F1. Piastri glaciale, Verstappen troppo aggressivo, Leclerc magico con le medie: ecco cosa abbiamo imparato dal GP dell'Arabia Saudita 2025

F1. Piastri glaciale, Verstappen troppo aggressivo, Leclerc magico con le medie: ecco cosa abbiamo imparato dal GP dell'Arabia Saudita 2025
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Oscar Piastri si è aggiudicato il Gran Premio dell'Arabia Saudita 2025 di Formula 1 grazie a un assist dell'eccessivamente aggressivo Max Verstappen. Charles Leclerc, invece, conquista un podio grazie a uno stint da applausi con le medie. L'analisi della gara di Jeddah
20 aprile 2025

Oscar Piastri, il nuovo leader del mondiale piloti di Formula 1, affronta la vita con una freddezza che gli torna utile quando si ritrova ad affrontare un rivale scomodo come Max Verstappen. Gli anni passano, ma la tendenza di Verstappen a comportarsi come se fosse da solo in pista resta latente, pronta a uscire al bisogno. Se non fosse stato per la sua manovra all’inizio del Gran Premio dell’Arabia Saudita 2025, probabilmente staremmo raccontando una gara diversa. E invece è stata la penalità di cinque secondi comminatagli a ribaltare gli equilibri della corsa a favore di Piastri, capace di mantenere il sangue freddo senza uscire dai limiti della pista.

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Il passo di Verstappen con la sua RB21 era decisamente buono, e il compito di Piastri si sarebbe inevitabilmente complicato se non si fosse trovato a viaggiare in aria pulita. Non è una novità che le monoposto dell’attuale regolamento tecnico della F1 siano particolarmente vulnerabili quando si ritrovano a procedere vicine all’avversario che le precede, con le turbolenze a livello aerodinamico che finiscono per esacerbare il degrado delle gomme. Nel contesto di una gara in cui l’usura non è stata particolarmente marcata, è emersa l’importanza di una strategia che consentisse ai piloti di viaggiare nell’aria pulita. 

Sono queste le circostanze in cui, alla fine di un lunghissimo stint con le medie, Charles Leclerc è stato in grado di impostare un ritmo sorprendente, che alla fine gli è valso il podio. Molto veloce anche con le hard, più fresche rispetto a quelle dei diretti avversari, Leclerc si è sbarazzato di Russell per cogliere un primo podio stagionale che per la Ferrari rappresenta un segnale incoraggiante, soprattutto raffrontando il passo gara di Leclerc con quello di Piastri e Verstappen. Se fosse scattato più avanti rispetto al quarto posto, forse staremmo parlando di un risultato di maggior peso, e il problema è proprio questo.

La Ferrari SF-25 risulta più efficace in gara che in qualifica. E in una F1 dove sorpassare non è compito agevole, a meno che non ci sia una marcata differenza prestazionale, scattare più indietro rispetto alla concorrenza è un handicap notevole. Le forti difficoltà riscontrate dai piloti della Ferrari nel primo settore nelle qualifiche di ieri dimostrano come sia semplice stressare le gomme spingendo al limite. Serve un lavoro di fino per essere più efficaci il sabato, e puntare ancora più in alto la domenica. Ma c’è un problema più grande, e si chiama Lewis Hamilton. 

Quando si è presentato davanti a noi alla media pen, Hamilton aveva l’espressione rassegnata di chi ha provato di tutto, senza cavare un ragno dal buco. Lo ha ammesso lui stesso. Le sue difficoltà nell’interpretare la SF-25 proseguono, e la differenza rispetto al compagno di squadra sul passo gara è stata assolutamente netta. Hamilton fatica vistosamente in curva, con quel mancato feeling con il freno motore che sballa completamente la sua percezione del punto più efficace in cui prodursi nella frenata e impostare il resto del cambio di direzione.

Queste sono le esatte circostanze in cui Hamilton faceva la differenza prima dell’inizio dell’era dell’effetto suolo, con un ingresso in curva aggressivo e staccate audaci. Da quando è in vigore l’attuale regolamento tecnico, la musica è cambiata. E il sospetto è che non fossero tanto le Mercedes, quanto le monoposto a effetto suolo in sé a essere il problema. Hamilton ha detto di aver individuato il modo in cui modificare il proprio stile di guida, ma tende ad appoggiarsi alle sue abitudini nel momento in cui si deve portare più vicino al limite, risultando inefficace in curva.

Che Hamilton sia ancora un pilota lucido, però, lo si è capito dall’intelligenza tattica con cui ha affrontato la battaglia con Lando Norris. Lo ha regolato un paio di volte, prima che il connazionale si facesse spazio. Ed è proprio questa lotta prolungata che ha fatto perdere a Norris un potenziale podio. La strategia della McLaren di farlo partire con le hard per prolungare il primo stint è risultata efficace, e gli ha consentito di farsi strada dal decimo posto da cui è partito. Ma dopo l’incidente di ieri, anche oggi Norris è stato protagonista di qualche ingenuità, come il mancato rispetto della riga della corsia di ingresso dei box e la poca lungimiranza con cui ha affrontato il corpo a corpo con Hamilton. Per prevalere nella lotta interna con Piastri, Lando ha bisogno della massima lucidità. E chissà che i prossimi dieci giorni di pausa non lo aiutino in questo senso. 

Se la Mercedes in Bahrain aveva sorpreso, a Jeddah ha deluso rispetto alle aspettative della vigilia. Lo spiccato degrado delle gomme riscontrato sulle W16 di George Russell e Andrea Kimi Antonelli ha reso impossibile un approdo a podio che sembrava alla portata dopo la convincente qualifica di ieri. Il tentativo di Russell di spingere per non perdere contatto con Verstappen ha portato a un surriscaldamento massiccio delle gomme. Per quello che abbiamo visto oggi, la Mercedes non poteva fare di più di portarsi nelle posizioni di rincalzo al podio. A volte bisogna sapersi accontentare. Esattamente quello che non ha fatto Max in partenza. 

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