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“La Mercedes non sbaglia mai”, aveva fieramente sentenziato Lewis Hamilton prima dell’inizio della stagione. Una sicumera che non ha trovato riscontro in un avvio di campionato tutt’altro che semplice. E se Hamilton in Bahrain era riuscito a cogliere un inaspettato terzo posto, le qualifiche del GP dell’Arabia Saudita rappresentano il nadir dell’ultima dozzina di stagioni per l’inglese.
Correva l’anno 2009 quando Lewis Hamilton, a Silverstone, subì quella che sarebbe rimasta la sua ultima eliminazione alla Q1 senza incidenti o problemi tecnici per i successivi dodici anni e mezzo. Fino ad oggi. Il sette volte campione del mondo a Jeddah è stato estromesso dalla Q1 da Lance Stroll, in una guerra dei poveri tra motorizzati Mercedes che fa capire come la F1 2022 sia davvero capovolta rispetto a quanto abbiamo visto prima.
Ma il distacco da George Russell, a parità di gomma, è devastante: circa sette decimi. Un risultato che ha lasciato senza parole Hamilton, rimasto incredulo sulla sua monoposto a riflettere su quanto è successo. Dall’on board di Lewis si notavano difficoltà nell’inserimento in curva, probabilmente dovuti a quella perdita di deportanza al posteriore che lo stesso Hamilton aveva individuato come uno dei talloni d’Achille della capricciosa W13.
Nelle interviste rilasciate alle televisioni, Hamilton ha parlato di problemi di bilanciamento. “È qualcosa legato all’assetto. Sembrava funzionasse bene nelle FP3 e abbiamo deciso di procedere in una direzione simile. Forse ci siamo spinti troppo in là e la macchina era inguidabile. Era così nervosa”, ha spiegato il pilota della Mercedes, costretto a vedere il suo compagno di squadra approdare alla Q3.
E il vero problema di Hamilton è che l’assetto non può essere modificato tra qualifiche e gara per il regime di parc fermé. L’unica opzione per Lewis, a questo punto, sarebbe partire dalla pitlane dopo aver cambiato il set-up della monoposto. A ben pensarci, in questo modo eviterebbe anche di rimanere invischiato nel bailamme di inizio gara. Ma il fatto che scattare lontano da tutti sia l'unica soluzione percorribile per Hamilton la dice lunga sulla sua situazione attuale. È notte fonda, nel buio di Jeddah. E vedere la luce non sarà facile.