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Che Oliver Bearman potesse un giorno correre in Formula 1 con la Ferrari non era un’eventualità così remota, tenendo conto del fatto che è membro della Driver Academy della Rossa. Ma nemmeno l’immaginazione più fervida avrebbe potuto pensare che Ollie debuttasse nel Circus diciottenne proprio vestendo i colori della scuderia di Maranello. Sostituendo Carlos Sainz, fermato dall’appendicite, nel Gran Premio dell’Arabia Saudita, Bearman non solo è diventato il pilota più giovane di sempre a correre per la Ferrari in F1, ma anche aperto gli interrogativi sul suo futuro.
Sfiorare la Q3, arrivando a 36 millesimi dal sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, e concludere la gara in settima posizione su una pista sfidante come quella di Jeddah, per giunta senza preavviso e con meno di 60 minuti per preparare il tutto, vuol dire superare alla grande un provino affrontato con l’entusiasmo di un bambino e l’audacia di chi non si è reso conto dell’enormità di quello che stava vivendo. E se da un lato questo esordio incredibile lo mette in una posizione di svantaggio in Formula 2, almeno per il momento, dall’altro rende più pressante la questione del suo futuro.
Anche se la line-up 2025 della Ferrari non fosse stata già decisa, con Lewis Hamilton assoldato al fianco di Charles Leclerc, disputare la stagione d’esordio in F1 con la Rossa sarebbe stato un compito tutt’altro che semplice. Un conto è stupire nell’arco di una gara, un altro è avere una buona costanza di rendimento su un intero campionato, per giunta con la pressione dovuta a rappresentare un marchio iconico. Di piloti esordienti in un top team ce ne sono stati diversi – basti pensare a Lewis Hamilton in McLaren nel 2007 – però un paio di stagioni in un team di seconda fascia non avrebbero guastato in ogni caso.
Dei motorizzati Ferrari, la Haas rappresenta l’unica opzione di riguardo. È molto probabile, infatti, che la Sauber già nel 2025 schieri i piloti che inizieranno l’era di Audi nella stagione successiva, in modo tale da avere una costante nel turbinio di cambiamenti conseguenti all’arrivo della casa dei Quattro anelli. Peraltro, in Haas Bearman è già parecchio stimato. Oliver lo scorso anno ha disputato le FP1 in Messico e ad Abu Dhabi con la scuderia di Kannapolis, facendo un’ottima impressione, a quanto ha dichiarato Ayao Komatsu.
“Abbiamo subito capito che fosse speciale – ha raccontato il team principal della Haas -. Non è solo questione di velocità, ha tutto quello che serve per fare bene. E riesce ad assorbire le informazioni date nel giro precedente per apportare piccole modifiche al successivo. È risultato maturo, come se avesse più esperienza”. Quanto alla prestazione offerta da Bearman in Arabia Saudita, Komatsu l’ha definita “incredibile”.
Pur riconoscendo le qualità di Bearman e il fatto che si meriti un sedile per il prossimo anno, Komatsu però ha voluto anche sottolineare le doti dei suoi piloti attuali. “Tolte le penalità – ha spiegato dopo la gara di Jeddah – Kevin è stato fantastico. E anche Nico ha fatto bene. Quindi come posso mettermi qui a dire che Bearman sarà un nostro pilota il prossimo anno? Per quello che abbiamo visto oggi, non posso escludere Kevin e Nico”. Komatsu, insomma, avrà di che riflettere nel corso dell’anno, anche se potrebbero esserci novità a semplificare la scelta.
Da tempo si rincorrono voci di un interessamento da parte di Audi nei confronti di Nico Hulkenberg, che dalla sua ha non solo il passaporto, ma anche una grande dose di esperienza. Se davvero Hulkenberg dovesse cambiare casacca per il 2025, in Haas si liberebbe un sedile per Bearman. Che potrebbe così continuare il suo percorso di crescita in un team modesto in attesa di poter passare in Ferrari. Forte, per giunta, della consapevolezza che se dovesse continuare così, le opzioni anche lontano da Maranello non mancherebbero. Però dopo aver provato una volta l’ebbrezza di vestire i colori della Rossa, non dubitiamo che Ollie abbia voglia di farlo di nuovo, e in pianta stabile. A 18 anni, il tempo dopotutto è dalla sua.