F1. Nel venerdì di Zandvoort si fanno vedere Mercedes e McLaren. Ma il vento spazza via ogni certezza

F1. Nel venerdì di Zandvoort si fanno vedere Mercedes e McLaren. Ma il vento spazza via ogni certezza
Pubblicità
Le raffiche di vento che hanno schiaffeggiato Zandvoort nel venerdì di prove libere del Gran Premio d'Olanda 2024 di Formula 1 non hanno impedito l'attività in pista, ma potrebbero aver distorto la percezione dei valori in campo
23 agosto 2024

In una Formula 1 in cui un rivolo d’aria sporca può fare la differenza, non è difficile intuire l’effetto di poderose raffiche di vento come quelle che hanno spazzato Zandvoort nel venerdì di prove libere del Gran Premio d’Olanda 2024. Che il meteo avrebbe ancora avuto un ruolo decisivo lo si era capito sin dal mattino, quando muovendosi per la pitlane sembrava di essere presi a schiaffoni dalle folate e dalla pioggia, dal movimento talmente incontrollato da rendere inutile l’ausilio dell’ombrello.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

A dire la verità, le previsioni della vigilia erano ancora più catastrofiche, tanto da far pensare che si potesse vivere un venerdì senza alcuna attività in pista. E invece, nel pomeriggio la situazione è migliorata abbastanza per poter consentire ai piloti di girare sull’asciutto, cercando di raccogliere dati utili per la gara di domenica, che non dovrebbe vedere protagonista la pioggia, a differenza delle qualifiche di domani, con previsioni meteo ancora incerte.

Nel venerdì di Zandvoort si sono fatte vedere Mercedes e McLaren, con valori apparentemente ravvicinati, ma differenze nel comportamento in pista. Nonostante la scuderia di Woking abbia portato in Olanda un consistente pacchetto di aggiornamenti, sembra che la MCL38 sia ancora un passo indietro rispetto alla concorrenza nello spunto sulle curve veloci, l’unica vera debolezza di una monoposto assai solida.

Ciononostante, la McLaren con Lando Norris ha mostrato un’invidiabile costanza di rendimento con la media, mentre con la soft a ben figurare è stato un George Russell in cerca di rivalsa dopo la squalifica di Spa. Non stupisce che la Mercedes stia risultando convincente a Zandvoort, visto che la pista olandese le è stata amica anche negli scorsi anni, quando la scuderia di Brackley aveva a disposizione vetture decisamente meno solide della W15.

Risulta invece leggermente attardato Max Verstappen, alle prese con una RB20 forse più nervosa rispetto alla concorrenza. La Red Bull per l’appuntamento di casa di Max ha scelto di riportare in auge la configurazione vista in Ungheria, adottandola anche sulla vettura di Sergio Perez, per poter prendere una decisione più ragionata sulla possibilità di impiegarla anche nella seconda parte di una stagione in cui la scuderia di Milton Keynes ha cominciato improvvisamente ad annaspare.

Ieri Verstappen ha sottolineato come la Red Bull debba lavorare di fino sul set-up della sua monoposto, aggiungendo che “l'attenzione al dettaglio e la capacità di portare la monoposto nella giusta finestra di utilizzo possono davvero fare la differenza” in un contesto altamente competitivo come quello della F1 di oggi. E se Verstappen si ritrova una strada in salita verso la potenziale quarta vittoria consecutiva nella sua corsa di casa, la Ferrari ha vissuto un venerdì in ombra.

Ad avere la peggio è stato Carlos Sainz, che ha saltato larga parte della seconda sessione di prove libere per un problema al cambio. Charles Leclerc, invece, è apparso un passo indietro rispetto alla concorrenza sia nella simulazione della qualifica che in quella di gara. La SF-24 è sicuramente meno imprevedibile e scomposta rispetto alla vettura che l’ha preceduta, a tutto vantaggio della guidabilità in condizioni delicate come quelle di oggi, ma con valori in campo così ravvicinati la fiducia nel mezzo non basta per potersi fare largo.

Il vento oggi non ha spazzato via l’attività in pista, ma l’ha fortemente condizionata. Non solo le forti raffiche in coda in curva 1 hanno indotto diversi piloti all’errore, ma hanno anche appiattito le differenze tra le mescole. Ne esce un’immagine distorta, sia per quanto riguarda il comportamento dei compound che per i valori in campo. È il volto enigmatico e imprevedibile, ma anche affascinante, di una F1 in cui la realtà è malleabile, pronta com’è a essere plasmata dalle circostanze.

Pubblicità