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C'è un problema nella lotta contro il tempo della Ferrari per risollevare le sorti della stagione 2023 di Formula 1, e si chiama Baku. Il Gran Premio dell'Azerbaijan, che il 30 aprile prossimo porrà fine alla lunga e atipica pausa primaverile che il Circus sta vivendo, sarà la prima occasione per vedere almeno una piccola parte di quegli aggiornamenti corposi che dovrebbero cambiare profondamente la SF-23, anche se in tempo di budget cap non è possibile vedere una vera "versione B". Ma c'è un limite molto forte, che non riguarda il layout del tracciato azero, bensì l'agenda del prossimo weekend di gara.
A Baku, infatti, debutterà la nuova versione del format della Sprint. Per chi si fosse perso la notizia, in Azerbaijan il sabato diventerà una sorta di giornata a sé stante, con le qualifiche per stabilire lo schieramento della Sprint prima e l'effettiva gara lampo poi. La griglia di partenza del Gran Premio di domenica, invece, sarà decisa dalle qualifiche in programma venerdì pomeriggio. Un'agenda fittissima, questa, che lascia spazio a una sola sessione di prove libere, come da desiderata di Liberty Media, che sogna fine settimana in cui tutto possa generare spettacolo.
Per un team come la Ferrari, però, serve tempo per saggiare le novità concepite dai tecnici. E 60 miseri minuti sono davvero pochi, anche nel caso in cui - come è logico che sia - si cerchi di effettuare delle prove di comparazione, montando gli aggiornamenti solo su una delle monoposto. Bisognerà capire se il gioco vale davvero la candela, o se è meglio aspettare. Ma la Rossa non ha tempo da perdere, se vuole risollevare un mondiale iniziato con performance ben al di sotto delle aspettative.
Non bisogna dimenticarsi che in programma a maggio c'è pure il Gran Premio di Monaco, gara sufficientemente atipica nel calendario da rendere praticamente impossibile l'adozione di nuove soluzioni. Insomma, per la Ferrari - così come per le altre scuderie che devono recuperare, Mercedes in testa - non sarà solo importante portare aggiornamenti, ma scegliere anche con cura il momento in cui farli debuttare in pista. È la dura realtà della F1 senza i test privati, in cui la simulazione e la galleria del vento sono gli unici strumenti a disposizione dei tecnici durante la stagione.
È inevitabile pensare ai progressi che la Ferrari avrebbe potuto fare in questo mese di stop se, come succedeva ai tempi d'oro di Michael Schumacher, la Rossa potesse ancora inanellare giri equivalenti a interi GP sulla propria pista di Fiorano. Ormai si tratta di un passato lontano, ma fa specie come nel contesto attuale, si possa pensare di ridurre ancora di più il tempo per saggiare le proprie novità in un weekend di gara. Se lo si chiede ai piloti, non possono che essere contenti. Ma se non si ha tempo per lavorare in pista, come si può pensare di recuperare davvero terreno?