F1. La verità dietro alle sanzioni non date a Verstappen a Singapore

F1. La verità dietro alle sanzioni non date a Verstappen a Singapore
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Max Verstappen lo scorso GP di Singapore era stato notato per tre diversi episodi di impeding. La FIA alla fine ha "graziato" l'olandese. Arrivati a Suzuka è stata svelata la verità dietro alla decisione dei quattro commissari.
23 settembre 2023

Arsenico e vecchi merletti? Un film da educande in confronto al clima che si vive in F.1. Le mancate penalità a Verstappen nel GP di Singapore hanno creato malumore e disappunto fra le squadre e i tifosi. Visto che la news era succosa, abbiamo ovviamente cercato di andare alle origini del fatto, o dei misfatti secondo alcuni, ottenendo informazioni e metodologie precise che cercavano di giustificare quanto accaduto.

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Poi si arriva a Suzuka e il giornalista David Croft rivela che uno dei commissari di Singapore ha ammesso con alcuni team manager che la FIA avrebbe sbagliato a non penalizzare Verstappen, con sollevamento di altri polveroni. Il primo indizio è stata una telefonata concitata di chi negava di aver rilasciato interviste e quindi di non tenerne conto. Il secondo indizio è che a Suzuka c’era solo uno dei quattro commissari di Singapore, l’italiano Matteo Perini, mentre gli altri tre erano ad altri impegni. Ng, singaporegno, presso la sua federazione, Tonio Liuzzi in Portogallo e il direttore del quartetto a Parigi.

Quindi se qualcuno ha parlato a Suzuka è stato solo l’italiano, visto che era presente anche nel collegio precedente. E qui si apre il contenzioso, perché le decisioni vengono prese a maggioranza. Adesso, visto che almeno uno dei quattro era contrario all’assoluzione, vuol dire che gli altri tre hanno votato per salvare Verstappen. Messi di fronte all’evidenza, a Suzuka ci deve essere stata una marcia indietro. Il problema è che lo ha detto un giornalista, per giunta non sappiamo nemmeno se presente in Giappone e da quale team manager ha avuto l’indiscrezione.

Da parte della FIA nessun commento ufficiale, nessuna chiarezza e divieto assoluto di parlare con i media, tanto che ci sono state clamorose marce indietro, temendo ritorsioni (come già avvenuto in altri casi, vedi Mika Salo estromesso per aver parlato alla TV finlandese…). Adesso, ovviamente, nel mirino finisce il commissario italiano se venisse confermata la faccenda. Di certo in seno alla FIA è in corso una operazione di pulizia profonda.

A Singapore, infatti, è stato esonerato Christopher Bryll che al grosso pubblico non dice niente, ma agli addetti ai lavori sì. Era lo starter ufficiale e si occupava della logistica di tutto quanto riguarda la FIA nel paddock. Con lui anche la moglie è stata esonerata di colpo. Fra la gestione Todt e quella Ben Sulayem, che sta operando la formazione di una propria squadra, la differenza sta prendendo forma. E i malumori si sprecano, con chi non vede di buon occhio questo rimpasto e chi, pur fra le righe del regolamento, vuole evidenziarne i contrasti. Le mancate penalità o le penalità eccessive, rientrano in questo
frangente.

Una volta, con lo scomparso Charlie Whiting, direttore di corsa, dopo la gara c’era sempre un incontro con la stampa dove spiegava i motivi delle penalizzazioni e spiegava, a termini di regolamento, come fosse stato applicato. Adesso non succede più. Della presenza del direttore di gara, Wittich, se ne sente parlare solo quando contesta i piercing di Hamilton, ma mai una volta che viene in sala stampa a spiegare i motivi. Motivi che sono fonte di polemica, di dubbi e complottismi vari che sui social vengono alimentati in una catena di Sant’Antonio che non si sa mai dove arriva e quando finisce. Forse fa gioco perché si crea interesse e polemiche, ma chi guarda le gare e chi le fa, specialmente i piloti e i team, hanno il diritto della chiarezza e di decisioni al di sopra di ogni ragionevole dubbio. E pertanto la trasparenza della FIA sarebbe utile e necessaria. Speriamo avvenga al più presto.

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