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La stagione di Formula 1 è ormai alle porte, con poco più di una settimana al primo appuntamento che si disputerà in Australia. Questo sarà anche l’ultimo anno di Sauber sulla griglia di partenza dato che a partire dal 2026 Audi prenderà completamente il controllo della squadra di Hinwil e Mattia Binotto analizza le sfide che li attendono in attesa del prossimo capitolo.
Due anni fa è iniziato il lungo e lento processo che ha visto Audi prendere sempre più piede all’interno di Sauber, fino ad acquistare completamente le quote del team svizzero. Solamente nell’ultima stagione il progetto ha preso forma con l’arrivo, tra giugno e luglio, di Mattia Binotto, tornato finalmente in Formula 1 dopo quasi due anni di attesa in seguito al suo periodo da team principal della Scuderia Ferrari. Adesso, manca solamente al debutto di Audi nel Circus, non solo come team ma anche come costruttore, sfruttando il cambio regolamentare previsto nel 2026. “Siamo all'inizio del viaggio per trasformare la Sauber in un team di Formula 1 e, infine, in una squadra di punta” ha dichiarato Binotto alla rivista tedesca Auto Motor und Sport.
“Il nostro obiettivo è lottare per un titolo mondiale nel 2030, ma ci vorranno cinque stagioni. Le prime tre saranno utilizzate per costruire il team, mentre le ultime due per consolidarci e perfezionarci in modo tale da poter raggiungere i nostri obiettivi. Siamo solamente all’inizio di questo programma, serve tempo perché non è un qualcosa che accade in pochi mesi” ha proseguito Binotto. Tuttavia, anche se al passaggio ufficiale da Sauber ad Audi manca pochissimo, la situazione è più complicata del previsto. Infatti, le risorse umane e le fabbriche devono iniziare ad essere operative. “Ci mancano ancora circa 200 per completare la squadra, ma è positivo perché fino a qualche mese fa erano molte di più. Abbiamo aggiunto 150 dipendenti solamente nell’ultimo anno. Adesso siamo 700 quindi abbiamo aumentato di un terzo la nostra manodopera”.
Bisogna però tenere conto che le assunzioni non sono abbastanza visto che manca anche una sede all’avanguardia per sostenere l’incredibile mole di lavoro che Sauber-Audi devono portare a termine entro la fine del 2025. “Dobbiamo diventare una squadra, una comunità. Ma abbiamo bisogno di più spazio per accogliere tutti i dipendenti, per implementare la produzione interna, oltre ad un nuovo simulatore”. Infatti, il team di Hinwil utilizzerà fino a fine stagione le tecnologie, compreso il simulatore, messe a disposizione dalla Scuderia Ferrari, che cesserà di essere loro motorista dal 2026 dato che Audi realizzerà in autonomia le power-unit. “Abbiamo bisogno di espanderci. Per fortuna gli edifici non rientrano negli investimenti controllati dal budget cap. Con tutti i soldi a disposizione possiamo comprare tutto quello che ci serve, anche se sarebbe meglio averlo già. Ma dal nostro punto di vista, questo è un compromesso accettabile”.
A sostenere le finanze di Audi sarà anche il Qatar che, in occasione del Gran Premio a Losail dello scorso anno, ha annunciato di aver acquistato quote della Casa dei quattro anelli per supportare il programma Formula 1. “Il coinvolgimento del fondo sovrano del Qatar nel progetto è stato un messaggio importante. Ciò̀ trasmette anche internamente il messaggio che si tratta di un impegno a lungo termine da parte di Audi”. Tuttavia, nonostante la disponibilità economica, Mattia Binotto dovrà affrontare un altro problema relativo alle difficoltà di trovare ingegneri disposti a trasferirsi in Svizzera per lavorare a Hinwil. Infatti, la maggior parte dei tecnici preferisce non spostarsi dall’Inghilterra dove hanno sede quasi tutti, tranne Ferrari, i team di Formula 1. “Questo è un business molto specifico. Dato che ci aspettano alcuni anni di sviluppo, la nostra strategia consiste nell'investire principalmente nei giovani. A reclutare gente dall'Inghilterra sarebbe la strada sbagliata. Lì c’è una vasta gamma di posti di lavoro ed è la loro casa. Vivono lì con le loro famiglie, i bambini vanno a scuola in Inghilterra, molti hanno case o abitazioni private. Quindi, trasferirsi in Svizzera non è quindi così facile”. Proprio per questo motivo, Audi ha deciso di investire per costruire un centro tecnico all’estero, proprio in Inghilterra. Questo però non ha precluso la possibilità a giovani laureandi dell’Università di Zurigo di crescere tra le fila di Hinwil. “Sono tra le sette migliori università al mondo per quanto riguarda le professioni tecniche. In Svizzera e in Germania esistono ancora posti di formazione altamente qualificati. Per noi è un investimento nel futuro. In tre anni, questi giovani ingegneri sono cresciuti fino a diventare specialisti nel nostro business”.
La scelta da parte della FIA di cambiare regolamento tecnico dopo solamente quattro anni dall’introduzione dell’ultimo è stata fatta per favorire l’ingresso di nuovi Costruttori in Formula 1. Insieme a Ford che collaborerà con Red Bull, anche Audi ha deciso di fare questo grande passo, anche se le regole del 2026 devono ancora essere chiaramente definite. “Sappiamo su cosa dobbiamo lavorare. Per questo siamo già̀ nella prima fase di sviluppo. Con un cambiamento così grande, è normale che sul percorso si trovino altre cose che devono essere necessariamente aggiustate prima di arrivare al prodotto finito. Partire da zero potrebbe essere un vantaggio anche per le squadre di punta. Un'organizzazione ben preparata potrebbe gestire meglio il compito all'inizio e quindi ottenere un prodotto migliore. Iniziamo ora e impariamo, il tempo ci dirà chi o cosa avrà̀ un vantaggio”.
“Entro il 2030 vogliamo arrivare a lottare per un titolo. Sono cinque anni, ma è comunque un obiettivo molto ambizioso. Devi prendere le decisioni giuste, è un sacco di lavoro. Non si tratta solo di costruire la squadra e le infrastrutture. Devi anche lavorare sulla cultura del team. Abbiamo ancora molto da fare. Quindi dobbiamo essere molto bravi a farlo”. Ad aiutarlo in questo viaggio ci sarà Jonathan Wheatley, ex direttore sportivo della Red Bull, che sarà il team principal di Audi a partire dalla prossima stagione. “Le aree di responsabilità̀ sono chiaramente suddivise. È responsabile di tutte le operazioni sul circuito, della gestione dei piloti, delle comunicazioni, del marketing e degli sponsor. Mi occupo di quello che succede in fabbrica. Quindi sviluppo del team, sviluppo dei veicoli e processi”, ha aggiunto Mattia Binotto. “Quando ho avuto i miei primi colloqui con Audi, ho avuto l'impressione che avessimo una comprensione chiara e condivisa della situazione. Che ci vuole tempo per avere successo. Gernot Döllner, il presidente, ha detto chiaramente durante la nostra conferenza stampa a Monza l'anno scorso che bisogna porsi obiettivi realistici e a lungo termine. Audi è un marchio ambizioso, ma pensano anche razionalmente. Capisci le dimensioni del compito”.