F1. McLaren subito in palla, Ferrari in cerca di risposte, Red Bull capricciosa: ecco cosa abbiamo abbiamo imparato dal venerdì del GP del Bahrain

F1. McLaren subito in palla, Ferrari in cerca di risposte, Red Bull capricciosa: ecco cosa abbiamo abbiamo imparato dal venerdì del GP del Bahrain
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In una Sakhir infuocata nel venerdì del Gran Premio del Bahrain 2025 di Formula 1, la McLaren si conferma la vettura da battere. Gli aggiornamenti della Ferrari, invece...
11 aprile 2025

Nell’atmosfera infuocata di Sakhir, le prestazioni della McLaren sono tutt’altro che un miraggio. Nella seconda sessione di prove libere del Gran Premio del Bahrain 2025 di Formula 1, Oscar Piastri e Lando Norris hanno staccato la concorrenza in modo perentorio, aprendo la forbice prestazionale nei confronti dei rivali ben oltre i tre decimi rifiati in media a Suzuka. Ma più che la performance in sé, a dimostrare la forza della McLaren pensa la sua capacità di portare subito in pista una vettura efficace, anche se non necessariamente di semplice interpretazione.

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Che le monoposto più efficaci frutto di questo regolamento tecnico possano essere capricciose non è una novità. A subirne le conseguenze, nel caso della McLaren, è soprattutto Lando Norris. È lui e non Oscar Piastri a soffrire di più del comportamento della MCL39, soprattutto in fase di rotazione della vettura. Preferisce pennellare le curve a U e non a V come Piastri, e la monoposto della scuderia di Woking lo costringe ad accorgimenti al suo stile di guida che per sua ammissione non sono ancora conclusi. Se è vero, come ha risposto Piastri a una nostra domanda in merito, che la macchina perfetta al 100% è impossibile da mettere in pista per ragioni strettamente legate alla fisica, è indubbio che Norris, in questo momento, abbia una fragilità di cui Piastri potrebbe approfittare se riuscisse a fare meglio di lui in qualifica.

Al netto della lotta interna tra Piastri e Norris, è chiaro che la McLaren abbia i numeri per fare la differenza in qualifica domani e poter sfruttare al meglio le capacità della MCL39 di coccolare le gomme, mantenendone l’efficacia sino alla fine dello stint. È un asso nella manica di non poco conto, su una pista su cui il piattume strategico di Suzuka non si vedrà. Le alte temperature e la natura del tracciato vivacizzeranno il Gran Premio, aprendo a diverse possibilità. Nonostante i long run nelle FP2 siano stati effettuati con le soft, iniziare la corsa con la mescola più morbida rappresenta un azzardo che in pochi potrebbero tentare.

Concentrarsi sulla soft potrebbe essere un modo per sperimentare tutta la violenza del degrado potenziale degli pneumatici, oltre che trovare la confidenza giusta nel mezzo con una pista in fortissima evoluzione nel corso del weekend. Chi deve trovare la fiducia è sicuramente la Ferrari, approdata in Bahrain con un corposo pacchetto di aggiornamenti. Gli interventi apportati dalla Rossa sulla SF-25 per quanto riguarda il fondo, con modifiche al bordo esterno, ai convogliatori di flusso e anche ai volumi di espansione della rampa del diffusore, sono stati deliberati prima dell’inizio della stagione, ma potrebbero avere comunque un influsso benefico sulle sorti della Rossa.

Per stessa ammissione del vice team principal Jerome D’Ambrosio, non si tratta di una rivoluzione, ma di accorgimenti che puntano ad aumentare la deportanza senza andare a intaccare la guidabilità della vettura, a tutto vantaggio della performance in un contesto in cui conta ogni decimo da limare. Dopo una prova comparativa effettuata nelle FP1 sulla vettura di Leclerc affidata per l’occasione a Dino Beganovic, nelle FP2 entrambe le SF-25 hanno sfruttato la nuova configurazione, che Lewis Hamilton aveva provato per tutta la prima sessione di libere.

Rispetto alla concorrenza, la Ferrari perde nel secondo settore, il più guidato. Potrebbe essere il segnale della necessità di trovare la quadra in termini di bilanciamento, come è inevitabile che sia quando vengono apportati aggiornamenti della portata di quelli deliberati dalla Ferrari per il GP del Bahrain. Nelle FP3, la Rossa avrà a disposizione un set in meno di soft rispetto alla concorrenza, ma è pur vero che l’unica sessione davvero rappresentativa a Sakhir è la seconda, disputata nelle stesse condizioni di qualifica e gara. 

La Ferrari non è l’unica scuderia a dover lavorare tra venerdì e sabato per trovare la quadra in termini di bilanciamento, visti i team radio di Max Verstappen. Se lo scorso venerdì a Suzuka il quattro volte campione del mondo si lamentava di quanto flettesse la sua RB21, questa volta Max ha parlato di una monoposto che "saltava". La RB21 si conferma una vettura estremamente capricciosa, dal picco di performance difficilmente accessibile, come lo dimostra l’ennesimo confronto apparentemente alla pari con la VCARB-02 che Isack Hadjar ha piazzato davanti a Verstappen.

È vero che la Red Bull a Suzuka ha trovato il modo di indirizzare il weekend nel verso giusto tra venerdì e sabato, ma la pole e la successiva vittoria di Verstappen sono stati una tempesta perfetta generata in circostanze decisamente diverse da quelle di Sakhir, dove il degrado delle gomme è tutt’altro che nullo. Verstappen ci ha abituato a prove maiuscole, ma il compito in Bahrain è gravoso. Yuki Tsunoda, dal canto suo, sta cercando di trovare una propria strada per poter sfruttare al meglio la RB21, evitando tentativi di replicare il peculiare stile di guida di Verstappen. Ma in Bahrain Tsunoda è molto più attardato rispetto a quanto non lo fosse nel venerdì di casa a Suzuka. 

Sembra docile nelle mani dei suoi piloti la Mercedes W16, che dovrà dimostrare di essere molto diversa dalla vettura che l’ha preceduta nella performance in Bahrain. A pesare lo scorso anno furono le difficoltà in gara. E le temperature roventi di Sakhir rappresentano un banco di prova sfidante per un team che lo scorso anno era un diamante nel freddo. È solo uno dei tanti interrogativi di un fine settimana che si preannuncia torrido, soprattutto per una Ferrari per cui un buon risultato sarebbe salvifico come un’oasi nel deserto. 

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