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Poteva e doveva vincere Hamilton in Malesia, per scacciare la brutta nottata di Singapore e ricordare a tutti, in primis a Rosberg, che rimane lui il favorito a prescindere per il titolo, per talento e determinazione prima ancora che per punteggio in classifica. E alla seconda curva le cose si erano già messe per il meglio per l'inglese, complice l'intromissione del muso di Vettel nella fiancata e nella gara del compagno di squadra. Tutto fin troppo facile. E poi il fumo, il principio d'incendio, la rabbia. Giusta, perché fino a quel momento Hamilton aveva fatto tutto al meglio, a partire da una pole position strepitosa. E allora per l'inglese voto 10 a prescindere, perché la risposta che tanti si attendevano dopo un paio di gare opache c'è stata, fortissima. E non sarà certo un motore rotto (per la verità l'ennesimo) a farlo desistere dalla sua rincorsa iridata. Sfortunato.
Nel frattempo, Rosberg dopo essersela vista bruttissima - soprattutto con il gruppo che lo sfilava per miracolo mentre lui era immobile contromano - ha dato vita ad una spettacolare rimonta, infilando uno ad uno tutto gli avversari fino ad un podio insperato che gli consente di allungare ulteriormente in classifica. Certo, la competitività del mezzo l'ha aiutato non poco, ma se è vero che la calma è la virtù dei forti, ancora volta Rosberg ha dimostrato di meritare il titolo, anche rischiando quando era il caso di rischiare, come nel sorpasso su Raikkonen. A proposito, i commissari gli hanno dato una sanzione, per fortuna ininfluente in classifica, ed in effetti la sua manovra è stata parecchio al limite (non dirlo equivale ad autorizzare tutti i piloti a "giocare di sponda" con l'avversario...) però le corse sono anche questo. Voto 10 quindi, nervi d'acciaio.
E voto 10, finalmente, a Ricciardo. Finalmente non per il voto naturalmente, ma per una vittoria che già in un paio di gare quest'anno gli era sfuggita per colpe non sue. Certo, la sorte stavolta gli ha restituito qualcosa, però l'australiano è stato bravissimo a cogliere l'opportunità: in qualifica è stato ancora una volta "il migliore degli altri" e in gara ha resistito con autorità all'attacco di Verstappen, il quale non si è risparmiato anche se con il compagno di squadra ha opportunamente evitato situazioni troppo a rischio. Nel finale la squadra protegge la doppietta e la sua vittoria, ma stavolta davvero è stato giusto così. Fenomeno.
Avrebbe comunque meritato di vincere anche Verstappen, fortunato ad uscire incolume dalla prima curva e abilissimo a rimontare su Ricciardo. In pista probabilmente era lui il più veloce, Mercedes a parte, ma le circostanze - che ad esempio l'avevano aiutato a Barcellona - stavolta hanno giocato a suo sfavore. L'olandese se ne rende conto, abbozza e già pensa alla prossima impresa. Nel frattempo ancora c'è in mezzo lui nel duello più esaltante della gara. Voto 9, spettacolare.
A confronto sa di brodino, e nemmeno tanto riscaldato, il 4° posto di Raikkonen, che non fa né classifica né morale. Certo, il ritmo in certe fasi della gara non era malvagio e il finlandese regala pure un bel sorpasso su Perez, ma la sua gara è tutta qua. Voto 7 per l'impegno, intanto.
Sempre meglio di Vettel, comunque, che arriva alla prima curva come un Maldonado (o un Grosjean dei tempi d'oro) e per poco non fa in mille pezzi la carrozzeria e la gara di Rosberg e pure quelle di Verstappen. Un errore inspiegabile per un quattro volte campione del mondo, tanto più che non è la prima volta che il tedesco si trova coinvolto (colpevolmente) in un contatto al via quest'anno. Forse perché sa che dalla seconda curva in poi non ha speranza di guadagnare una posizione? Nel dubbio voto 4 e comunque zero giustificazioni.
Non ha dato molto spettacolo Bottas, però il finlandese dopo una qualifica fuori dalla Q3 ha saputo risalire sulla distanza, massimizzando il risultato e portando a casa punti preziosi per il Mondiale Costruttori, dove la Williams se la gioca con la Force India: anche qui le ambizioni erano altre, ma il finlandese ha ripreso a regalare certezze, almeno lui. Voto 7,5, concreto.
A proposito di Force India, giusto alle sue spalle ecco l'ormai granitico Perez: per lui un inizio arrembante, ma stavolta deve accontentarsi di un 6° posto che rimane comunque un signor risultato visto il mezzo a disposizione: voto 7, sempre presente.
Si può fare una gara immensa arrivando settimi? Se ti chiami Alonso e guidi una McLaren-Honda in perenne beta testing sì. E in effetti, dopo avere sostituito tutto il sostituibile al sabato, lo spagnolo con un'auto dignitosa sul piano delle prestazioni ma niente di più parte dal fondo e recupera posizioni su posizioni, lottando per una manciata di punti come se si giocasse il terzo titolo iridato. A vederlo così un po' commuoveva, un po' faceva rabbia per quel che dovrebbe essere e non è ancora, e chissà se sarà mai. Alla faccia di chi lo vorrebbe demotivato, destabilizzato e destabilizzante. E allora voto 10 per l'impegno e per un 7° posto che sì, sa di gara immensa.
Alle sue spalle Hulkenberg, che parte e arriva 8° mentre intorno a lui succede un po' di tutto. I punti contano e il tedesco fa il suo dovere, però ecco il problema è proprio questo: ormai da troppe gare fa il suo dovere e basta, e da uno soprannominato "Hulk" ci si aspetterebbe ben altro... voto 6,5 quindi, compitino.
Fa una bella gara, anche se stavolta sfigura rispetto ad Alonso, Button che pure aveva centrato la Q3, che comunque con il mezzo a disposizione è già una mezza impresa. Voto 7, bella gara però stavolta si poteva fare di può.
Prende un punto - il suo primo punto a dirla tutta - Palmer, anche lui con una buona progressione dopo una qualifica difficile: l'inglese non è un femeno, però questa è forse la sua gara migliore. E allora voto 7,5 di incoraggiamento.
Voto 8, invece, a Sepang inteso come circuito, che quest'anno ha raggiunto la maggiore età (la prima edizione si è corsa nel 1999) e rimane probabilmente il migliore dei Tilkodromi, oltre che l'opera prima del discusso architetto tedesco. Anzi, diciamola tutta: è proprio una gran bella pista che sa regalare duelli spettacolari grazie alle sue esse veloci e ai tornanti dalle molteplici traiettorie possibili. Certo, il contesto è quel che è certe piste mitiche che non ci sono più fanno venire i lacrimoni a tutti, in primis a chi scrive, però non si può sempre solo lamentarsi e ripetersi che era meglio una volta, no?
Gp Malesia 2016, i voti
Hamilton 10
Rosberg 10
Ricciardo 10
Alonso 10
Verstappen 9
Sepang 8
Raikkonen 7
Bottas 7,5
Palmer 7,5
Perez 7
Button 7
Hulkenberg 6,5
Vettel 4