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Il lampo arancione che ha illuminato le qualifiche del Gran Premio di Abu Dhabi 2024 di Formula 1 potrebbe aver squarciato quasi del tutto le speranze mondiali della Ferrari. La prima fila tutta McLaren con Lando Norris davanti a Oscar Piastri dimostra come la scuderia di Woking sia stata in grado di capitalizzare sull’ottima forma mostrata fin dalle prove libere di ieri, pur a fronte di un sensibile miglioramento da parte della Ferrari. La MCL38 ha compensato il leggero ritardo nel secondo settore, dovuto al maggior carico, con delle ottime performance nel settore più guidato, che esalta le caratteristiche della vettura.
Carlos Sainz, che scatterà terzo, è chiamato a un immediato ruolo di disturbo in attesa di una potenziale rimonta da parte di Charles Leclerc. Che il weekend del monegasco fosse destinato a continuare in salita lo si sapeva sin dal momento in cui è stata ufficializzata la penalità di dieci posizioni per la sostituzione del pacco batteria sulla sua Ferrari SF-24. Ma la situazione si è fatta ancora più complessa quando Leclerc si è visto cancellare il tempo colto a fine Q2 per una violazione dei track limits in curva 1.
La quattordicesima posizione in cui si è ritrovato Leclerc rende logica l’opzione di scattare dalla pitlane per installare una power unit fresca da sfruttare in tutto il suo potenziale alla Lewis Hamilton in Brasile nel 2021. Ma è una magra consolazione se si pensa che i cambiamenti apportati dalla Ferrari dopo le FP3 hanno avuto un influsso decisamente positivo sul comportamento della SF-24, andando nel contempo - secondo quanto ha spiegato Leclerc alla stampa presente in pista - a ridurre il potenziale degrado delle gomme in vista della gara.
In assenza di Leclerc, a brillare è un’altra monoposto motorizzata Ferrari, la Haas di un Nico Hulkenberg in stato di grazia. Sin da subito capace di toccare le corde giuste della sua VF-24 cresciuta a livello di prestazioni con l’evoluzione della pista, Hulkenberg ha saputo sfruttare il suo spiccato senso per il giro secco per cogliere un giro speciale. Gli sviluppi incentrati sulla performance nelle curve a media velocità hanno fatto il paio con un T2 da manuale da parte di Hulkenberg, che ha attribuito la miglior prestazione assoluta in quel settore alle sue frenate profonde e a una vettura che può contare su una buona trazione, specialmente in uscita di curva.
Pur avendo mostrato un convincente passo gara, Hulkenberg è perfettamente consapevole di dover impostare la sua gara sul rivale diretto per il sesto posto nel mondiale Costruttori, Pierre Gasly. Per quanto le sirene del podio lo avrebbero chiamato al netto della sua penalizzazione, dopotutto, la ragione impone di ricordare gli avversari potenzialmente più veloci che lo circonderanno, a cominciare da Max Verstappen, ancora una volta alle prese con i capricci della sua Red Bull RB20. A differenza di quanto successo in Qatar, la scuderia di Milton Keynes ha sì mostrato un miglioramento rispetto alle libere di ieri, ma non si è liberata di un problema già visto.
La RB20 resta un toro imbizzarrito, capace di passare dal sovrasterzo al sottosterzo nel corso dell’andamento di una singola curva, con il bilanciamento che va sproporzionandosi. È un tallone d’Achille su cui la Red Bull dovrà lavorare in ottica 2025, perché fortemente limitante a livello di fiducia del pilota. Verstappen, peraltro, ha rischiato di perdere la vettura in qualifica, evitando per un soffio le barriere nonostante l’inaspettato schiaffo a piena mano preso dalla sua scorbutica monoposto.
Se in Red Bull non si ride, non va meglio in casa Mercedes. Al netto di exploit incredibili come quello di Las Vegas, la W15 resta decisamente difficile da portare nella risicata finestra di utilizzo in cui riesce a dare il meglio di sé. E dire che, stando a quanto ha spiegato George Russell dopo le qualifiche, nei primi giri nelle FP1 la sua monoposto sembrava poter avere un certo potenziale. È stata un’illusione durata molto poco. I correttivi drastici apportati alla W15 non sono serviti a molto in quello che Russell definisce “un weekend di test” in attesa di tempi migliori. È andata in ogni caso decisamente peggio a Lewis Hamilton, il cui incontro ravvicinato con un birillo finito in pista è costato moltissimo.
L’ultima danza di Hamilton con la scuderia con cui ha scritto pagine indelebili della storia della Formula 1 scatterà dalle retrovie, a completare il supplizio di un ultimo capitolo decisamente amaro. Leclerc, invece, vuole provare comunque a scrivere la fine della sua stagione 2024 con un guizzo, aggrappandosi alla flebile speranza di un mondiale già virtualmente nelle mani della McLaren. Charles vuole credere nel miracolo, nutrendosi della fede di chi non vuole arrendersi nemmeno davanti all’evidenza di una prima fila papaya che sembra una condanna.