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Di dubbi atroci, nell'infinito pomeriggio di ieri a Spa, ne sono sorti parecchi. Ma il più gettonato, a caldo, è questo: perché è stata assegnata la metà dei punti, se la classifica ufficiale del "Gran Premio" del Belgio 2021 di Formula 1 riporta un solo giro e non i due che sono, da regolamento, condizione necessaria e sufficiente per farlo? Il ragionamento è arzigogolato come quello che ha portato a una sostanziale deformazione dello spazio-tempo nel momento in cui il direttore di gara, Michael Masi, ha deciso di fermare il cronometro delle tre ore, lasciando nel limbo una sessantina di minuti da impiegare più avanti. Quindi conviene andare per gradi.
Partiamo dal regolamento sportivo. L'Articolo 6.5 stabilisce che, nel caso in cui una gara o una sprint qualifiying siano interrotte e non possano essere riprese, non verranno assegnati punti qualora il leader della corsa abbia completato meno di due giri. La metà dei punti è assegnata nel caso in cui sia inanellata una lunghezza che va da due giri al 75% della distanza di gara, limite oltre il quale scatta il punteggio pieno. Secondo l'Articolo 51.14, invece, nel caso di bandiera rossa senza possibilità di ripresa, la classifica finale sarà stabilita in base all'ordine al termine del penultimo giro prima della tornata in cui è stato disposto lo stop.
A Spa, i piloti in lizza hanno colto due giri completi alle spalle della Safety Car prima che fosse sventolata bandiera rossa all'inizio della terza tornata. Naturale, quindi, che la classifica fosse quella del primo giro. Fin qui, tutto chiaro. Poi si passa nell'ambito dell'interpretazione. Secondo la tesi della FIA, per assegnare punti è sufficiente che siano effettivamente stati colti due giri, e non che questo risulti dalla classifica finale. Anzi, a ben vedere ne sono stati inanellati tre: la control line, infatti, è stata superata in pitlane dal vincitore, Max Verstappen.
Una volta svelato l'arcano, sorge spontanea una considerazione. Ha davvero senso una Formula 1 fatta di cavilli da interpretare alla bisogna? È inevitabile pensare che anche il tifoso più appassionato possa disaffezionarsi avendo a che fare con risultati che di primo acchito paiono incomprensibili anche al più navigato degli esperti. La direzione gara pare ormai un ufficio complicazione affari semplici. Urgono rimedi. E la sensazione è che nell'improbabile domenica di Spa si sia giunti a un punto di non ritorno.