Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
C’erano una volta in Formula 1 i contratti con una scadenza ben chiara, comunicata al momento dell’annuncio del rinnovo o del passaggio a un’altra scuderia. Tempi lontani, verrebbe da dire, alla luce delle notizie delle ultime ore. Charles Leclerc e Lando Norris hanno prolungato gli accordi che li legano rispettivamente alla Ferrari e alla McLaren, siglando intese che sono state semplicemente definite “pluriennali”, senza entrare nello specifico. Ma cosa c’è dietro alla scelta di non divulgare l’orizzonte temporale di cui si parla?
I motivi possono essere diversi. Il primo, e il più ovvio, è che da qualche parte nel contratto ci sia una clausola rescissoria che possa consentire a Leclerc e Norris di liberarsi anzitempo a fronte del mancato rispetto di certi standard prestazionali. Potrebbe però anche darsi, più semplicemente, che entrambi i piloti abbiano deciso di legarsi per un periodo di tempo più limitato rispetto ai precedenti accordi monstre, e che le scuderie non vogliano che si ponga l’attenzione su questo dettaglio.
Vale la pena approfondire la prima motivazione, però. Perché potrebbe essere dovuta a quello che sarà il vero crocevia della Formula 1 dei prossimi anni: il nuovo regolamento tecnico previsto per la stagione 2026. Le monoposto cambieranno molto profondamente, non solo dal punto di vista aerodinamico, ma anche da quello del propulsore, che perderà la MGU-H e vanterà un’architettura diversa, al netto del solito V6 come componente endotermica dell’equazione. Si tratta di una rivoluzione che ha attirato in F1 costruttori come Audi, e che potrebbe davvero cambiare i valori in campo.
Non avrebbe senso cambiare casacca per la stagione 2026, per chi si trova in una scuderia con ambizioni di crescita. Vorrebbe dire saltare nel vuoto, senza sapere a cosa si andrà incontro. Sia Leclerc, classe 1997, che Norris, classe 1999, sono ancora giovani. Ma il tempo passa, e le scelte che effettueranno a medio termine avranno un influsso molto forte sulle speranze di lasciare davvero il segno in F1. Meglio allora restare dove si è cresciuti sportivamente, in una scuderia che li ha plasmati, in attesa di capire cosa succederà nel 2026, un nuovo anno zero.
Verrebbe pure da pensare che anche certi vecchi senatori dello schieramento possano fare un pensierino all’approdo in questa nuova era. Se la Mercedes, come è assai probabile, non dovesse riuscire a battersi ad armi pari con la Red Bull nei prossimi due anni, non ci stupiremmo di vedere Lewis Hamilton ancora vestito dei colori della scuderia di Brackley pure tra due anni. Così come non è da escludere che pure Fernando Alonso ci possa pensare, ammesso che l’età non cominci davvero a farsi sentire e che, soprattutto, non si stufi prima. E allora i veri scossoni di mercato potremmo vederli a fine 2026, quando si avrà un’idea più chiara dei nuovi valori in campo.
Ci sono moltissimi contratti in scadenza a fine 2024, questo è vero. Ma, con Verstappen saldo in Red Bull e Hamilton e Russell in Mercedes, i posti nei top team sono blindati. Al netto del reale attaccamento ai team che li hanno di fatto cresciuti – di cui non dubitiamo affatto - Leclerc e Norris non avevano altra scelta se non quella di restare dove sono, in attesa che le carte si rimescolino anche nelle scuderie top, pure per quanto riguarda le prime guide. Questo è il motivo per cui non ci stupiremmo della presenza di clausole rescissorie, o di contratti con opzioni per ulteriori anni, anche se la vera natura dei contratti resterà un mistero.