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Il Gran Premio di Francia 2022 è il GP numero 300 della carriera di Lewis Hamilton in Formula 1. Per celebrare questo traguardo - raggiunto da un numero assai ristretto di piloti nella massima serie - i protagonisti di DopoGP, l'approfondimento di Automoto.it sulla F1, hanno selezionato la gara a loro avviso più rappresentativa del talento del sette volte campione del mondo. Eccole.
Il Lewis Hamilton che si schierò sulla quarta casella della griglia del GP di Gran Bretagna 2008 era un ventitreenne tormentato da un difficile processo di crescita. Pesava il complicato rapporto con il padre, la cui presenza ingombrante generava un’insofferenza che mal si sposava con il fatto di dovergli tutto. Non aiutava nemmeno il saliscendi emotivo dovuto alla percezione che il pubblico aveva di lui. Complici alcuni errori, da astro nascente stava rapidamente diventando una promessa non mantenuta. Sotto la pioggia battente della sua Silverstone, Hamilton mostrò le qualità che ancora oggi lo rendono uno dei migliori interpreti della Formula 1.
Sul bagnato diventò rabdomante della traiettoria più audace, non incappando mai in errori, a differenza di tanti colleghi. Nonostante fosse scattato dalla parte più svantaggiosa della pista, si proiettò ruota a ruota con il compagno di squadra, Heikki Kovalainen, partito dalla pole. Il finlandese mantenne il comando per soli cinque giri, prima di essere infilato alla Becketts. Il resto della gara fu una sontuosa cavalcata verso la vittoria, con un ritmo talmente veloce, nonostante la pessima visibilità, da spaventare la McLaren. Lewis, in trance agonistica, non si rendeva nemmeno conto di cosa stesse facendo, muovendosi guidato esclusivamente dall’istinto. Stava guidando da campione del mondo, pochi mesi prima di diventarlo davvero. E sarebbe stato solo l’inizio di una carriera straripante.
La prestazione di Lewis Hamilton che mi ha colpito di più è quella offerta nel Gran Premio di Germania 2018. Ebbe delle difficoltà in qualifica - scattò quattordicesimo per un problema idraulico sulla sua monoposto - ma riuscì a rimontare grazie a una strategia audace con le gomme, che gli consentì di girare fortissimo anche con le slick sul bagnato, arrivando a mettere in difficoltà Vettel, che stava dominando la gara fino a quel momento.
Vettel commise un errore, probabilmente per la pressione esercitata da Lewis in quel momento. A Hockenheim Hamilton fece sfoggio delle sue qualità di guida e della sua capacità di lettura delle gare, un talento che Lewis ha da sempre. I campioni lo sono anche nella psicologia, e Lewis riuscì a piegare la concorrenza di Vettel, che poi perse di lucidità e non fu più in grado di esprimersi al meglio.
Il settimo sigillo non si scorda mai. A Silverstone Lewis Hamilton riesce sempre a tirare fuori qualcosa di più dal suo enorme talento, ma nell'edizione del 2020 compì una impresa destinata a restare negli annali per il modo in cui vinse. Uno dei punti forti di Hamilton, infatti, è la gestione delle gomme ma in quell'edizione le sue coperture, come quelle di altri piloti, furono particolarmente fragili tanto che all'ultimo giro Lewis sentì che stava per accadere qualcosa: "Ehi Bono (il suo tecnico di pista, ndr) sento come una vibrazione all'anteriore, sta cedendo qualcosa".
Il tempo di dirlo che la sua gomma esplose e Hamilton si ritrovò a un giro dalla fine su tre ruote. E qui venne il capolavoro. Con una macchina menomata, pezzi di gomma e carcassa che volavano via, riuscì a tenere sotto controllo la rimonta di Verstappen. Hamilton tagliò il traguardo su tre ruote in una marea di scintille e pezzi che volavano via, Max arrivò quasi in scia a meno di 5 secondi. Il pezzo forte? Riuscire a girare con una F.1 in un tempo sul giro più veloce di una GT da corsa. Fu quella la magia di Lewis a Silverstone, sua settima vittoria sul tracciato inglese.
Nell’anno del primo titolo mondiale non mancano gare controverse.
A Montreal tampona Raikkonen per colpa letteralmente di una svista in uscita dalla corsia box.
A Spa i due sono nuovamente protagonisti.
Lewis parte dalla pole, Kimi lo scalza in due giri e si invola sulla ‘sua’ pista.
La sfida assume contorni leggendari nel finale.
Con le temperature che si abbassano e l’arrivo della pioggia, la Ferrari sembra in difficoltà.
A due giri alla fine Iceman rintuzza un tentativo di attacco alla Bus stop, Hamilton taglia la chicane, deve ricedere la posizione salvo passare al comando a La Source con una manovra sulla quale si discute ancora a distanza di anni.
Sopraggiunto a Fagne tuttavia Lewis sbaglia cedendo il comando al finlandese che restituisce la cortesia andando in testacoda e piantando la Rossa numero 1 nel muro a Blanchimont.
Finisce così, anzi no.
La direzione gara infligge al futuro campione del mondo venticinque secondi di penalità e la vittoria passa nelle mani di Felipe Massa.