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“So automaticamente che perderò due decimi in qualifica, ed è una situazione frustrante, per cui non ho una spiegazione al momento. Non guido in maniera diversa. I giri erano buoni, semplicemente mancava qualcosa”: le parole pronunciate da Lewis Hamilton a Monaco tornano in mente dopo le qualifiche del Gran Premio del Canada 2024 di Formula 1, in cui il sette volte campione del mondo si è dovuto accontentare del settimo posto, a 280 millesimi da George Russell, poleman a sorpresa.
“Non mi aspetto di stare davanti a George in qualifica quest’anno, ma devo continuare a spingere”, aveva aggiunto Hamilton due settimane fa. Sempre a Monaco, in un incontro con i media cui aveva partecipato anche Automoto.it, Toto Wolff aveva risposto quanto segue a chi gli chiedeva di possibili “paranoie” da parte di Lewis: “Sapete come sono a volte i grandi piloti. Come scuderia abbiamo sempre dimostrato di voler trovare un equilibrio, all’insegna della trasparenza e dell’equità, anche nei momenti di competizione più aspra tra compagni di squadra. Ma capisco che, da pilota, voglia il meglio da sé stesso e dal team”.
Dopo una prestazione maiuscola nelle FP3, Hamilton in Canada ha di nuovo subito una flessione in qualifica, senza che ci fossero stati accorgimenti all’assetto: “Non sono semplicemente stato veloce in qualifica, ho perso un sacco di tempo, probabilmente mezzo secondo dalle libere alla qualifica. Mancava il grip. Non ho apportato modifiche alla macchina, ma improvvisamente non c’era aderenza”, ha raccontato alle televisioni ieri. E così Hamilton non ha approfittato della buona forma della Mercedes su un tracciato che maschera la poca versatilità della W15 nell’affrontare tipologie di curva diverse.
I piccoli aggiornamenti apportati alla monoposto dalla Mercedes, a cominciare dall’ala anteriore, sembrano aver portato dei frutti, anche se è presto per cantare vittoria. E nel contesto di una qualifica pazza, Russell ha avuto la meglio sulla concorrenza con il tempo colto a inizio Q3 con un treno di soft usate. Senza la scia di Alexander Albon, che è valsa a Russell almeno un decimo, il divario tra George e Hamilton sarebbe stato inferiore, ma comunque non irrilevante.
Andando a osservare il comportamento dei due piloti di casa Mercedes nella Q3, si nota come Hamilton sia stato più efficace in ingresso di curva, mentre Russell era in grado di guadagnare in uscita. Questione di stile di guida e di maggior feeling con la monoposto. Russell e la W15 sembrano “capirsi” meglio, e George è così in grado di toccare i tasti giusti per tirare fuori il meglio dalla sua compagna di avventura. E ad Hamilton non resta che una sensazione di sconforto: “Non vedo l’ora di andare a casa”, ha raccontato dopo le qualifiche di Montréal.
Visti i 39 anni di Hamilton, si potrebbe ipotizzare che Lewis abbia anche perso un po’ di smalto sul giro secco, mancanza che eventualmente potrebbe compensare con l’esperienza in gara. Ma in qualifica è necessaria una chimica con la propria vettura che Hamilton non riesce a trovare, a differenza di Russell. Può essere solo un caso, ovviamente. Ma se la Mercedes nello sviluppo della sua vettura si orientasse verso il pilota che rappresenta il suo futuro anziché l’eroe del passato, non ci sarebbe nulla di strano.