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Più che in stile Far West, la lotta per il mondiale 2021 di Formula 1 è sul genere Middle East, viste le ultime gare della stagione. A prescindere da chi siano il buono, il brutto e il cattivo in Mercedes e Red Bull - lasciamo a voi la scelta - la sensazione è che la sfida mondiale si possa risolvere per un pugno di giri. E non parliamo necessariamente delle ultime tornate della stagione. D'altronde, nell'arco di poche gare l'aria pare cambiata. Il titolo sembrava aver preso la via di Max Verstappen, ma le vittorie di Lewis Hamilton in Brasile e in Qatar hanno ridotto a sole otto lunghezze lo svantaggio del pilota inglese, alla ricerca dell'ottavo titolo mondiale della sua straripante carriera.
Dando un'occhiata al layout della pista di Jeddah, teatro del Gran Premio dell'Arabia Saudita il prossimo 5 dicembre, viene da pensare che la Mercedes possa essere assai competitiva su quello che la F1 ha definito il circuito cittadino più veloce del mondo. Se Hamilton dovesse imporsi nella penultima gara stagionale, gli scenari potrebbero essere due: Lewis e Max potrebbero arrivare a pari punti, o Verstappen potrebbe godere di un vantaggio di uno o due lunghezze, a seconda di chi coglierà il giro più veloce in gara.
E proprio il punticino per il giro più veloce rischia di avere un'importanza spropositata in un mondiale così combattuto. Non deve stupire, quindi, che in Qatar Verstappen si sia addirittura fermato a due giri dal termine per montare le performanti soft e assicurarsi così, a tutti i costi, il crono più rapido in gara. La Red Bull, così facendo, ha corso un rischio: i meccanici del team di Milton Keynes sono solitamente molto precisi e veloci nelle soste, ma l'imprevisto è sempre dietro l'angolo, soprattutto se la posta in gioco è così alta. A ben vedere, Max aveva già in saccoccia il giro più veloce, ma in Red Bull non hanno voluto lasciare nulla al caso, anche se il ritiro di Valtteri Bottas metteva al riparo da una possibile beffa nelle fasi finali. Addirittura lo stesso Hamilton, pur essendo nella posizione di chi aveva maggiormente da perdere, ha chiesto via radio di fermarsi.
Che il giro più veloce stesse diventando sempre più rilevante lo si è intuito con il passare delle gare, quando Mercedes e Red Bull hanno cominciato ad utilizzare le seconde pedine, Bottas e Perez, per strappare il primato in gara alla scuderia avversaria. Ma il fatto che anche i due top driver, Hamilton e Verstappen, si stiano scomodando in prima persona - o comunque scalpitino per farlo, contro il volere del team - dimostra che gli stessi protagonisti sono consapevoli che questo mondiale, al netto di imprevisti vari, potrebbe arrivare fino al termine con i giochi aperti, per entrambi i campionati. Certo, Verstappen in Arabia Saudita avrà a disposizione il suo primo vero match point, ma deve sperare in un ko tecnico di Hamilton, troppo competitivo nelle ultime gare per ritrovarsi fuori dalla zona podio a Jeddah senza qualche colpo di scena.
Ma il punticino per il giro più veloce potrebbe addirittura rivelarsi decisivo. Basta immaginarsi uno scenario esplosivo: un contatto tra i due contendenti per il titolo ad Abu Dhabi. Se si ritirassero entrambi, potrebbe bastare un piccolo punto a fare la differenza, o forse anche nessuno, visto che Verstappen, a pari merito, si aggiudicherebbe il titolo per il maggior numero di vittorie conquistate durante la stagione. A quel punto, la direzione gara, che non possiamo definire coerente e decisa nel corso del 2021, avrebbe una bella gatta da pelare. E la scelta di non decidere sull'episodio del Brasile, non mettendo nemmeno sotto investigazione Verstappen, apre il fianco a una potenziale difficoltà nel giudicare futuri contatti. La direzione gara, ormai è evidente, ha il terrore di condizionare il mondiale. Ma scegliendo di non farlo a Interlagos, potrebbe aver preparato il terreno per un gran finale degno della suspense precedente. E allora sì che la lotta potrebbe decidersi per un pugno di giri veloci.