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“L’obiettivo è diventare i migliori di centro classifica”: di fronte a una platea di giornalisti italiani selezionati in occasione del GP di Monza di Formula 1, il team principal della RB, Laurent Mekies, non ha nascosto le ambizioni sfidanti del team che una volta si chiamava Toro Rosso. “Ci sono molti nuovi innesti – ha raccontato nel suo italiano fluente, chiaro retaggio del suo passato in Ferrari - una nuova struttura, tanti dei nostri talenti che hanno assunto ruoli diversi, l’integrazione con Bicester e la sede di Milton Keynes”.
Le rinnovate ambizioni di casa RB sono la diretta manifestazione dei desiderata della proprietà. “I nostri capi ci hanno detto di avere un sacco di messaggi importanti da veicolare attraverso la nostra squadra – ha specificato Mekies - ma non passerebbero nel caso in cui fossimo ottavi, noni o decimi in classifica. Noi abbiamo ribattuto ricordando che una posizione migliore nel Costruttori implica battere uno o due costruttori auto. A questo punto a livello di squadra si conduce un’analisi per ogni reparto in modo da capire cosa manchi per farlo. È quello che stiamo facendo ora, con un nuovo approccio”.
“La macchina 2025, pur in continuità, sarà un primo punto di risposta a queste esigenze”. Un progetto, quello della vettura per il prossimo anno, che è “in coerenza con quest’anno perché sarà l’ultimo prima dell’introduzione del nuovo regolamento”. Ma, specifica Mekies, non si tratta di un carry-over a livello telaistico, quanto a livello prettamente normativo. In ogni caso, “La macchina è in continuità in un contesto in cui il team non lo è”. E di novità in casa RB se ne sono visti parecchie, negli ultimi tempi. “Stiamo cambiando molto e stiamo anche commettendo degli sbagli, ma possiamo muoverci in maniera molto veloce”. Merito, spiega il team principal, di un grande grado di libertà a livello decisionale, “a differenza di quello che potrebbe essere il percepito”.
È una squadra dei due mondi la RB, tra il suo cuore italiano e l’importante propaggine inglese. “Questa scuderia è nata a Faenza, e oggi impieghiamo circa 500 persone lì – ha puntualizzato Mekies -. 15 anni fa abbiamo comprato la galleria del vento di Bicester, perché non ne avevamo a disposizione una, ed è stato creato un reparto aerodinamico dedicato. Negli anni, la galleria del vento è diventata obsoleta, e oggi non la usiamo più. Ora impieghiamo la stessa usata dalla Red Bull, una condivisione resa possibile dalla riduzione delle ore per lo sviluppo".
“La sede di Faenza, invece, è bella, moderna, creata nel 2015. Il polo di Bicester sarà chiuso, e il reparto trasferito presso il nuovo edificio in costruzione a Milton Keynes, indipendente da Red Bull a differenza della galleria del vento, che continueremo a condividere anche quando si passerà alla nuova, in costruzione”. “Noi siamo l’unica squadra ad avere due sedi per la parte telaistica. Storicamente è stata una debolezza, ma noi vogliamo farlo diventare un vantaggio. La nostra scommessa è essere location-free. Un lavoratore può essere a Faenza o a Milton Keynes, indipendentemente dal reparto, fatta salva la produzione”.
Così si giocherà il futuro di una scuderia i cui fan sono molto più giovani rispetto a quelli della Red Bull. “Il nostro approccio è più giovane – ha sottolineato il CEO della RB, Peter Bayer -. E lo abbiamo diversificato, legandoci al mondo dell’arte, della musica, della cultura. Non essendo in lotta per il mondiale – per ora – ferma restando l’importanza della pista, abbiamo maggiore libertà. Intensificheremo le collaborazioni con artisti musicali, perché crediamo che le corse e la musica siano accomunate dal fatto di essere linguaggi universali”.
Ma una scuderia che punta in alto può ancora fare da incubatrice di talenti? Una domanda, questa, che risulta attuale, in attesa che in RB venga confermato l’ultimo sedile ancora vacante in griglia. “Dobbiamo ancora sviluppare piloti giovani per Red Bull, ma è secondario rispetto alla competitività”, riconosce Mekies. Da un lato, come sottolinea il team principal, lo sviluppo dei talenti di casa è “parte integrante del motivo per cui Red Bull ha due team”. Dall’altro, come spiega Bayer, “essere competitivi con due piloti molto giovani è molto difficile. Andando avanti la combinazione ideale sarebbe avere un pilota esperto e uno giovane”. Ora non resta che sapere chi sarà il prescelto per il 2025, anno di grandi sfide.