difficoltà di adattamento che ha raggiunto il suo apice in McLaren, sfociando nelle prestazioni incolori che ben ricordiamo.

Se Ricciardo avesse avuto la macchina più performante nel 2016, anno in cui è stato il più efficace in assoluto in pista, molto probabilmente avrebbe vinto il mondiale. Nella vita, però, i se e i ma non contano. E, soprattutto, con il passare degli anni è diventato chiaro che Daniel è un pilota che più di altri ha bisogno di condizioni e circostanze particolari per esprimere il suo potenziale. Così come monoposto con una finestra di utilizzo ridottissima brillano solo per un secondo, il bagliore di Daniel si è acceso per un attimo fuggente.

Al netto di quello che non è stato e mai sarà, però, Ricciardo deve cercare di invertire la rotta subito. Perché con un mercato così vivace, sarà la prima parte della stagione a decidere le sorti di chi cerca una collocazione per il prossimo anno. Se davvero Daniel vuole chiudere quel cerchio tracciato più di un lustro fa, deve dimostrare di essere più forte delle limitazioni di una monoposto che per ora non è al livello desiderato. In F1 il passato non conta. È nel presente che ci si gioca il futuro. E Daniel lo sa molto bene.

Da Moto.it

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