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Nicholas Latifi ha deciso di lasciare le corse per tornare a studiare. L'ex pilota della Williams in Formula 1 ha condiviso un messaggio sui propri canali social in cui ha spiegato le motivazioni della sua scelta. "Sapendo che quest'anno non sarei stato al volante di una vettura da corsa - ha scritto - ho cominciato a pensare a quello che avrei potuto fare, se continuare a correre o fare qualcosa di diverso". "Ho sempre avuto un interesse per il mondo degli affari - ha aggiunto - e mi sono sempre detto che si trattava di qualcosa che avrei studiato all'università se non avessi corso. Tenendo conto di questo, e del fatto che avrei potuto prendere una pausa dalle corse, ho deciso di studiare per ottenere un MBA, come pensavo di fare una volta smesso di correre".
"Questa decisione potrà sembrare sorprendente, visto che cambiare categoria avrebbe rappresentato la scelta più ovvia. Ma ho sempre saputo che ci sarebbe stata una vita dopo le corse, e ho deciso che questo è il momento giusto per prepararmi per questo. Non è necessariamente un addio definitivo alle corse. Il motorsport è stato protagonista nella mia vita da quando avevo 13 anni, e resta qualcosa di cui sono estremamente appassionato. Non ho perso una gara di Formula 1 quest'anno! Ma credo che quest'anno fosse il momento giusto per esplorare altre opzioni". Ammesso all'MBA della London Business School, Latiifi non è l'unico ex pilota ad aver deciso di cambiare rotta dopo l'addio alla F1.
Il cinque volte campione del mondo Juan Manuel Fangio, dopo aver appeso il casco al chiodo, è rimasto nel settore dell'automotive, aprendo una concessionaria Mercedes in quel di Balcarce, la città dove era nato nel 1911. Nel 1974 fu nominato presidente di Mercedes-Benz Argentina, per poi diventarne presidente onorario nel 1987. Il modo ideale per continuare il rapporto con la Stella a tre punte, con cui aveva vinto il mondiale nel 1954 e nel 1955. Thierry Boutsen, invece, decise di far fruttare la sua passione per gli aeroplani aprendo una sua azienda, la Boutsen Aviation, nel 1997. Tra gli acquirenti di elicotteri e jet anche delle figure note del paddock, come Mika Hakkinen e Keke Rosberg.
Se si parla di aerei non si può che nominare Niki Lauda, che nel 1979 creò la sua compagnia aerea, la Lauda Air, per cui lasciò - temporaneamente - il Circus. Grandissimo appassionato di aviazione, Lauda era anche un ottimo pilota, e partecipò attivamente alle indagini riguardo al disastro occorso nel 1991 a un aereo della sua flotta. Il Lauda Air 004, partito da Bangkok e diretto a Vienna, precipitò nella giungla thailandese, provocando la morte dei 224 passeggeri a bordo. Grazie alla solerzia di Lauda, si scoprì che gli inversori di spinta, che si azionano al momento dell'atterraggio e si erano attivati in volo, non avrebbero mai potuto essere disattivati dai piloti. Lo provò lo stesso Lauda usando il simulatore di Boeing, produttrice dell'aereo caduto. Dopo l'assorbimento di Lauda Air da parte di Austrian Airlines Group, Lauda diede vita alla Fly Niki, compagnia poi fallita nel 2017. Una volta riacquisiti gli asset di quest'ultima, Lauda creò la Laudamotion, poi acquistata da Ryanair.
C'è poi chi si è dato alla politica. Parliamo dell'argentino Carlos Reutemann, pilota che in Formula 1 corse anche per la Ferrari. L'enigmatico Lole, una volta conclusa la sua carriera nelle corse, diventò governatore della provincia di Santa Fe dal 1991 al 1995. Non potendo candidarsi per il mandato successivo, Reutemann si ripresentò nel 1999 e ottenne di nuovo la carica, ritrovandosi ad affrontare il difficile periodo della devastante crisi economica che colpì l'Argentina nel 2001. Sotto la guida di Reutemann, la provincia di Santa Fe fu una delle poche a non indebitarsi gravemente. Reutemann fu poi eletto senatore, carica che deteneva al momento della sua morte, nel luglio del 2021.
Altri piloti, invece, hanno seguito una vocazione che potremmo definire bucolica. Jody Scheckter, campione del mondo con la Ferrari nel 1979, dopo il ritiro a soli 30 anni l'anno successivo alla vittoria del titolo, fondò un'azienda che produceva sistemi di allenamento per l'uso di armi da fuoco. La vendette una decina di anni più tardi, con un buon profitto, e comprò una fattoria da mille ettari a una sessantina di chilometri a Londra. Negli anni Scheckter è diventato un esperto di agricoltura biologica, partecipando anche a trasmissioni televisive sull'argomento. Possiede una fattoria biologica anche Pedro Paulo Diniz, passato dal ruolo di playboy impenitente a quello di produttore a chilometro zero.
Il cambio di rotta più improbabile, però, è quello che ha visto protagonista Heinz-Harald Frentzen. Vincitore di tre gare in carriera e mattatore nel 1999 con la Jordan, concludendo la stagione al terzo posto, Frentzen una decina di anni fa rivelò al Kolner Express la sua nuova professione, l'autista di carri funebri. Frentzen spiegò che aiutava sua sorella Nicole, che aveva ereditato dal padre l'azienda di famiglia, un'impresa di pompe funebri. Per la verità, il buon Heinz-Harald era già solito dare una mano al papà quando correva in F1. D'altronde, pur sempre di un mezzo speciale si tratta...