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Il bottino colto dalla Ferrari nel Gran Premio di Miami - un doppio podio con Charles Leclerc e Carlos Sainz, rispettivamente secondo e terzo - potrebbe sembrare soddisfacente, visto che sia Leclerc che la Rossa restano al top delle rispettive classifiche, contenendo i danni. In realtà, la vittoria di Max Verstappen non è un buon segnale, visto il modo in cui è stata ottenuta.
Verstappen, infatti, è riuscito a prevalere sulla concorrenza nonostante un weekend cominciato in salita. Venerdì l’olandese aveva girato pochissimo, complici un incontro ravvicinato con le barriere, dei problemi di surriscaldamento e un inconveniente idraulico, che non solo gli ha reso difficile sterzare, ma ha quasi dato fuoco ai suoi freni posteriori. Una collezione poco invidiabile che aveva irritato non poco il campione del mondo in carica.
Verstappen in gara si è ben presto rifatto dell’errore in qualifica che lo aveva relegato in seconda posizione, sbarazzandosi facilmente di Sainz e perfezionando poi il sorpasso su Leclerc. Merito della velocità sul dritto espressa dalla RB18, preziosissima sia per difendersi dagli attacchi del rivale che per perfezionare sorpassi, approfittando – nel caso specifico di Miami – delle difficoltà di Leclerc nella gestione delle gomme medie.
La Ferrari, dal canto suo, sembra più a suo agio sul giro secco che in gara. E il motivo di questa performance è riconducibile al maggior carico aerodinamico rispetto alla Red Bull. Una maggior deportanza in qualifica aiuta a portare le gomme nella giusta finestra di utilizzo più velocemente, per una migliore efficacia nell’esprimere il massimo potenziale nella lotta per la partenza al palo. L’arma ideale, insomma, per un pilota come Leclerc.
Ma ciò che costituisce un vantaggio in qualifica diventa una zavorra in gara. Perché la Red Bull, nella lotta durante la gara, può contare su uno spunto più efficace sul dritto, soprattutto con il DRS attivato, e maggior ragione nel caso in cui la Rossa sia in difficoltà con le gomme. La Ferrari potrebbe optare per un carico inferiore, ma perderebbe di efficacia in qualifica. Un dilemma non facile da risolvere.
Una cosa è certa. Il vero discrimine nella lotta mondiale tra Ferrari e Red Bull sarà lo sviluppo. Da Milton Keynes sono già arrivati aggiornamenti in pista, su tutti la cura dimagrante che ha reso la RB18 pronta per la prova costume a Imola. Da Maranello si attendono per Barcellona, pista che per le sue variegate caratteristiche è un ottimo banco di prova per soluzioni inedite. Non sarà solo questione di portare aggiornamenti efficaci, ma anche di dosarli nel corso dell’anno.
Resta un dato di fatto: Max Verstappen ha vinto tutte le gare che ha portato a termine nel 2022. E se i successi di Leclerc in Bahrain e in Australia sarebbero comunque arrivati anche qualora Verstappen avesse concluso la gara, non sono stati perentori come quelli del campione del mondo in carica. Se la Red Bull dovesse risolvere del tutto i suoi problemi di affidabilità – ieri la RB18 di Perez ha avuto un singhiozzo preoccupante durante la gara, non dimentichiamolo – diventerebbe un avversario ancora più temibile. Per questo la Ferrari deve far germogliare al meglio i semi che ha piantato con una vettura nata sotto una buona stella. Perché le fondamenta sono solo l’inizio di un progetto davvero vincente.