F1. Perez disastroso in casa in Messico: storia al capolinea con la Red Bull?

F1. Perez disastroso in casa in Messico: storia al capolinea con la Red Bull?
Pubblicità
Il Gran Premio del Messico 2023 di Formula 1 di Sergio Perez è finito ancora prima di cominciare, dopo il contatto con Charles Leclerc al via. E questo grave errore arriva nel weekend in cui ha brillato Daniel Ricciardo
30 ottobre 2023

“Ha fatto come me in Qatar”: così Lewis Hamilton nel retropodio del Gran Premio del Messico 2023 di Formula 1 ha commentato la manovra masochista di Sergio Perez in partenza. L’idolo di casa ha cercato di dare il tutto per tutto allo start, approfittando con una profonda staccata dell’abbrivio non ottimale di Charles Leclerc. Perez ha tentato il sorpasso all’esterno, senza probabilmente rendersi conto che Leclerc si trovasse a sandwich tra lui e Max Verstappen, lesto a infilarsi tra le due Ferrari in partenza.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Leclerc e Perez sono arrivati al contatto, e ad avere la peggio è stato proprio l’idolo di casa. La pioggia di fischi ricevuta dal povero Charles a fine gara dal pubblico presente all’Autodromo Hermanos Rodriguez è stata ingenerosa, perché la colpa di quanto successo è tutta del messicano. Perez ha mancato di lucidità, comportandosi come un rookie alle prime armi. Come dimostra il caso di Hamilton in Qatar, certi errori capitano anche a piloti navigati. Il problema è che questo sbaglio è arrivato nel peggior momento possibile.

Il sedile di Perez, traballante già prima che gli si chiudesse la vena in Messico, ora scricchiola ancora di più. E a colpire sono le sue dichiarazioni dopo il ritiro. Ha detto che se fosse finito sul podio senza tentare di prendere la testa della corsa non se lo sarebbe mai perdonato. Un punto di vista decisamente irrazionale per un pilota il cui obiettivo primario dovrebbe essere assicurarsi il secondo posto nel mondiale, per regalare alla Red Bull una doppietta che la scuderia non ha mai colto finora in F1.

Il fattore campo, anziché agevolarlo, l’ha schiacciato. Il caldo abbraccio dei suoi tifosi ha finito per stritolarlo, esercitando una pressione talmente forte da fargli perdere ogni barlume di razionalità. Avrebbe dovuto festeggiare a casa sua, e invece oggi vede negli specchietti Lewis Hamilton. Dopo il secondo posto in Messico, il sette volte campione del mondo lo insegue in classifica a 20 lunghezze di distanza. Sarebbero molte meno se Lewis non avesse sbagliato in Qatar, ma resta comunque un dato di fatto: con la monoposto che ha avuto per buona parte della stagione, non avrebbe chance se al posto di Perez ci fosse stato un pilota meno sprecone.

Ma il vero problema di Perez è un altro, sempre legato al tempismo. L’errore del Messico è arrivato nella gara in cui Daniel Ricciardo ha ottenuto il miglior risultato stagionale dell’Alpha Tauri, un settimo posto, dopo averlo battuto in qualifica. Tornato ad Austin dopo cinque gare saltate per la rottura del metacarpo della mano sinistra a Zandvoort, Ricciardo ha mostrato una forma invidiabile, segno che la AT04 gli consente di sfruttare con successo il suo stile di guida, che in McLaren non poteva impiegare con gli stessi frutti.

Non è un caso. Ricciardo, sin dall’arrivo in Alpha Tauri, ha sfruttato la sua notevole esperienza per dare feedback precisi agli ingegneri e mettere a punto un set-up che avvicinasse ancora di più la monoposto alle sue preferenze di guida. Forte degli aggiornamenti portati a Singapore, la AT04 in Messico si è piegata al volere di Daniel. Il giro secco è stato la ciliegina sulla torta, ma anche la gestione solida della corsa ha dimostrato una forma che sicuramente ha drizzato le antenne della Red Bull.

È chiaro che la ragione indurrebbe a frenare gli entusiasmi, visto che una sola gara non è sufficiente per essere sicuri che Ricciardo sia tornato vicino ai fasti del passato. Ma visto che parliamo della Red Bull, tutto è possibile. A Nyck De Vries è bastata solo una gara per essere preso e una decina per essere rispedito al mittente. E se in Messico è finito tutto a tarallucci e vino, con abbracci e dichiarazioni di circostanza, la realtà potrebbe essere molto diversa dalla commedia inscenata per placare i focosi tifosi di Perez.

Ricciardo potrebbe essere un ottimo secondo pilota per la Red Bull, almeno sulla carta. Chiuderebbe un cerchio iniziato quando a fine 2018 se ne andò dalla scuderia di Milton Keynes, cercando una gloria che non avrebbe trovato altrove. Daniel conosce bene l’ambiente, e potrebbe chiudere la carriera togliendosi qualche soddisfazione, accettando di essere solo un comprimario della star Verstappen. Resta un interrogativo che non si può risolvere se non all’atto pratico: Ricciardo sarebbe competitivo anche con le capricciose monoposto della Red Bull? Solo il tempo ci dirà se avrà modo di dimostrarlo.

Pubblicità