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Si tiene il fiato sospeso nel giovedì del Gran Premio di Abu Dhabi 2024 di Formula 1. Dopotutto, oggi è ancora tutto possibile. I quattro team che sono riusciti a strappare almeno un successo durante questa stagione memorabile sono talmente vicini da darsi il cambio a seconda delle circostanze, innescando una danza di posizioni alimentata anche dal più piccolo dettaglio. Parlare di favoriti della vigilia non ha più senso, in una F1 che vede protagoniste monoposto capricciose, sensibili al mutare delle condizioni.
Saranno le prove libere di domani a dare una prima indicazione dei valori in campo su un tracciato le cui diverse sfaccettature, come ha sottolineato Carlos Sainz, sorridono a team diversi. “I rettilinei e le curve a bassa velocità potrebbero aiutare la Ferrari. Ci sono dei cambi di direzione combinati che potrebbero fare al caso della McLaren e della Red Bull. E si corre di notte, il che potrebbe aiutare la Mercedes”. Un quadro lucido, quello del pilota che domenica vestirà per l’ultima volta i colori della Ferrari.
Sì, perché Abu Dhabi sarà anche la gara delle ultime volte. L’avvicendamento tra Carlos Sainz e Lewis Hamilton pone fine a un rapporto ultradecennale tra quest’ultimo e la Mercedes. Un lasso di tempo nel quale Lewis e le Frecce d’Argento hanno vinto moltissimo, ma in cui si sono anche instaurati dei rapporti interpersonali complessi, scanditi dalle gioie e dai dolori della vita stessa. Un percorso comune che non può che tingere di malinconia un addio come quello di Hamilton, intriso di emozioni che lui stesso definisce profonde.
Quando si è pronti a chiudere un capitolo, non si può che ritornare con la mente ai ricordi indelebili, destinati a non sbiadire con il passare del tempo. Per Sainz a lasciare un segno ancora più profondo rispetto alle sue quattro vittorie, ciascuna significativa per motivi diversi, è stato il suo primo giorno a Fiorano, quando uscì per la prima volta dai box al volante di una Rossa. Ancora più emozionante del successo in Australia, colto dopo un inverno difficile e l’appendicectomia subita in Arabia Saudita.
Oltre agli addii imminenti di Sainz e Hamilton ai rispettivi team, ma anche di Kevin Magnussen, Valtteri Bottas, Guanyu Zhou e molto probabilmente anche Sergio Perez alla F1, nel paddock oggi è serpeggiato il livore tra George Russell e Max Verstappen. Quanto accaduto in Qatar ha evidentemente lasciato delle ferite profonde nel rapporto tra i due, che non si sono minimamente risparmiati nel giudicare l’altro. Da un lato abbiamo Russell che accusa Max di non saper reggere il confronto con un’auto inferiore alla concorrenza, scadendo nella furia. Dall’altro c’è Verstappen che punta il dito contro George, sottolineandone la doppia faccia. E a rincarare la dose ha pensato anche Toto Wolff, arrivato in borghese all'incontro con i media di Russell per definire Christian Horner un "cagnolino che abbaia sempre".
Sono tensioni rimaste sopite per lungo tempo, emerse in superficie sul finire di un mondiale in cui la Mercedes e la Red Bull stanno giocando un ruolo da comprimarie, ma tutt’altro che secondario. Visti i 21 punti di svantaggio in classifica sulla McLaren, alla Ferrari non basterà totalizzare una doppietta nella gara di domenica per poter mettere le mani su quell’iride che manca dal 2008, quando i piloti della Rossa erano Kimi Raikkonen e Felipe Massa. Un eventuale ruolo di disturbo da parte di chi è già escluso dalla lotta potrebbe svoltare il mondiale.
Se massimizzare il risultato – l’imperativo di Fred Vasseur per l’intera stagione – non basta alla Rossa, l’esito della lotta mondiale non è comunque scontato. Non c'è nulla di certo, dopotutto, nella notte prima della tempesta ad Abu Dhabi. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato in questa stagione pazza, con un intreccio che non avrebbe potuto uscire nemmeno dalla penna dello scrittore più fantasioso, è che i pareri della vigilia sono fatti per essere sovvertiti. È per questo che tra le luci abbaglianti di Yas Marina questa sera si tiene il fiato sospeso.