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Esattamente un anno fa Max Verstappen siglava il record di dieci vittorie consecutive. Adesso, giunti al ventesimo appuntamento stagionale della Formula 1, il Gran Premio del Messico 2024, l’olandese non conquista la prima posizione da ben dieci gare. Un risvolto della medaglia che ben evidenzia quale sia l’attuale situazione in casa Red Bull, pienamente allo sbaraglio e sorpassata anche dalla Ferrari in classifica costruttori, ma andiamo per gradi.
Dodici mesi fa eravamo nel pieno dell’era di dominio del team di Milton Keynes e di Max Verstappen che hanno vinto tutte le gare in calendario, tranne quella di Singapore con la Ferrari di Carlos Sainz che è riuscita ad imporsi sfruttando le difficoltà di quel weekend della Red Bull. La supremazia l’abbiamo poi ritrovata già nei primi appuntamenti dell’attuale stagione, con una monoposto che, nonostante le notevoli novità rispetto alla sua antenata, era perfettamente in grado di permettere all’olandese di volare sull’asfalto. Tuttavia, che quel progetto, l’ultimo frutto del genio di Adrian Newey dato il suo passaggio in Aston Martin previsto nel 2025, non fosse all’altezza delle aspettative si era già capito dai distacchi pressoché dimezzati con gli avversari. In un primo momento l’ipotesi era che gli altri team della griglia, seguendo la filosofia della Red Bull per le loro vetture, avessero semplicemente colmato, almeno in parte, il divario con i campioni del mondo. E questo è vero, ma ad aver fatto la differenza è stata la RB20, ma non in positivo.
Nelle mani di Sergio Perez la monoposto della Red Bull non ha mostrato il minimo potenziale, mentre in quelle di Max Verstappen, spingendo al limite del possibile, sette Gran Premi sono stati vinti. Ma sono ormai dieci appuntamenti in cui l’olandese non riesce a salire sul gradino più alto del podio. Un’assenza che sta gravando fortemente alla sua lotta al mondiale con Lando Norris. Senza la Ferrari e la Mercedes che si sono divise i restanti trionfi, oltre la McLaren con Oscar Piastri, adesso l’olandese si troverebbe sicuramente più in difficoltà con i costanti attacchi del pilota britannico numero #4. Ha cercato di mantenere i nervi saldi, ma con una vettura che sembra non fare progressi, nonostante i continui aggiornamenti e la promessa di Christian Horner di star lavorando sul problema con una soluzione che è stata individuata già due mesi fa a Monza, Max Verstappen ha iniziato ad entrare in un loop che ricorda molto quello visto in pista nel 2021, quando era ingaggiato per il mondiale con Lewis Hamilton.
Il pilota olandese ha sempre messo in chiaro, fin dalla sua prima stagione in Formula 1, di essere un abile giocatore in pista, sempre al limite del regolamento, soprattutto nei suoi sorpassi che lasciano poco scampo agli avversari. Può dirlo forte Lando Norris che, dopo l’episodio di Austin, è stato “vittima” della furia di Super Max che ha cercato di chiudere la manovra non una ma ben due volte, prima in curva 4 e poi in curva 7. Ma in entrambi gli episodi, il tre volte campione del mondo ha commesso un errore che la FIA non è più disposta a tollerare. Inevitabile la decisione di combinargli due penalità con un totale di venti secondi da scontare al pit-stop per aver spinto l’avversario fuori dalla pista e per aver sorpassato oltre la linea bianca traendone vantaggio.
Che l’attuale regolamento lasci un po’ a desiderare, con i piloti che invocano da tempo delle linee guida più chiare, che definiscano nero su bianco cosa sia permesso e cosa non lo sia, non è sicuramente un segreto. E la FIA ha deciso di dare loro ascolto dopo una lunga ed accesa riunione con tutte le parti coinvolte in Messico e che dovrebbe portare delle prime sostanziali modifiche già in Qatar. Ma quello accaduto ieri nel corso del Gran Premio del Messico a Max Verstappen è una chiara prova di quanto l’olandese si senta il fiato sul collo. Il distacco tra lui e Norris, complice la penalità e la conseguente sesta posizione al traguardo, è adesso di quarantasette lunghezze e solamente quattro gare e due Sprint mancano all’appello. Nulla è ancora scritto e fino ad Abu Dhabi tutto può cambiare, ma vedere Max sbagliare per ben due volte è un sintomo che la sfida si farà sempre più ardua, soprattutto con sé stesso, dato che vorrebbe lottare con le unghie e con i denti per mantenere il suo scettro, ma senza una monoposto all’altezza, è consapevole che dovrà fare affidamento solo ed esclusivamente sul suo talento, restando freddo e lucido perché il rischio di andare oltre è dietro l'angolo.
I commissari, infatti, hanno deciso di dargli, oltre ai venti secondi di penalità, anche un’altra sanzione che riguarda questa volta la superlicenza. Due punti gli sono stati decurtati e adesso si trova a sei su un totale di dodici. Se dovesse finire quelli a disposizione nell’arco dell’anno solare, Max Verstappen sarebbe costretto a restare per un Gran Premio in panchina per scontare la squalifica, ipotesi che abbiamo già visto avverarsi proprio in questa stagione con Kevin Magnussen che ha saltato l’appuntamento dell’Azerbaijan un mese fa. Ad aggravare ulteriormente la sua difesa del titolo è la possibilità di dover far fronte anche ad un’altra penalità, questa volta di cinque posizioni nella griglia di partenza della gara del Brasile di questo weekend. Infatti, l’olandese ha già sbloccato più degli elementi concessi dal regolamento intaccando in una penalizzazione (al Gran Premio del Belgio prima della pausa estiva), ma i problemi di affidabilità avuti in Messico potrebbero costringere la Red Bull ad un altro, non previsto, cambio della Power Unit. La lotta al titolo tra lui e Norris si prospetta ancora più piccate con un Verstappen che, senza nervi saldi alla mano, potrebbe perdere il match point di Interlagos complicandosi ulteriormente la vita.