F1. Non abbiamo ancora visto il meglio della Ferrari SF-25. E vale lo stesso anche per Lewis Hamilton

F1. Non abbiamo ancora visto il meglio della Ferrari SF-25. E vale lo stesso anche per Lewis Hamilton
Pubblicità
Rispetto a quanto visto nei test prestagionali 2025 di Formula 1 in Bahrain, la Ferrari SF-25 sembra avere ampi margini di miglioramento. E non abbiamo nemmeno assistito al meglio che possa offrire Lewis Hamilton
1 marzo 2025

“Guidare questa macchina mi sta piacendo moltissimo”: sono toni entusiasti quelli con cui Lewis Hamilton, nel corso dei test prestagionali 2025 della Formula 1 in Bahrain, ha parlato della sua nuova compagna di viaggio, la Ferrari SF-25. Dichiarazioni che hanno acceso le speranze dei fan della Rossa, messe successivamente in dubbio dal raffronto del passo gara della nuova nata della casa di Maranello con l’incalzante ritmo della McLaren MCL39, talmente veloce da destare una certa preoccupazione nelle rivali.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

La tendenza a scivolare del retrotreno della Ferrari SF-25 si traduce in un surriscaldamento delle gomme che complica la gestione delle coperture con il passare dei giri. L’anteriore puntato della monoposto del Cavallino rampante incontra sì le preferenze di entrambi i piloti, ma è evidente che la scuderia di Maranello non abbia ancora trovato la quadra in termini di bilanciamento. Lo ha sottolineato Charles Leclerc ieri pomeriggio: “abbiamo fatto un po’ di fatica oggi, c’è ancora del lavoro da fare”.

Interpretare l’espressione del suo volto mentre raccontava della sua nuova compagna di viaggio è un esercizio che in molti hanno cercato di perfezionare. La verità è che Leclerc vuole restare cauto. Il perché lo ha spiegato quando ha incontrato noi giornalisti via Zoom in occasione della presentazione della SF-25. Nel 2019, dopo i test, era convinto di poter spaccare il mondo. E la forte delusione rimediata di lì a poco lo avrebbe portato a non volersi creare aspettative irrealistiche. A ben vedere, comunque, ciò che racconta Charles non necessariamente è un ostacolo insormontabile.

La difficoltà nel trovare un bilanciamento ideale potrebbe benissimo essere semplicemente un problema di gioventù. Non bisogna dimenticare che la Ferrari per il progetto della SF-25 ha scelto di osare, apportando cambiamenti significativi come il passaggio allo schema pull rod per la sospensione anteriore. Che queste novità possano richiedere un periodo di assestamento è nella natura delle cose. In McLaren, va detto, nonostante una certa audacia nel progetto, non sono state riscontrate particolari criticità nel trovare una buona base di lavoro.

Ma la Ferrari non sembra trovarsi nella situazione complessa della Red Bull, che pare ancora in preda ai problemi di correlazione che la affliggevano lo scorso anno. Lo si è capito dal numero di prove di assetto differenti e di comparazione tra le due specifiche di ali portate in Bahrain prima di arrivare a una configurazione che Max Verstappen è riuscito a portare al limite sul giro secco. Tutto questo nel contesto di un’evoluzione giocata soprattutto sulle masse radianti e sul fondo, con contorni meno audaci rispetto a quelli della Ferrari. Che, a ben vedere, si trova in una situazione intermedia tra quella delle due potenziali rivali per il titolo.

Se si trattasse davvero di problemi di gioventù e non di storture intrinseche al progetto, vorrebbe dire che i margini di miglioramento sono considerevoli. Così come, a ben vedere, vale anche per Lewis Hamilton. A differenza di Leclerc, il sette volte campione del mondo non si è portato vicino al limite prestazionale della macchina, come è inevitabile che sia in una fase di grande acclimatamento. Il fatto che Leclerc e Hamilton raccontino una realtà apparentemente diversa non deve stupire. Il raffronto di Charles sono le Ferrari più recenti, quello di Hamilton le Mercedes di cui non riusciva ad avere ragione. Il suo entusiasmo, e il modo in cui ha guidato in pista in Bahrain, fanno capire come Hamilton abbia già trovato un buon feeling con la macchina.

La Ferrari SF-25 risponde a dovere agli input di Hamilton, capace di sentirsi tutt’uno con una vettura che, a differenza delle ultime Mercedes, non diventa recalcitrante con gli ingressi aggressivi in curva e le frenate brusche e profonde con cui Lewis ha costruito la sua storia di grandissimo successo in Formula 1. Non era scontato che questo succedesse, e che, soprattutto, si verificasse in un lasso di tempo così limitato. I cambiamenti che Hamilton sta affrontando, dopotutto, non sono una passeggiata nemmeno per un sette volte campione del mondo.

Hamilton per la prima volta in carriera sta sfruttando una power unit Ferrari, differente dall’omologa Mercedes per erogazione, vibrazioni e gestione della batteria. Una diversità che si traduce in risposte diverse della monoposto in fase di accelerazione, ma anche in frenata. Deve domare una belva – anzi, un Cavallino – che inevitabilmente restituisce sensazioni diverse. E per fortuna positive, come si evince chiaramente dall’atteggiamento di Lewis, capace di mostrare il genuino entusiasmo di un ragazzino.

C’è ancora tanta strada da fare, in una stagione che non ha nemmeno preso il via. I test in Bahrain per la Ferrari non sono stati una passeggiata trionfale come per la McLaren, ma tanti precedenti dimostrano che non sempre primeggiare nei collaudi garantisce un ruolo dominante nel mondiale. Chi l’avrebbe mai detto lo scorso anno che la Red Bull avrebbe avuto una spirale discendente durante la stagione? I valori in campo sono molto più vicini di quanto non si possa intuire dal mero riscontro del cronometro in Bahrain. E per la Ferrari nulla è ancora perduto.

Pubblicità