F1, Minardi: "L'Italia si merita due GP. Imola non a scapito di Monza"

F1, Minardi: "L'Italia si merita due GP. Imola non a scapito di Monza"
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Gian Carlo Minardi, presidente di Formula Imola, parla della possibilità della permanenza nel calendario della F1 dell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari
22 aprile 2021

Dici Imola e ti vengono in mente tanti ricordi, pagine di storia scritte nella memoria collettiva. Sfide all'ultimo metro, duelli epici, lutti e tragedie che hanno lasciato nel cuore degli appassionati una traccia indelebile. Dici Imola e capisci che da queste parti le corse, lo sport, l'automobilismo, sono una questione di cuore e passione. "A Monza due più due deve fare quattro, altrimenti non si muove nessuno. A Imola due più due fa anche cinque, perché ci si mette il cuore" dice una vecchia guardia a custodia degli ingressi blindati di questo GP del Made in Italy e dell'Emilia Romagna. E' una gara a porte chiuse, la seconda consecutiva dopo quella di novembre che ha segnato il ritorno della F.1 sul circuito del Santerno. E anche questa volta la pandemia ha tenuto lontano il pubblico, ma non le imprese che da questo evento internazionale, hanno voluto mostrare un biglietto da visita importante.

A Imola sperano sia l'ultima volta e che in futuro ci siano le possibilità di avere ancora un GP e col pubblico, come ai vecchi tempi. Gian Carlo Minardi, presidente di Formula Imola, la società che gestisce l'autodromo Enzo e Dino Ferrari, ha le idee chiare: "L'automobilismo della motor valley, come è chiamata la zona della nostra regione che comprende le aziende che operano nel settore, conta oltre 16 mila realtà. Sono 66 mila dipendenti che lavorano in maniera diretta o indiretta in questo sport. Parliamo di eccellenze mondiali con Case come Ferrari, Lamborghini, Pagani, Bugatti, Dallara, Maserati, Ducati, tanto per citare nomi conosciuti in tutto il mondo. Autodromi come Varano, Imola e Misano, i musei nazionali come quello Ferrari e casa Ferrari fra Maranello e Modena, quello Lamborghini e altri ancora. Parliamo di centinaia di migliaia di visitatori nei periodi precedenti il Covid19. Mettere insieme queste realtà e capire che per l'Italia sono un volano eccezionale, è stato il segreto di questo secondo Gran Premio a Imola".

Le corse come biglietto da visita del made in Italy, ma se il presente è questo, le incognite riguardano il futuro. Perché dietro al Gran Premio ci sono posti di lavoro, aziende che producono e che rendono la regione appetibile dal punto di vista industriale, sportivo e storico: "In Italia non ci manca niente - continua Minardi - dalle bellezze artistiche, alla storia, alla tradizione. L'arte culinaria, la ricerca scientifica e nel nostro settore motoristico, eccellenze invidiate in tutto il mondo. Se guardate all'estero, al massimo hanno una o due Case auto di prestigio e solo in poche nazioni. Da noi non basta una mano per elencarle tutte. E' un atto di fiducia su quello che potremmo fare e siamo in grado di fare. Aver avuto il GP l'anno scorso è stato il frutto del gran lavoro di chi c'era prima di me e dopo 15 anni ha riportato la F.1 su questa pista. Adesso dobbiamo pensare al futuro, ma le incognite sono tante".

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Una, ad esempio, è che dal punto di vista sportivo e regolamentare, chi gestisce la F.1 vorrebbe limitare a un solo GP per nazione: "Io dico che l'Italia merita di averne due di gare. E con Monza possiamo offrire quanto di meglio ci sia a livello internazionale. Dobbiamo però programmare e per farlo occorre che, come adesso, il sistema faccia squadra come fatto da Regione, Comune, ConAmi, le istituzioni tutte. Ci saranno spot sul made in Italy legati a questa gara che verranno trasmessi in 78 nazioni nel mondo, avremo una platea di 500 milioni di spettatori minimo. Non è solo una gara, è il biglietto da visita di una nazione, di una regione, della capacità italiana di fare bene e divulgarlo. Io mi auguro che il futuro possa essere quello di una presenza fissa in F.1, ma dobbiamo lavorare tutti insieme".

Io dico che l'Italia merita di averne due di gare. E con Monza possiamo offrire quanto di meglio ci sia a livello internazionale

Il problema, in caso di conferma di un solo evento per nazione, potrebbe riguardare la permanenza della gara a Monza: "Noi non vogliamo metterci in contrasto con Monza e agiamo in collaborazione con le autorità sportive. Avere un GP a Imola non deve essere a scapito di Monza. Purtroppo c'è questa norma sportiva che hanno inserito e la situazione diventa difficile, però credo che una scappatoia si possa trovare". Infatti in passato si parlava del GP di San Marino, uno stato estero e si potrebbe ipotizzare anche altro come denominazione. Di sicuro la base c'è e la squadra anche. Oltre all'appoggio della Regione, il comune ha un assessore per l'autodromo, segno che politicamente il supporto di base c'è, al pari della filiera di industrie locali che sono di altissimo livello.

C'è poi un altro aspetto che Pietro Benvenuti, direttore dell'autodromo di Imola, sottolinea: "Il concetto è che un autodromo è una azienda che produce lavoro, offre lavoro e possibilità di incontri, ricerche scientifiche e sviluppi tecnici. Se calcoliamo che per questa gara, seppure a porte chiuse, c'è stato un giro di affari di circa 2 milioni di euro, che  sono ricaduti sul territorio, possiamo immaginare cosa possa rappresentare un evento a porte aperte in misura stabile". Ovvero, se si investe sul territorio, i soldi ricadono sul territorio. Perché i servizi di sicurezza, i ristoranti, gli hotel, le aziende che hanno fornito i materiali (pannelli, transenne, cartellonistica tanto per fare un esempio) hanno lavorato seppure in tempo di pandemia. Insomma, Imola c'è ed è pronta a replicare. La squadra, dai politici a Minardi e Benvenuti è di quelle giuste per ambire al meglio.

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