F1: la Haas è la nuova Racing Point? Torna alla ribalta la questione delle sinergie tra fornitori e clienti

F1: la Haas è la nuova Racing Point? Torna alla ribalta la questione delle sinergie tra fornitori e clienti
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Per la FIA la collaborazione tra Ferrari e Haas è perfettamente regolare. Ma i rivali cominciano ad alzare la voce. E tra questi c'è pure chi ha vissuto in prima persona le polemiche per la Racing Point RP20
20 aprile 2022

In Formula 1, passare inosservati è difficile, quando le prestazioni sono degne di nota. Soluzioni al limite del regolamento tecnico, se apportate a un progetto convincente, destano l’alzata di qualche sopracciglio. Così come accade anche per le sinergie tra fornitori e clienti. È il caso della Haas, la Cenerentola delle prime gare della stagione 2022. Il team americano, dopo anni di anonimato in fondo alla griglia, si è preso la ribalta, catapultandosi addirittura in zona punti. E non per caso, bensì per merito.

Con i suoi 12 punti in saccoccia, la Haas in tre gare nel 2022 ha colto un bottino migliore rispetto agli interi mondiali 2021 e 2020. E i rivali cominciano a osservarla con particolare interesse. Non è un mistero che la scuderia di Kannapolis, sin dall’inizio della sua avventura, si sia avvalsa della fornitura di tutti i componenti consentiti dal regolamento da parte della Ferrari. Un rapporto stretto, quello con la scuderia italiana, che si è intensificato di recente, con la creazione di un hub dedicato a Maranello e l’arrivo in squadra di talenti come Simone Resta, il papà della VF-22.

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Il sospetto che serpeggia tra i rivali di Ferrari e Haas è che ci sia una fruttuosa sinergia a livello di condivisione di informazioni. La FIA, dal canto suo, giudica completamente regolare la collaborazione tra la Ferrari e la Haas. Ma c’è chi chiede un giro di vite su queste intese. Il numero uno della Mercedes, Toto Wolff, ha spiegato ad Autosport: “Credo che ci sia bisogno di una riforma, perché vogliamo evitare le discussioni in atto oggi, e le polemiche degli ultimi tempi”. 

“Chiunque merita di essere competitivo, e bisogna dare credito a chi ha svolto un buon lavoro. Ma I cambiamenti di ruolo o di casacca consumati nella stessa sede creano polemiche non necessarie”. Wolff, d’altronde, sa di cosa parla. Nel 2020, la cosiddetta “Mercedes rosa”, la Racing Point RP20, destò scandalo per le sue forme così simili a quelle della W11. Una somiglianza che – parola di Wolff, e stiamo edulcorando – aveva causato una “tempesta di palta” nei confronti della Stella a tre punte e della sua affiliata. 

“Nessuna scuderia dovrebbe collaborare nel modo che vediamo oggi per alcuni team”, chiosa Wolff. Una visione condivisa anche dal numero uno di un team cliente della Mercedes, Andreas Seidl. “La massima concessione a livello di condivisione dovrebbe essere la power unit e il cambio – spiega il team principal della McLaren ad Autosport -. Non dovrebbe esserci nessuna condivisione di infrastrutture”. Altrimenti, sostiene Seidl, si arriva a una situazione di cui beneficiano sia i team di “serie B” che il team di “serie A” con cui collaborano. 

La vera questione, emersa anche nell’eclatante caso Mercedes-Racing Point, riguarda la possibilità di mettere in atto una sorveglianza adeguata sul rispetto delle regole. Bisogna fidarsi dell’organo preposto per farlo, la FIA. E se all’epoca della querelle sulla RP20 i rivali si erano lamentati del buffetto dato con una penalizzazione minima, oggi altri si crucciano su una collaborazione che la Federazione ritiene regolare. Una cosa è certa. Solo chi è un rivale pericoloso viene notato. Lo dimostra il fatto che le similitudini tra la Mercedes W13 e la Williams FW44 siano passate in secondo piano. E che la Ferrari torni ad essere osservata speciale dimostra che la Rossa, e le sue affiliate, sono temute. 

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