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Monaco - “Non credo nella superstizione”, ha detto Charles Leclerc dopo aver colto la pole position sulle strade di casa, a Monaco. Nessun rito scaramantico, dunque, per scacciare la cattiva sorte che lo ha colpito più volte nel Principato, quanto piuttosto la sensazione di non aver potuto esprimere al massimo il proprio potenziale. L’impressionante primo settore di Leclerc nel giro strozzato dalla bandiera rossa causata da Sergio Perez resta promessa irrealizzata, ma la cosa di cui è più soddisfatto Charles è proprio quello spunto. “Sono rimasto sorpreso da quanto passo avessi. Volevo finire quel giro” dice Leclerc dell’abbrivio dell’ultimo tentativo, al volante di una F1-75 sovrasterzante il giusto per esaltare il suo stile di guida. Non solo: la monoposto della Rossa si è anche adattata bene alle condizioni mutevoli della pista, soggetta a cambi di temperatura frequenti per via della coltre di nubi che attraversava il cielo monegasco.
Un’imprevedibilità che domani potrebbe prendere il sopravvento, visto che le previsioni meteo non escludono l’arrivo della pioggia a sparigliare le carte in tavola. “Non ho mai guidato sul bagnato qui – riflette Leclerc -. Monaco è una delle gare più sfidanti della stagione, e con la pioggia ancora di più. In quelle condizioni andiamo meglio rispetto allo scorso anno”. E il meteo avverso sembra l’unica vera incognita per la Ferrari domani, visto che Carlos Sainz ha chiuso le qualifiche in seconda posizione, concretizzando una doppietta che lo trasforma in una pedina strategica preziosa per la Rossa.
Sainz è sembrato avere più feeling del solito con la F1-75 a Monaco, ma abbozza quando gli si chiede di trarre le conclusioni del caso. “Mi sono sentito più a mio agio con la macchina, forse perché sono sempre andato bene a Monaco. Potrebbe dipendere dalla pista, che è atipica, però”. Ad ogni modo, Carlos ha colto un risultato incoraggiante, nonostante l’epilogo negativo con il contatto con Perez. “Venivo da una curva cieca e ho visto con la coda dell’occhio sinistro una bandiera gialla. Sapevo che qualcuno aveva sbattuto, e ho cercato di evitarlo, ma l’ho toccato. Non ho avuto il tempo per reagire, ma anche questa è Monaco”. Una Monte-Carlo che dà ad alcuni e toglie ad altri. Ed è proprio questo il suo fascino.