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Il weekend del Gran Premio di Singapore, diciottesimo appuntamento stagionale della Formula 1, si era aperto con due questioni. Una che riguardava le ali posteriori flessibili regolari non più utilizzabili previe modifiche della McLaren, ed un’altra che riguardava le parole di Mohammed Ben Sulayem. “Non siamo dei rapper, non si dicono parolacce” così aveva dichiarato il presidente della FIA sollecitando i piloti ad evitare un linguaggio non consono nelle comunicazioni ufficiali.
Fa parte, infatti, del regolamento il divieto di utilizzare linguaggi scurrili che potrebbero anche incitare all’odio quando si parla con la propria squadra nei team radio nel corso delle prove libere, qualifiche e gara, oppure nel corso delle conferenze stampa ed interviste. Dato che queste linee guida erano state un po' messe da parte dai piloti, anche in maniera giustificata dato l’alto livello di concentrazione ed emozione che viene richiesto quando si corre a più di 300 km/h a bordo di una monoposto, il presidente della FIA ha deciso di inasprire il regolamento.
Questo ha ovviamente sollevato le perplessità dei piloti e il primo ad esporsi è stato Max Verstappen. “Non siamo mica dei bambini di cinque o sei anni” ha dichiarato l’olandese, ribadendo che riflettere sul proprio linguaggio mentre si è in pista non è sicuramente il primo pensiero dei piloti. Ironia della sorte ha poi voluto che fosse proprio lui la prima vittima di questo inasprimento voluto da Ben Sulayem. Alla vigilia del weekend di gara a Singapore l’olandese ha preso parte alla conferenza stampa dei piloti di come di consuetudine nella giornata del giovedì dedicata ai media. Ad una domanda riguardo al precedente Gran Premio d’Azerbaijan, Verstappen ha commentato il set-up della sua monoposto RB20 con una parolaccia.
Poco dopo i commissari hanno notato questo linguaggio scurrile del pilota della Red Bull e, dopo un’accesa discussione, hanno deciso di affidargli delle ore di lavori socialmente utili da scontare come penalità. La risposta a questa mossa della FIA da parte di Max Verstappen non si è fatta attendere. Qualificatosi secondo nella sessione cronometrata del sabato, il tre volte campione del mondo ha partecipato insieme al pole man Lando Norris e Lewis Hamilton alla conferenza stampa organizzata dalla FIA al termine delle qualifiche. Verstappen si è presentato in quanto obbligato dal regolamento oppure avrebbe dovuto pagare una multa salata, che ad esempio pagherà Mercedes per non aver fatto andare i propri piloti al ring delle interviste al termine della gara per problemi di salute. Tuttavia, il numero #1 al mondo ha risposto a monosillabe alle domande che gli sono state poste. “Si, no, forse, non saprei. Ho problemi alla voce” così possiamo sintetizzare le due dichiarazioni.
Ma una volta uscito dalla sala dedicata alla conferenza stampa, Verstappen ha parlato a ruota libera, senza alcun problema, con i giornalisti presenti a Marina Bay. Possiamo dire, dunque, che la sua sia stata una vera e propria protesta silenziosa nei confronti della FIA e i suoi regolamenti in merito al comportamento dei piloti. Se ieri ha detto giusto qualche parola, nella conferenza stampa di oggi al termine della gara, che ha concluso in seconda posizione tra i due piloti McLaren, Lando Norris ed Oscar Piastri, l’alfiere della Red Bull ha argomentato con qualche parola in più, con frasi complete di soggetto, predicato e complemento, come se fossero un primo passo in avanti nei confronti della Federazione.