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Monza – La F.1 non è il calcio ma il pubblico italiano sta prendendo questo sport con lo stesso approccio con cui va allo stadio a far cagnara e a insultare gli avversari. Finora a Monza c’è stato solo il fischiare gli avversari che lottano contro la Ferrari. La scena sul podio di Monza, con Vettel vincitore contestato con cori e urla da stadio, appunto, e campionissimi come Jean Alesi e John Surtees a scusarsi con Vettel per le intemperanze, non sono state un bello spettacolo.
Cultura sportiva latitante
E’ questione di cultura sportiva che da noi latita, basta vedere cosa capita da altre parti. Gli sport dei motori erano immuni e la speranza è che lo restino ancora. Per il resto la lotta sportiva si era risolta alla prima curva: Vettel in testa e le Ferrari a inseguire. Con Alonso secondo, davanti a Webber di un soffio, e Massa quarto, la corsa non ha avuto storia. Anzi, è stata pure noiosa.
Alla fine si è capito che Vettel è un campione, è aiutato da una gran macchina, e che alla Ferrari manca quel qualcosa per permettere ai propri piloti di lottare ad armi pari. Intanto, però, col terzo successo monzese Vettel porta a 53 i punti di vantaggio nei confronti della Ferrari di Alonso, che a sette gare dalla fine resta l’unico vero rivale in classifica, ma senza modifiche alla macchina, speranze di ribaltare il risultato non ce ne sono.
Vettel va forte, sbaglia poco, è un combattente duro: «E l’unica volta che si è ritirato – ha detto Massa – era a Silverstone ed era anche al comando della gara, quindi c’è poco da fare». Poco da fare in pista, forse, perché vedere come allungava dopo le chicane Vettel,
prendendo quei 20-30 metri su Alonso, fa capire come ci sia da lavorare in officina per recuperare il divario.
“Alla fine si è capito che Vettel è un campione, è aiutato da una gran macchina, e che alla Ferrari manca quel qualcosa per permettere ai propri piloti di lottare ad armi pari”
Modifiche per Monza
La Red Bull aveva a Monza un nuovo scivolo diffusore, aveva quindi più carico aerodinamico e grazie a questo accelerava prima. Ecco spiegati i 3 decimi al giro alla Ferrari. Anche se c’è da dire che la scelta strategica di Alonso a Monza forse è stata sbagliata. Quando Vettel si è fermato al 23° giro, Alonso aveva 5,8 secondi di distacco.
«Vado avanti finche segno verde – dice Alonso al box via radio – ovvero fin tanto che miglioro i tempi proseguo con queste gomme». E’ andato avanti tre giri di troppo, perché quando le ha cambiate ed è tornato in pista il distacco da Vettel era salito a 10,2 secondi. E da lì si è capito che la corsa era andata.
Anzi, ringraziare che Webber, dopo essere stato superato al terzo giro con una manovra da applausi a scena aperta, non ha insistito nel tentare un sorpasso possibile, visto il ritmo delle Red Bull «Sono stato felice della mia macchina – ha detto Vettel- ogni giro riuscivo a tenere bene il ritmo e guadagnavo su Alonso. I fischi sul podio? Non sono un problema, siamo nella patria della Ferrari e capisco i tifosi che amano la loro squadra, guardate quante bandiere rosse ci sono, non ci vedo nulla di strano, su questo podio sono stato anche
acclamato quando ho vinto, è il bello di Monza». E gli altri? Poco da dire.
“Partenza arrembante di Massa, che ha pure chiuso Alonso nei primi metri, strategia con pit stop anticipato e perdita di posizione su Webber, poi lunga colonna in scia senza possibilità di tentare alcun sorpasso”
Hulkenberg in rosso?
Partenza arrembante di Massa, che ha pure chiuso Alonso nei primi metri, strategia con pit stop anticipato e perdita di posizione su Webber, poi lunga colonna in scia senza possibilità di tentare alcun sorpasso. Ma con Massa anonimo, un Raikkonen in undicesima posizione a menare gomitate con Hamilton, in pochi si sono accorti che Hulkenberg, che partiva terzo, non solo non ha dato fastidio alle Ferrari ma quando stava per recuperare su Massa ha pure mantenuto un certo distacco.
Come dire ai box della Rossa: «Hei, ci sono anche io per un posto a Maranello». Costa poco, è veloce e non dà fastidio. Ma questa
è un’altra storia. «Mondiale finito? No, sarà dura ma alla Ferrari ci crediamo al 100 per 100 e lotteremo fino all’ultimo». Le ultime parole di speranza di Fernando Alonso, ma a guardarlo negli occhi pareva quasi il primo a non crederci del tutto…