F1. Pierre Waché, direttore tecnico Red Bull, accusa McLaren e Ferrari: torna il caso mini-DRS

F1. Pierre Waché, direttore tecnico Red Bull, accusa McLaren e Ferrari: torna il caso mini-DRS
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Pierre Waché, il nuovo direttore tecnico della Red Bull, ha accusato McLaren e Ferrari di barare utilizzando il mini-DRS
28 febbraio 2025

Chi non muore si rivide, dice un detto. E non essere morto potrebbe essere il mini-DRS. La FIA lo scorso anno ha diamanto una nuova direttiva tecnica per bandiere il meccanismo denominato mini-DRS, ovvero una riduzione della resistenza aerodinamica dell’ala posteriore andando ad aumentare la velocità massima sfruttando la deformazione ai lati del flap mobile alle alte velocità; in questo modo, dunque, McLaren, team finito nel mirino di Federazione ed avversari, è riuscita a replicare l’effetto DRS anche quando non poteva essere attivato.

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Infatti, McLaren, grazie all’esperienza del suo Direttore Tecnico Rob Marshall, è riuscita a trovare una soluzione al limite del regolamento per quanto riguarda le ali. La flessibilità che hanno sviluppato, soprattutto grazie all’utilizzo di fibre e materiali intelligenti, rigidi quanto serve per avere l’okay della Federazione nelle verifiche statiche, e modellabili dall’aria ad alte velocità, hanno permesso al team di Woking di conquistare il titolo costruttori che mancava da ormai quasi trent’anni.

Una situazione abbastanza controversa si è verificata già a Monza, ma l’episodio più eclatante è stato a Baku quando l’ala posteriore della McLaren di Oscar Piastri sembrava flettere anche quando non era azionato il DRS. Questo ha inevitabilmente portato ad un vantaggio per il team papaya che poteva contare su una riduzione della resistenza sul dritto che altre squadre, come Ferrari e Red Bull, non avevano. A Singapore la Federazione ha dato una prima risposta riguardo a questa situazione, decretando illegale quella conformazione di alettone, ma senza proseguire in eventuali squalifiche non essendoci le basi, e soprattutto non potendo cambiare il regolamento a stagione ormai conclusa. Chiedere, infatti, ai team di modificare le loro monoposto per una direttiva avrebbe potuto comportare uno sforamento del budget cap.

 McLaren non ha più potuto utilizzare quella specifica (avrebbe potuto, almeno su carta, farlo solamente a Las Vegas dove la configurazione era la stessa di Baku e Monza) e la Federazione ha rimandato al 2025 la modifica al regolamento andando ad inasprire i test di flessione delle ali posteriori. Per le anteriori, invece, bisognerà attendere il Gran Premio di Spagna, nono appuntamento, per vedere la TD018 completamente in azione.

Dunque, stando alla direttiva entrata già in vigore per la stagione corrente, McLaren si è vista vietare assolutamente questo meccanismo. Eppure, secondo Pierre Waché, direttore tecnico della Red Bull che ha ereditato il posto lasciato vacante da Adrian Newey, che la settimana prossima debutterà in Aston Martin, due team lo starebbero ancora usando. “Penso che la Ferrari e la McLaren stiano ancora usando il mini-DRS” ha dichiarato Waché a The Race. Sicuramente questa questione verrà approfondita da qui al primo appuntamento del 2025, il Gran Premio d’Australia. Dunque, la nuova stagione di Formula 1 si aprirà sicuramente col botto perché Red Bull, sempre tramite il suo tecnico, fa sapere che “Sarà un argomento di dibattito, è piuttosto visibile”, richiamando anche l’attenzione della FIA.

Secondo quanto appreso dalla testata The Race, nel paddock del Bahrain, sede dei test prestagionali, alcuni si sarebbero accorti, tramite le riprese video dell’azione in pista, di una flessibilità dell’ala posteriore sospetta. Nello specifico sono stati notati due aspetti, uno che riguarda la rotazione all’indietro dell’intera struttura dell’alettone, l’altro invece, che riprende quello utilizzato da McLaren sulla MCL38 del 2024 che va ad agire in rettilineo sullo spazio ai lati del flap mobile. Dunque, non ci resta che attendere di arrivare a Melbourne per capire come si muoverà la Federazione a riguardo e se veramente McLaren e Ferrari sono a rischio.

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