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Max Verstappen è l’unica persona che possa far perdere a Max Verstappen il titolo mondiale piloti nella stagione 2024 di Formula 1. Con quattro gare – e due Sprint – al termine di un mondiale sempre più avvincente, la matematica è dalla sua, visti i 47 punti di vantaggio nei confronti del rivale Lando Norris. Ma il comportamento mostrato in pista da Verstappen dimostra come l’olandese sia tutt’altro che consolato da questo dato di fatto.
I due episodi - costati una penalità complessiva di 20 secondi - di cui è stato protagonista Verstappen nel Gran Premio del Messico 2024 di Formula 1, a ben vedere, sono dei veri e propri falli tattici. Così come i giocatori di calcio falciano l’avversario nel disperato tentativo di impedirgli di concludere in porta, Max si è prodotto in staccate profonde all’interno, con la perfetta consapevolezza di non poter portare a termine la curva. È questa intenzionalità a essergli costata una sanzione decisamente pesante.
Con una Red Bull RB20 che ormai è la terza forza dietro a Ferrari e McLaren, Verstappen ormai si cura solo di un avversario, il diretto rivale per il titolo. Tenersi dietro Norris diventa un imperativo, e se nel tentativo di farlo dovesse estrometterlo dalla gara tanto di guadagnato, visto il vantaggio di cui gode in classifica. Non è un atteggiamento nuovo per il tre volte campione del mondo: basta pensare a cosa accadde nel 2021.
Quando si trova in inferiorità tecnica o alle prese con un avversario ostico di cui non riesce ad aver ragione, Verstappen perde lucidità, diventando quasi animalesco nella sua condotta in gara. Max in queste circostanze corre come se l’avversario non esistesse, sfruttando all’estremo le zone grigie di un regolamento sportivo che per le lotte corpo a corpo è sorprendentemente confusionario e troppo prescrittivo allo stesso tempo.
Di per sé, è un atteggiamento che denota una certa intelligenza. Così come i tecnici delle scuderie sfruttano sapientemente le zone grigie del regolamento tecnico, Verstappen è in grado di far fruttare a suo vantaggio le lacune di quello sportivo. Ma come la FIA pone dei limiti alle soluzioni tecniche che vanno contro alla filosofia progettuale che permea il regolamento tecnico, era il caso che venisse fatto lo stesso anche per la condotta di gara di Max.
Che Verstappen fosse pronto a tutto per imporsi in pista lo si era capito ben prima della sua lotta mondiale con Lewis Hamilton, ma il 2021 rappresentò di fatto uno spartiacque. Alcuni episodi lasciati impuniti – viene subito in mente Interlagos – fecero sì che Verstappen si sentisse autorizzato a comportarsi come meglio credeva. Il Max relativamente tranquillo degli ultimi due anni aveva indotto molti a pensare che maturando avesse smussato gli angoli della sua condotta in pista, ma appena tornato in condizione di inferiorità è uscito il solito Verstappen.
La differenza sostanziale con il 2021 è che oggi la FIA ha deciso di imporre un giro di vita a certi comportamenti, ancor prima che la revisione delle normative sulle lotte in pista venisse rivista in tempo per il GP del Qatar. George Russell - presidente della GPDA, l’associazione dei piloti – ha spiegato che 19 piloti su 20 erano favorevoli ai cambiamenti. Non riesce difficile immaginarsi chi fosse contrario.
Messo con le spalle al muro, Max dovrà trovare un’altra soluzione per difendersi in pista da avversari con vetture più prestazionali della sua. Forte di un talento eccezionale, Verstappen ha sicuramente le capacità per rimodellare il suo stile di guida nel corpo a corpo. E deve necessariamente farlo se non vuole mettere a repentaglio un mondiale che sembra ancora saldamente nelle sue mani. Perché la foga, in fondo, è cattiva consigliera.