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Nel pomeriggio di oggi al Circuit Paul Ricard ha avuto luogo l'atteso incontro tra i commissari sportivi e la Ferrari in merito alla revisione della penalità comminata a Sebastian Vettel nel GP del Canada di due settimane fa. Ecco il verdetto: il reclamo della Rossa è stato respinto, e la sanzione di Vettel è stata confermata. «Non sono emersi elementi significativi che non fossero a disposizione delle parti coinvolte al momento della decisione», fanno sapere dalla FIA. Alla riunione erano presenti i quattro commissari di Montréal: Gerd Ennser, Mathieu Remmerie, Mike Kaerne ed Emanuele Pirro.
A supporto della teoria dell'involontarietà dell'azione di Vettel, la Ferrari ha portato diverse prove, tra cui anche del materiale video non sottoposto in precedenza all'attenzione dei commissari. Prima dell'incontro, il direttore sportivo della Ferrari, Laurent Mekies, non era entrato nei dettagli di quanto raccolto, ma aveva parlato di «prove schiaccianti».
Dal documento diffuso dalla FIA si scopre di più sul materiale portato dalla Ferrari: si trattava di telemetria della macchina di Vettel, di un'analisi video dell'ex pilota F1 e giornalista Karun Chandhok nel post gara; di un video della face camera di Vettel; dei dati GPS di Vettel e Hamilton sia nel giro incriminato che in altre fasi della corsa; e una testimonianza dello stesso Sebastian Vettel. Prove, queste, che non hanno convinto i commissari.
A Sebastian Vettel era stata comminata una penalità di cinque secondi per aver stretto Lewis Hamilton contro le protezioni dopo un lungo nel corso del GP del Canada. Il movimento dello sterzo di Vettel era stato giudicato volontario; di qui la sanzione, che gli era de facto costata la vittoria della corsa: il vantaggio accumulato nei confronti di Hamilton non era abbastanza grande da sopperire al tempo aggiuntivo. La Ferrari aveva poi annunciato di non voler fare ricorso, ma di volersi avvalere del diritto di revisione dei fatti; richiesta, questa, accolta dalla FIA. Ora il caso è chiuso.