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Lando Norris pensa troppo. Lo si capisce dalle risposte arzigogolate alle domande della stampa, dalla feroce autocritica a cui si sottopone quando commette degli errori con quella McLaren MCL39 che è la macchina da battere nella stagione 2025 di Formula 1. E di sbavature notevoli in questo inizio di stagione ce ne sono state diverse, con lo schianto in qualifica a Jeddah a rappresentare il culmine delle sue difficoltà. Alla fine dello scorso anno, sembrava che Lando avesse trovato la serenità. Ma la MCL39 si è rivelata tanto veloce quanto difficile da interpretare per lui.
La monoposto della McLaren per la stagione 2025 di Formula 1 non premia lo stile di guida impiegato naturalmente da Norris. Lando preferisce descrivere una forma a “U” quando curva, con un ingresso progressivo e una velocità media più elevata. Un’inclinazione, questa, che diventa una debolezza soprattutto sui circuiti front-limited con la MCL39. Piastri, dal canto suo, descrive invece una forma a “V” quando curva, con un approccio più aggressivo in fase di frenata che risulta premiante con la sua compagna di avventura per il 2025. Per riuscire a essere più efficace con la capricciosa MCL39, Norris non può che adattare il suo stile di guida. E non è un compito che gli riesce semplice. “È un processo che sto ancora affrontando, è questo il problema. Non ho una risposta definitiva, lato mio”, ha risposto a una nostra domanda in merito.
“L’ideale sarebbe cominciare una stagione avendo la piena consapevolezza di come affrontare una qualifica e una gara. Ma non sono ancora arrivato a quel punto. Non mi sento a mio agio. Lo ero sicuramente di più alla fine dello scorso anno. Mi sembrava di avere le idee chiare su dove limare i tempi, come portare a termine una gara perfetta. Quest’anno, per diversi motivi, sono cambiate tante cose. Le gomme, la macchina. Non sono nella stessa zona di comfort del 2024. Questo non vuol dire che sono lontano anni luce, mi sembra che finora il mio anno stia andando bene. Stiamo cercando di prendere direzioni diverse rispetto a quello che abbiamo fatto in passato per riportarmi allo stesso livello di comfort. Ma non è semplice, non è possibile rivoltare la macchina per far funzionare le cose. Bisogna andare per gradi”.
Che Norris fatichi di più di Piastri ad adattarsi alla MCL39 non è un suo pensiero intrusivo, ma un dato di fatto. Ma a pesare è anche il modo in cui Lando reagisce a questa difficoltà, soprattutto se confrontato con l’atteggiamento del compagno di squadra. Quando gli abbiamo posto la stessa domanda a cui ha risposto Norris, Piastri ha abbozzato: “Mi sono dovuto adattare un po’, sì. Ma succede ogni anno, con aspetti diversi della monoposto. Per quanto mi riguarda, la monoposto non è completamente diversa dallo scorso anno, e persino dal precedente. È solo più veloce, il che è una buona cosa”.
“Ma le cose cambiano da un giorno all’altro. Basti pensare a cosa è successo a Suzuka. Il venerdì avevamo vento contrario a 20 km/h nel primo settore e il sabato vento a favore a 20 km/h, con tutte le conseguenze del caso sul comportamento della macchina. Adattarsi è fondamentale in F1. Ci sono degli aspetti intrinsechi della monoposto che vogliamo migliorare, in modo tale da rendere le cose più facili per noi. Ma c’è sempre almeno una cosa della monoposto a cui bisogna adattarsi. Dopotutto, credo che le leggi della fisica ci impediscano di avere l’auto perfetta”.
“Ci sono dei momenti in cui non è semplice da gestire – ammette Piastri parlando della sua MCL39 -. La filosofia alla base della monoposto è la stessa dello scorso anno, ma non è semplice sfruttarla al meglio in ogni sessione. Se avessi la possibilità di scegliere tra le dieci auto sullo schieramento oggi, opterei di buon grado per la nostra”. Piastri ha ragione, in fondo la MCL39 la vorrebbero tutti, anche con i capricci del caso. Ma nel caso di Norris c’è un cortocircuito che Andrea Stella, sempre intuitivo ma allo stesso tempo estremamente analitico, individua alla perfezione.
“Queste monoposto sono così veloci da richiedere uno stile di guida molto naturale – ha spiegato ai giornalisti presenti a Jeddah -. Lo sentiamo dire da un sette volte campione del mondo come Hamilton. Sono troppo rapide per pensare. O riesci a ottenere dalla macchina quello che ti aspetti, o sarai lento. Lando non accetta di esserlo, ed è nostra responsabilità fornirgli una monoposto che sia allo stesso livello del suo talento”. Per riuscire ad avere un rapporto profondo e istintivo con la macchina serve un ingrediente fondamentale, come sottolinea Stella.
“La sicurezza in sé è uno degli elementi principali per poter guidare in modo naturale, quasi inconscio. Devi essere un passo avanti rispetto alla vettura, perché se attendi la sua risposta è troppo tardi, per via della velocità di queste monoposto. La TV non rende quanto siano rapide e complesse da gestire per i piloti”. Ed è proprio qui che scatta il cortocircuito nella mente di Lando. I pensieri che gli intasano la mente gli impediscono di sentire la macchina con il suo istinto, di anticiparne le mosse per danzare in sincronia con lei. Non deve pensare troppo, Norris, mentre è alla guida della sua MCL39. Ma è più facile a dirsi che a farsi.