F1, oggi Alboreto avrebbe compiuto 60 anni

F1, oggi Alboreto avrebbe compiuto 60 anni
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Michele Alboreto, scomparso nel 2001, oggi avrebbe compiuto 60 anni. Il ricordo del nostro inviato F1, Paolo Ciccarone
23 dicembre 2016

Il 23 dicembre sarebbero stati 60 tondi tondi. Ma non li ha festeggiati perché non c’è più dal 25 aprile 2001. Michele Alboreto ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama automobilistico internazionale. Di sicuro, se fosse qua oggi, molte cose sarebbero diverse. Non certo a livello politico o finanziario, ma a livello sportivo di sicuro. Quando 15 anni fa temeva che con la politica attuata dalla federazione e dalla Ferrari non avremmo più avuto un pilota italiano in F.1, ci aveva visto giusto.

Lui è mancato nel 2001, gli italiani dalla F.1 sono scomparsi dal 2010. Cioè sono sei anni che non abbiamo un nostro rappresentante in pista e Michele lo aveva capito con nove anni di anticipo. Come dire che certe cose non si inventano ma si programmano. Lui aveva le idee chiare su cosa fare e dove prendere i soldi. Lo disse tre giorni prima di morire e vale la pena ripeterlo: “Ho chiesto un miliardo di lire alla Ferrari, ne ho parlato con Piero e mi pare che ci siano le basi per farlo. A loro un miliardo non cambia la vita, invece di 500 ne spenderanno 499 tanto i risultati sono identici, ma per un ragazzo da portare in F.1 cambia la vita”.

Per farlo aveva capito dove operare: la comunicazione. Quella vera, fatta da giornali e giornalisti con “le palle, mica scendiletto” come diceva lui. Per fare pressione su chi di dovere e dare risalto a operazione conclusa. E sulla Ferrari, centro d’attrazione dei fondi italiani. Che già all’epoca la Minardi soffriva, e molto, per la mancanza di aiuti e supporti e la storia dirà che senza Minardi abbiamo perso tantissimo nel panorama nazionale, così come senza Scuderia Italia o Fondmetal, squadre vere, gestite da appassionati e in grado di confrontarsi coi rivali inglesi.

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Ma la F.1 era una guerra di soldi e politica, Michele Alboreto sapeva dove stavano i soldi e sapeva muoversi in politica, sapeva dove fare pressione e quali tasti toccare per farsi ascoltare. Ai tempi in cui era alla Ferrari aveva scoperto e capito chi, fra qualche celebrato giornalista, intascasse prebende per compilare comunicati stampa dopo le prove, fare libri o inventarsi altro. Gente che aveva un lavoro, una testata e una credibilità generale che Michele non riconosceva. Ma gente che poteva determinare la carriera o la buona riuscita di un investimento pubblicitario se si fosse messa di mezzo.

Piero aveva aderito al progetto di Michele, non avrebbe agito in prima persona ma avrebbe dato il supporto necessario. Il tutto per far progredire i giovani italiani, dare loro una possibilità di vittoria e di competizione. Invece tre giorni dopo è finito tutto in un tragico volo

Doveva muoversi in un ambiente di squali, cercava di sapere tutto di questi squali. E si faceva rispettare. E per farlo doveva contare su stampa amica, investitori oculati e sull’amicizia di Piero Ferrari, che con Michele andava d’accordo e aveva un bel rapporto. Piero aveva aderito al progetto di Michele, non avrebbe agito in prima persona ma avrebbe dato il supporto necessario. Il tutto per far progredire i giovani italiani, dare loro una possibilità di vittoria e di competizione. Invece tre giorni dopo è finito tutto in un tragico volo. In fondo ha vissuto un sogno e sapeva che quel sogno aveva un prezzo che sperava di non pagare. Invece quando vivi un sogno al di là delle tue aspettative, anche il prezzo sarà superiore a quello che sei disposto a pagare.

Ha lasciato una moglie e due figlie, due ragazzine orfane che oggi sono due splendide donne con una mamma stupenda, una famiglia forte, di esempio che insieme a Michele va onorata e rispettata, al pari di quel gruppetto di pazzi scatenati che dalla Scuderia Salvati e le pettarelle calcavano le piste con la stessa determinazione dei grandi della F.1 pur “giocando” con motori sogliola 500 cc e 30 cv quando c’erano tutti. Ecco, da lì da quell’esperienza e quella passione, mai scomparsa, era partito Michele Alboreto per dare un seguito alla sua avventura. Avrebbe compiuto 60 anni, di sicuro li avrebbe compiuti alla grande, in prima fila e con dei risultati che 15 anni dopo stiamo ancora aspettando.

Da Moto.it

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