F1, Max Verstappen: «Devo tutto a mio padre»

F1, Max Verstappen: «Devo tutto a mio padre»
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Intervista a Max Verstappen, il talento che infiamma la passione per la F1 della sua Olanda
6 ottobre 2017

Max Verstappen, il ragazzino terribile della F.1 che coi suoi 20 anni e due vittorie in GP è il più giovane di tutti i tempi ad avere un simile palmares. Eppure, al di là dei meriti e del talento, è uno che divide, a chi piace alla follia e chi lo detesta solo a guardarlo. E' il destino dei grandi piloti, dividere. Lo fecero Senna e Schumacher, lo fece Vettel e lo fa ancora Hamilton. Eppure, Verstappen ha appena 20 anni, deve ancora formarsi come uomo e come professionista, nessuno che gli dia attenuanti.

Grazie a lui l'Olanda ha scoperto un nuovo idolo che non fosse un calciatore. Da Gullit a Cruijff passando per Van Basten, adesso da Amsterdam in giù tutti sanno chi è Verstappen. Max, però, perché il padre Jos, ex pilota di F.1, non è che avesse lasciato un buon ricordo di sè, non tanto in pista (era compagno di Schumacher alla Benetton e andava forte) quanto nelle caserme di polizia locale fra denunce per maltrattamenti alla consorte, al genitore e via di questo passo. Acqua passata, oggi Jos è padre tremante e trepidante di Max, cresciuto a pane e motori: "mio padre mi ha insegnato tutto - dice Max - mi ha portato con lui in pista fin da bambino, ha capito la mia passione e mi è stato vicino ogni giorno della mia carriera. Devo tutto a lui".

Vincere il secondo GP della carriera, in modo così autorevole, è un bel regalo di compleanno: "Senza dubbio, sapevo che avevo una macchina affidabile, mi sono sempre trovato bene in Malesia e quando ho deciso di attaccare Hamilton, ho visto che prendevo un certo vantaggio. Sapevo che Lewis pensava al mondiale e infatti non ha opposto grande resistenza, per me vincere era importante dopo una stagione in cui è andato tutto storto, ritiri, polemiche. Ci voleva". Vincere due settimane dopo il botto di Singapore è stato importante? "Senza dubbio, specie per quei pochi che sono convinti che io sia stato colpevole di qualcosa mentre la telemetria ha mostrato che non avevo colpe e non avevo dove andare. E' stato un incidente di corsa, come ne accadono molti altri...".

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Però lei spesso è al centro delle polemiche..."Io non mollo mica, mi sto confrontando con i migliori piloti del mondo, tutti abbiamo avuto incidenti ma se analizzi a fondo non sono sempre stati colpa mia". Quanto è importante vincere in F.1 per un ragazzo di 20 anni? "intanto ho vinto che ero più giovane (GP Spagna 2016, neanche 18 anni e qualche mese...) ma se devo essere sincero, il momento più importante per me è stato il mondiale di kart. Fino a quel punto con mio padre andavamo per piste, si correva si vinceva o si perdeva. Diventare campione del mondo di kart mi fece capire quanto fosse importante per me, ma sopratutto per chi mi stava vicino, quel risultato. E' stato in quel momento che mi sono detto che sarei diventato un professionista, che la F.1 sarebbe stata un obiettivo possibile".

Io non mollo mica, mi sto confrontando con i migliori piloti del mondo, tutti abbiamo avuto incidenti ma se analizzi a fondo non sono sempre stati colpa mia

Ma in Spagna vinse la prima gara, possibile che non le dica niente? "Sì certo, è stato un momento incredibile, molto bello perché ha significato l'essere capace di vincere contro i migliori piloti del mondo, ma ripeto il mondiale kart è stato qualcosa di unico per la mia vita". A volte ha un atteggiamento arrogante, antipatico quasi, colpa dell'educazione o di supponenza vera e propria? Secondo Herbert, pilota ed ex compagno di squadra del padre, è solo una forma di protezione mentale, evita di sottostare a troppe pressioni. "Non lo so, io rido anche, ho una vita sociale, amici, non mi pare essere così cattivo...". E la Ferrari? "Un grande team, il sogno di ogni pilota. Magari dopo aver vinto un mondiale con la Red Bull...".

E suo padre Jos che ne pensa? "Dicono che sia cattivo, arrogante o scorretto, non è vero niente, Max è un ragazzo d'oro e coloro che lo criticano, non hanno ancora capito che razza di talento sia mio figlio, non perché sono il padre ma proprio perché lo dicono i numeri. In Italia molti tifosi lo accusano, lo criticano. Ebbene, segnatevi questo che vi dico: il giorno che Max correrà con la Ferrari vi farà impazzire e vi dimenticherete di tutte le critiche che gli avete fatto. Lo giuro!". E Max che dice? "So di avere ancora un anno con la Red Bull, ho del lavoro da fare e sono concentrato su questo aspetto, sognare troppo in avanti in questa fase non è giusto, devo fare un passo alla volta, poi dall'anno prossimo si vedrà, adesso ho un gran premio da fare e magari vincere..."

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