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Lando Norris ha corso più veloce dei suoi demoni, facendosi strada sull’estremo circuito cittadino di Jeddah nel venerdì del Gran Premio dell’Arabia Saudita 2025 di Formula 1. C’è la sua McLaren davanti a tutti nelle FP2, le uniche indicative perché disputate nelle stesse condizioni di qualifiche e gara, quando il sole è già tramontato sul Mar Rosso. In un momento in cui sembra che le crepe della sua sicurezza in sé siano sempre più aperte, Norris ha staccato di oltre un decimo il compagno di squadra Oscar Piastri.
Norris è stato capace di fare la differenza nel primo settore, con un approccio estremamente aggressivo che ha pagato, consentendogli di ottenere un vantaggio che ha compensato un terzo settore leggermente meno efficace. La sua McLaren MCL39, in pista con un’altezza da terra decisamente ridotta e novità nella zona del diffusore, sembra la macchina da battere anche in una sessione difficile da decifrare, con i team costretti a un lavoro diversificato per sfruttare al meglio i soli 60 minuti a loro disposizione per trovare la quadra per il prosieguo del weekend. E a rendere complessa l’analisi pensa anche un altro fattore.
Su un tracciato senza respiro, con una velocità media elevatissima, la fiducia del pilota nel mezzo conta moltissimo. E ciascuno cerca di costruirsela con modalità proprie. C’è chi, come George Russell, tende a portarsi ben presto al limite, soprattutto se ha a disposizione una vettura con un anteriore preciso come è apparsa la Mercedes W16 in quel di Jeddah. E chi, invece, come Charles Leclerc, prepara il giro buono come se fosse un puzzle, portandosi volontariamente al limite nei vari microsettori per poi mettere insieme i pezzi quando conta davvero.
In Bahrain la Ferrari SF-25 si era accesa nel secondo stint con le medie. E forse non è un caso che i lampi della Rossa si siano visti più con questa mescola che con la soft. Il pacchetto di aggiornamenti portato a Sakhir resta un’ancora a cui aggrapparsi, in un contesto in cui la SF-25 è apparsa più instabile al posteriore della MCL39. A destare preoccupazione, però, è soprattutto Lewis Hamilton, risucchiato verso il centro della classifica in una giornata in cui è sembrato decisamente lontano da quello stato di commistione con la macchina raggiunto in Bahrain la scorsa settimana.
Il perché di queste difficoltà lo si intuisce dalle parole, per certi versi premonitorie, di Hamilton nel giovedì dedicato ai media. Ai giornalisti presenti a Jeddah, tra cui anche Automoto.it, aveva spiegato che sta cercando di adattare il suo stile di guida per essere più efficace con una monoposto che non premia gli input che aveva applicato con successo fino al 2021. Ma quando si avvicina al limite, le vecchie abitudini del passato tornano a tormentarlo come dei fantasmi. Su una pista in cui la fiducia nella macchina è tutto, Hamilton si perde, tornando a schemi passati che non lo premiano più.
L’ingerenza del freno motore nella fase di decelerazione, cui Hamilton non è abituato, fa sì che la sua percezione della macchina in frenata sia sballata, rendendolo inevitabilmente meno efficace. Fare bene in qualifica domani, con queste premesse, non sarà per nulla semplice. Max Verstappen, invece, si muove in pista con destrezza mentre a far rumore sono soprattutto le voci sul suo futuro. Dopo aver accusato un forte sottosterzo e un bilanciamento non ottimale nelle FP1, Verstappen ha piazzato un tempo interessante sul giro secco.
Con una RB21 che a Jeddah presenta alcune novità per quanto riguarda il packaging, con le maggiori aperture a compensare la riduzione delle masse radianti a favore dell’efficienza aerodinamica, anche Yuki Tsunoda aveva mostrato una forma incoraggiante, prima di finire a muro danneggiando pesantemente la monoposto. L’angolo dell’impatto contro le barriere, frutto di un approccio troppo aggressivo verso il punto di corda, ha fatto sì che la sua RB21 sia uscita martoriata dall’impatto contro le barriere. Jeddah è così, basta un attimo per passare dalla massima commistione con la macchina a un errore costoso. Ne sa qualcosa Verstappen, arrivato nel 2021 a un passo dal compiere un giro talmente sensazionale da sembrare illogico. Vicino a uno schianto si è portato anche il nostro Andrea Kimi Antonelli, che se l’è cavata con un bacio alle barriere.
Sono le prime sensazioni in attesa che nell’umidità soffocante e appiccicosa di Jeddah vadano in scena le qualifiche, tra le più adrenaliniche dell’anno. Conterà molto il fattore umano dei piloti per far sì che i limiti fisici della pista non strozzino i loro tentativi di trovare quelli della loro monoposto. Sarà un equilibrio delicatissimo tra il coraggio e la misura, per evitare che un impatto con le barriere possa compromettere il weekend di gara. E quando arriverà il momento clou della qualifica, bisognerà tenere i nervi saldi, senza lasciarsi distrarre dai propri demoni.