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Dal sogno di una stagione competitiva all’incubo di un inizio campionato da dimenticare. Per la McLaren la MCL60, vettura celebrativa della squadra fondata dallo scomparso Bruce McLaren, era in pratica da buttare. Una monoposto lenta, impacciata, distante anni luce dalla Red Bull. Con serietà e metodo, Andrea Stella, team principal, ha raccolto attorno a sé tutti gli uomini della scuderia e a partire dal GP Austria, in estate, si è visto qualcosa di nuovo. Poi a Silverstone sembrava aver imboccato la strada giusta con un finale di stagione in crescendo, con la possibilità anche di lottare per la pole position. Alla fine un quarto posto nella classifica costruttori, con una Aston Martin, che era la seconda forza del mondiale a inizio anno, finita indietro.
E il futuro si prospetta interessante, magari non da competere con Red Bull, ma almeno stare nel gruppo di testa. A fine stagione Andrea Stella analizza cosa è accaduto: “Abbiamo iniziato in maniera disastrosa – ci dice – abbiamo sbagliato completamente il concetto della vettura e i numeri che avevamo visto in galleria del vento, non hanno trovato riscontro in pista. Ho riunito tutti i ragazzi del team e senza fare drammi o accusare nessuno, abbiamo analizzato tutti gli aspetti, cercato di capire dove avevamo sbagliato e provato a rimediare. A quanto pare i risultati ci hanno dato ragione e, guardando questa seconda parte di campionato, forse potremmo anche recriminare su qualcosa in più che ci è sfuggito, ma se ripenso a inizio stagione, direi che abbiamo lavorato bene e la seconda parte ha mostrato una squadra molto competitiva, con due piloti forti e veloci”.
Il futuro sarà ancora Mercedes fino al 2030, una decisione che ci ha lasciato sorpresi, anche perché si parlava apertamente di Toyota o un ritorno di Honda…”Sì, è vero. La cosa potrebbe sembrare sorprendente ma da Mercedes abbiamo avuto un piano di sviluppo e aggiornamenti garantiti molto forte e serio. Il fatto di non avere un motore ufficiale non è un motivo per non essere competitivi. Crediamo che fra il motore clienti Mercedes e il loro non c’è quella differenza che la gente crede. E’ una ottima base su cui lavorare e ci siamo voluti assicurare la costanza e la programmazione a lungo termine con un partner forte che, lo ripeto, ci ha dato delle enormi garanzie di sviluppo, a partire dal 2026 che sarà un po’ un anno di svolta per tutta la categoria. Non avere un motore ufficiale, con un regolamento che verrà, non sarà il problema, ne siamo certi e abbiamo investito su questa collaborazione a lungo termine”.
Qualcosa da recriminare sulla stagione? “Quando si lavora si può anche sbagliare, lo abbiamo fatto, ma l’importante è mettersi attorno a un tavolo a cercare le soluzioni e non i colpevoli e questo quello che poi conta alla fine. Senza fare drammi, senza creare inutili pressioni. Si sbaglia, si analizza, si corregge e si prosegue. Fa parte delle ciclo delle competizioni e va affrontato serenamente senza cacce ai colpevoli che fanno perdere tempo e non risolvono i problemi”.