F1. La rabbia e la delusione di Sainz per l'addio a Ferrari: "Lo accetto solo perché il mio sostituto è Hamilton. Adesso penso solo a riportare la Williams in alto"

F1. La rabbia e la delusione di Sainz per l'addio a Ferrari: "Lo accetto solo perché il mio sostituto è Hamilton. Adesso penso solo a riportare la Williams in alto"
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Carlos Sainz ha già chiuso il suo capitolo, durato ben quattro anni, da pilota Ferrari, ma non prima di un'ultima analisi su come sono andate le cose dietro le quinte
14 dicembre 2024

La vita è come le montagne russe. Mi ricordo perfettamente il podio della vittoria in Australia. Tutte le persone a me care, mio padre e la mia ragazza, erano lì e pensavo a mia madre che mi ha visto soffrire durante la pausa infernale perché non mi aspettavo quello che poi è diventato realtà. Dopo quella gara ho riflettuto su quanto sono fortunato ad avere loro intorno me, che mi supportano e mi hanno la forza di andare avanti, come in quel caso, e sono fiero di come sia andata perché mi ha reso un pilota migliore”. Sono state le parole di Carlos Sainz che ad Abu Dhabi, con gli occhi rossi delle lacrime dovute all’emozione, ha chiuso uno dei capitoli più lunghi e importati della sua carriera, i quattro anni da pilota Ferrari.

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La vita ti mette alla prova. All’inizio dell’anno con me lo ha fatto ancora di più, come mai prima d’ora, mettendomi in una posizione in cui non ero a mio agio. Alla fine di gennaio ho avuto la conferma che non avrei più guidato per Ferrari mentre io ero convinto al 99% che avremmo continuato” ha proseguito il madrileno ai microfoni del podcast Beyond The Grid analizzando i primi mesi del 2024, che hanno segnato la fine dell’inizio per lui. “È stato uno shock per me, per le mie speranze e tutto il mio sistema, ed ovviamente non è stato un bel momento per me. Ho comunque concentrato tutte le mie energie nel preparami per la stagione perché il mio target era ovviamente quello di continuare a vincere gare o lottare per un campionato se ci fosse stata l’occasione. Mi sentivo abbastanza forte e questo mi motivato nel corso dell’anno. Quando poi siamo arrivati in Arabia Saudita ed è successo tutto quello che è successo con l’appendicectomia e per me è stato un colpo perché avrei dovuto saltare almeno una gara e tutto il processo per tornare in forma. Poi sono tornato in pista in Australia ed ho vinto, e questo mi ha dato confidenza e dato prova del fatto che potevo raggiungere l’obiettivo che mi ero fissato, che potevo provare a me stesso più che agli altri quanto valgo. La mente è un tool molto potente quando ci sono eventi del genere e così sono riuscito ad andare avanti”.

Sainz da sempre consapevole di essere l'agnello sacrificabile della Ferrari

Ovviamente c’è stata molta rabbia da parte mia all’inizio, ma adesso non più, non ce l’ho con nessuno, ma in quel momento si. Non capivo perché stesse succedendo a me, ed inevitabilmente inizi a pensare che la tua vita sia terribile. Ma il tempo cura tutto ed inizi ad accettarlo ad un certo punto e a vedere le cose con mente fredda. Poi inizi a comprendere, adattarti, perdonare e dimenticare, perché è così che va avanti la vita. Ricordo di essermi detto <<continua a fare quello che devi>>, poi con il passare del tempo tutto diventa relativo. Ho capito la loro decisione quasi fin da subito in realtà, ma penso che se fosse stato qualcun altro ci avrei messo molto più tempo a digerire la cosa. Ma quando si parla di Lewis Hamilton, un sette volte campione del mondo, uno dei migliori di sempre, che sta per sostituirti in Ferrari, per fare vivere con loro la sua ultima parte della carriera, capisci il sacrificio. Ovviamente sarei stato io quello sacrificato perché mai avrebbero scelto Charles. Lui è al centro del progetto della Scuderia fin dal programma Junior e lo sarà ancora per molti anni. Io sono arrivato in Ferrari più come un sostituto, non per caso ovviamente perché mi sono guadagnato il posto, ma per frutto di alcune circostanze, non come Charles che è sempre stato lì. L’ho capito fin dall’inizio che io sarei stato sostituito, anche se in quel momento non ero d’accordo, ma alla fine ci convivi”.

Sainz pensa già al ritorno in Ferrari, ma prima vuole riportare la Williams alla gloria di un tempo

“Al 100% dico di aver lasciato la Ferrari in buoni rapporti con tutti. Da John Elkann a Frédéric Vasseur e tutti quelli coinvolti in questa decisione. Loro mi hanno chiamato, io ho chiamato loro ed ho espresso i miei pensieri a riguardo, tutta la verità perché non avrei mai rinunciato a farglielo sapere. Ho sempre detto quello che penso. Probabilmente non dirò mai a nessuno cosa gli ho detto realmente, ma posso dire di avergli riferito che avrei dato tutto me stesso per la Ferrari, anche se è stato l’ultimo anno insieme. Dovevo dimostrare di essere ancora una grande risorsa per la squadra. L’ho fatto anche perché mai dire mai ad un ritorno. Non posso prevedere cosa accadrà nel prossimo futuro, ma la vita è lunga. Ho 30 anni e ci sono piloti in griglia che ne hanno 42 [Fernando Alonso, ndr]. Se sarò in Formula 1 per tutto questo tempo ancora, la Ferrari potrebbe richiamarmi nuovamente. Questo non vuol dire che io sia ansioso che questo riaccada. Ho un obiettivo molto grande nella mia testa ora, che è quello di aiutare la Williams a riportarli in prima linea”.

“Questi quattro anni sono volati e se qualcuno all’inizio mi avesse detto che avrei lasciato la Ferrari dopo aver ottenuto le mie quattro vittorie e numerosi podi, credo che avrei accettato. Non posso dire di essere completamente felice di come siano andate le cose perché avrei potuto lottare per un titolo mondiale, ma non posso lamentarmi di come sia andata. Sono stato un pilota di Ferrari per quattro anni e mi sono goduto ogni momento a Maranello, a Fiorano e viaggiando per il mondo indossando la mia polo con il loro della Scuderia. Non ho rimpianti e sono molto orgoglioso di questo”.

30 anni per Carlos, è tempo di bilancio

“Non so se sono arrivato al picco delle mie energie. Ci sono ancora tante cose che, arrivato all’età di 30 anni, credo di poter migliorare a livello di maturità, velocità ed esperienza – ha aggiunto analizzando la sua carriera fino ad oggi - Alcuni piloti ci riescono a 26, altri a 32. Ma in questo range penso che 30 sia un buon numero. L’età si sta riducendo sempre di più perché vediamo piloti sempre più giovani che vengono formati prima di noi, e questo vuol dire che si raggiunge il picco prima; allo stesso tempo penso che possa durare più a lungo per come funziona adesso la Formula 1 e il fatto che riusciamo ad avere una carriera di alto livello per un tempo abbastanza lungo” ha chiosato il numero #55 che ha già debuttato a bordo della monoposto della sua prossima squadra, la Williams.

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