F1. Ollie Bearman ha le idee chiare sul futuro: “Voglio vincere con la Ferrari”

F1. Ollie Bearman ha le idee chiare sul futuro: “Voglio vincere con la Ferrari”
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Ollie Bearman nel 2025 sarà un pilota della Haas, ma ha le idee chiare sul suo futuro in Formula 1: vuole vincere con la Ferrari, la scuderia che ha puntato sul suo talento sin da subito
4 luglio 2024

“Il mio obiettivo a lungo termine resta lo stesso: voglio avere successo in F1, vincere gare e titoli. E visto il supporto e la fiducia che la Ferrari mi ha riservato, è naturale che voglia farlo con questa scuderia. È il sogno di ogni bambino”. Sono passati pochi mesi dal suo sontuoso debutto in Formula 1 con la Rossa a Jeddah, ma Ollie Bearman oggi ha non solo la certezza che il prossimo anno sarà un pilota titolare in casa Haas, ma pure le idee chiarissime riguardo agli obiettivi di una carriera ancora tutta da scrivere.

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Per nulla intimidito dal nutrito gruppo di giornalisti – compresi noi di Automoto.it – che aveva mangiato la foglia sull’annuncio del suo ingaggio per il 2025 vedendo nell’agenda della Haas una sessione con lui di primo mattino, Bearman ha mostrato la fierezza di chi sa cosa vuole e come ottenerlo. In Formula 1 correrà con l’87, il numero che usava suo padre in pista – “8 per la mia data di nascita, l’8 maggio, e 7 per quella di mio fratello, il 7 agosto” – con l’obiettivo di “migliorare gara per gara, massimizzando la mia performance e notando una progressione nelle mie abilità nel corso dell’anno”.

Prima di approdare in pianta stabile in F1, però, Bearman deve affrontare un presente complesso, in una Formula 2 spesso difficile da decifrare. “Con la nuova monoposto prima del Red Bull Ring abbiamo faticato. È incostante, e questo rende le cose difficili per un pilota, specialmente quando si hanno poche sessioni di prove libere a disposizione”. “Credo in me stesso - ci tiene a specificare - e sono convinto di poter lottare al vertice in F1, ma al momento non è così in Formula 2. La concorrenza è serrata, e i valori in campo possono cambiare”.

“Tutti viviamo alti e bassi. Io credo di offrire performance di alto livello come sempre, ma poi arrivo a Barcellona e finisco ultimo, su una pista sulla quale lo scorso anno avevo vinto. Spero di poter imputare questa mancanza di costanza ad altro e non a me stesso, perché sono davvero convinto di fare bene come sempre. E ha senso, perché non ho mai avuto così tanta esperienza”. Bearman mostra la fiducia nelle proprie abilità del campione consumato, un’ancora preziosa nelle acque turbolente in cui si sta muovendo in questo momento.

Ma in fondo da un anno così complesso Bearman può trarre una lezione per il futuro, preziosa specialmente per un pilota che si ritroverà a lottare per ottenere dei punti. “Il centro classifica in Formula 1 è sempre più compatto. Penso che le difficoltà che sto affrontando in F2 mi stiano preparando per quello che mi aspetta il prossimo anno. Devi semplicemente essere perfetto. Con margini così limitati, non c’è spazio per errori”.

Una volta chiuso il capitolo Formula 2, “avrò tempo per prepararmi alla prima gara. Devo essere pronto sia fisicamente che mentalmente e tecnicamente. Ci sono aspetti, come l’assetto, che devo approfondire”. E poi, come in tutti gli ambiti, serve la pratica. “Devo semplicemente continuare a guidare. A mano a mano che accumulerò giri, sarà più semplice capire quali debolezze persisteranno, e lavorarci sopra. Per ora mi sto semplicemente concentrando sull’incrementare i chilometri percorsi, per far sì di essere pronto”.

Anche se non è più il bambino che ricevette un messaggio di incoraggiamento da Lewis Hamilton una decina di anni fa, l’animo del ragazzino che è stato fino a poco tempoi fa riemerge dagli occhi di Bearman quando riflette sul fatto che il prossimo anno dividerà il palcoscenico con piloti che tempo fa ammirava da lontano. “Sono momenti che ti fanno venire voglia di tirarti un pizzicotto. Questi ragazzi per me sono delle star, e mi ispiro ad alcuni di loro. È fantastico pensare che sarò in pista con loro”.

È solo un lampo, però, perché ben presto ritorna la sua determinazione di ferro. “Non so cosa si aspettino da me in Ferrari, ma non penso che le attese siano più sfidanti delle mie, perché sono duro con me stesso”. E se da un lato Ollie è molto severo nei suoi confronti, dall’altro l’autocritica non sfocia certamente in una mancanza di fiducia nelle proprie capacità. “Non sono sorpreso di quello che sono riuscito a fare, perché sono perfettamente consapevole di ciò che so fare. Magari, però, ho stupito altri”, sottolinea con un sorriso.

Ma cosa conta davvero per Bearman, quando si toglie il casco dopo una gara? “Voglio solo essere orgoglioso della mia performance. So quando faccio un buon lavoro, è una sensazione personale. Quando porto a termine una gara, indipendentemente dalla posizione che ottengo, so se posso essere soddisfatto o meno”. Avrà ancora il sorriso giocoso di un bambino, ma Bearman, a dispetto dei suoi 19 anni, ha la grinta del campione che sogna di diventare, con quella Ferrari a cui deve tutto. 

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