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Monza - Nella giornata di sabato c’è stato l’ennesimo incontro di rito tra il Presidente della Regione Lombardia Maroni e Bernie Ecclestone, numero uno della F1. Subito dopo l’Autodromo ha diffuso un comunicato per cercare di rassicurare gli animi dei tifosi: “La trattativa va avanti, incontro significativo”. Maroni andava addirittura oltre dicendo: «Al 99,9 % Monza è salva!»
Ecclestone: parole durissime
Le dichiarazioni rilasciate da Ecclestone soltanto poche ore dopo ai microfoni di Rai Sport F1 però tracciano uno scenario molto meno scintillante. Bernie infatti ha sentenziato:«Noi siamo stati ottimisti, abbiamo cercato di trovare una soluzione. Però non possiamo trovare un accordo diverso rispetto a quello degli altri Paesi. Anche in Germania sono andati in scena Gran Premi per diversi anni eppure oggi non siamo riusciti a trovare un accordo»
E a chi gli chiedeva quale potrebbe essere la soluzione, lui risponde: «Lo soluzione credo che debba essere la stessa di quando io voglio comprare qualcosa. Se non posso permettermela non la posso avere».
Mister E. non ha risparmiato poi la consueta frecciata a Maroni. Il Presidente della Regione è da giorni che ripete “Monza non si tocca” ed Ecclestone risponde cristallino come sempre: «Nessuno vuole toccare Monza, io credo di venire su questo tracciato da molto tempo prima di lui [Maroni, ndr]».
Il rinnovo quindi è improbabile? «Al momento direi di sì - ha spiegato Bernie ad Autosport - sulla base del fatto che non vogliono pagare. Il prezzo che chiediamo è lo stesso che pagano gli altri organizzatori europei, non dovrebbe essere un dramma ma non sono in grado di chiudere, probabilmente per molte ragioni».
Può esistere una F1 senza Monza?
Insomma il cammino per il rinnovo del contratto è sempre più in salita, sopratutto perché Ecclestone sembra davvero irremovibile. Ha una cifra in testa - si parla di circa 25 milioni di euro - e non è disposto a fare sconti in nessuna maniera (Gli organizzatori vorrebbero chiudere a 10 milioni in meno circa).
E’ anche vero però che risulta difficile immaginare, soprattutto per noi Italiani, un futuro in F1 senza la classica monzese. Oltre ad evidenti ragioni affettive però c’è un aspetto da considerare che può essere una leva più forte di tutte, soprattutto per una Formula 1 sempre più in crisi di identità come quella attuale.
Per dirla con le parole del Team Principal Ferrari Maurizio Arrivabene: «Monza insieme a Spa, Silverstone e Monaco rappresenta l'essenza della Formula1. Se perdi le radici perdi te stesso».
Monza, atmosfera magica
Ed è questo il vero tema che ruota attorno alla vicenda dell’Autodromo Nazionale. Ecclestone ha uno spettacolo da mandare avanti, divenuto molto costoso. I contratti con gli autodromi - oltre ai diritti TV - garantiscono la sopravvivenza del Circus stesso e delle squadre, quindi Bernie fa un semplice discorso di mercato, tra domanda e offerta. Per questo dice che non ammette sconti.
Ma se Francia e Germania hanno già perso il GP di casa, viene da chiedersi quale sia il senso di una F1 senza nemmeno più Monza, con il suo bagaglio ineguagliabile di storia e passione. Con un calendario organizzato soltanto sui nuovi circuiti disegnati dalla discutibile mano di Tilke, in Paesi ai confini del mondo e privi di un reale patrimonio culturale legato al motorsport il Circus rischierebbe di perdere un’altra fetta importante del suo fascino già in parte compromesso dalle rivoluzioni tecniche degli ultimi anni.
In questi giorni a Monza noi, insieme a tutti i tifosi, abbiamo respirato un’atmosfera veramente unica, resa ancora più magica dalle qualifiche brillanti delle Ferrari che hanno mandato in delirio le tribune tinte di Rosso. E ci auguriamo, con tutte le nostre forze, di continuare a respirarla a pieni polmoni per molto, molto tempo.