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La Formula 1 ha iniziato dieci anni un percorso verso il mondo dell’ibrido ed ora è pronta al prossimo passo, con un’implementazione della parte elettrica dei motori con la nuova era tecnica che debutterà il prossimo anno. Tuttavia, sono ancora molte le preoccupazioni dei motoristi, che hanno iniziato a guardarsi intorno, per meglio dire alle spalle, prendendo in considerazione la possibilità di tornare ai V10. Adesso anche la FIA ha confermato di star vagliando quest’ipotesi.
Lo scorso anno Stefano Domenicali ha auspicato un ritorno ad un motore più “tradizionale”, come il V10, per poter fare a meno dell’ibrido grazie alle benzine sostenibili. Della stessa filosofia anche Mohammed Ben Sulayem che dichiarato che si “dovrebbe prendere in considerazione una serie di direzioni, tra cui il suono ruggente del V10 alimentato con carburante sostenibile”. Proprio intorno a questo punto si è focalizzata l’attenzione dei motoristi. Utilizzare un motore V10, infatti, alimentato da carburanti 100% sostenibili renderebbe il mondo della Formula 1 molto più economico, oltre ad avare un progetto più facile da realizzare rispetto a quelle che saranno le power unit che debutteranno il prossimo anno con il nuovo regolamento tecnico, 50% ibride e 50% endotermiche tramite l’uso di e-fuel.
Prima che la Formula 1 approdasse in Cina per il secondo appuntamento stagionale, la testata tedesca Auto, Motor und Sport ha riportato che ci sono concrete possibilità di poter risentire presto il rombo dei motori V10 risuonare negli autodromi in giro per il mondo. Il management della Formula 1 starebbe guardando con timore alla nuova era tecnica che debutterà nel 2026. La principale paura riguarda la creazione di una situazione disequilibrata in pista, idea portata avanti anche da Adrian Newey che ha parlato di una “Formula Motore”. Sicuramente cambiare elementi base come la struttura delle vetture, le loro power unit, i carburanti che saranno completamente sostenibili e le gomme in una sola volta potrebbe mettere in seria difficoltà team che hanno a disposizioni meno risorse, sia economiche che di personale, per diversificare il lavoro in sede, in quanto, almeno per questa prima parte di stagione, dovranno lavorare sia sul 2025 che sul 2026 in contemporanea.
Questo potrebbe portare alcuni costruttori a decidere di abbandonare la Formula 1, e questo è in completa controtendenza rispetto a quello che era il motivo alla base del cambio regolamentare del prossimo anno, ovvero incentivare nuovi costruttori ad entrare in griglia, cosa che ha effettivamente funzionato dato l’ingresso di Audi e di Cadillac in futuro. I dubbi si concentrano principalmente sulle modalità e tempi con cui la Federazione potrebbe varare questo “ritorno al passato” in quanto molte squadre, e i rispettivi fornitori, hanno già iniziato a lavorare sui progetti del 2026 investendo ingenti somme di denaro. “Credo che la domanda principale sia: quando avverrà? E quale sarebbe il piano d’azione tra dove siamo oggi e il futuro? Perché sarebbe una svolta epocale, ovviamente, allontanarsi da ciò per cui si sta lavorando attualmente in vista del 2026”, ha commentato Christian Horner nella conferenza stampa di Shanghai. “Per il tifoso che è in me, l'idea di un urlante motore V10 sarebbe molto eccitante per questo sport, a prescindere dal momento in cui verrà scelto per il futuro”. A partire dal prossimo anno, Red Bull avrà Ford come fornitore, occupandosene in prima persona, e non più Honda.
“Penso che un V10, come ha detto Christian, sarebbe sicuramente fantastico con i carburanti sostenibili. Non vedo come ci si possa svincolare da quanto è già in atto, con tutti i cambiamenti di forniture di power unit che stanno accadendo. C’è Audi che sta arrivando, Alpine sta passando al motore Mercedes, quindi dal punto di vista logistico, non sono sicuro di come sia possibile rimettere il genio nella bottiglia” ha aggiunto invece Zak Brown, CEO della McLaren che si affiderà anche per la prossima era tecnica alle power unit realizzate da Mercedes. Come ha anticipato Brown, l’arrivo di Audi potrebbe essere il reale ago della bilancia della situazione. “I cambiamenti regolamentari in arrivo, compresi i regolamenti sulla nuova power unit ibrida prevista per la stagione 2026 e le successive, sono stati un fattore chiave nella decisione di entrare in Formula 1. Questi regolamenti riflettono gli stessi progressi tecnologici che guidano l'innovazione delle vetture stradali Audi” ha sottolineato la Casa tedesca, si legge su The Race. Dunque, un eventuale passo indietro potrebbe comportare un ritiro dalla griglia del prossimo anno.
Tuttavia, la FIA, tramite le parole di Nicholas Tombazis, responsabile del dipartimento monoposto della Federazione, ha confermato che le trattative sono in corso, anche se ancora allo stadio preliminare. “Penso che il modo migliore per procedere sia farsi alcune domande. In primis se vogliamo passare dopo 3 o 4 anni a un diverso tipo di motore. Se la risposta è sì, bisogna chiedersi cosa fare nel periodo intermedio, ma questa è una domanda secondaria rispetto a quella principale” ha dichiarato a Motosport.com. “Che gli attuali motori siano decisamente troppo costosi, è un dato di fatto. Ed è per questo che il presidente Ben Sulayem ha fatto quel tipo di commenti – ha proseguito - Non c’è nessuna proposta sul tavolo, ma una discussione. Il presidente ha risposto alla prima domanda, la seconda viene affrontata dai singoli in base alle rispettive posizioni. Tutto ciò che vogliamo fare è trovare un equilibrio tra tutti i fattori [riferendosi alla contrarietà di Audi ed Honda]. Qualsiasi modifica deve avere un ampio consenso, non cambiamo le cose unilateralmente e non imponiamo una posizione”.