F1. La doppia squalifica per Hamilton e Leclerc, i dubbi sul passo, il bilanciamento: così il GP di Cina della Ferrari si è trasformato in un incubo

F1. La doppia squalifica per Hamilton e Leclerc, i dubbi sul passo, il bilanciamento: così il GP di Cina della Ferrari si è trasformato in un incubo
Pubblicità
Weekend da incubo per la Ferrari a Shanghai, con la doppia squalifica di Charles Leclerc e Lewis Hamilton dal Gran Premio della Cina 2025 di Formula 1
23 marzo 2025

Le verifiche tecniche post Gran Premio di Cina 2025 di Formula 1 hanno trasformato in un incubo il weekend della Ferrari. La doppia squalifica comminata a Charles Leclerc e Lewis Hamilton per motivi diversi - vettura sottopeso per il primo, consumo irregolare del pattino del fondo sulla monoposto del secondo - è stato uno schiaffo in pieno volto per la scuderia di Maranello. Con infrazioni tecniche di questo tipo è inevitabile che arrivi una squalifica che tinge di nero un fine settimana che non era stato semplice. 

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Charles Leclerc nel post gara ha sostenuto che avrebbe avuto il passo per vincere, se non fosse stato per i danni rimediati all’ala anteriore nel contatto con il compagno di squadra Lewis Hamilton in partenza. Ma sembra una visione eccessivamente ottimista delle potenzialità di un pacchetto che ha perso efficacia con l’evolversi del weekend di gara. I punti di downforce persi da Leclerc – tra i 20 e i 30, secondo quanto spiegato da Bryan Bozzi al monegasco – raccontano solo una parte della storia.

Ma quanto l’ala danneggiata – che non avrebbe avuto senso sostituire, visto il tempo che Leclerc avrebbe perso ai box – ha influito sulla performance di Leclerc? Come hanno fatto notare i piloti nel retropodio, il danno è un potenziale vantaggio sul dritto, ovviamente compensato dalle difficoltà in curva, notevoli soprattutto alla 12 e alla 13. Viene da pensare che in fondo il danno non fosse così catastrofico in termini di prestazione pura, anche se si è fatto sentire sul fronte del degrado delle gomme. Piuttosto, Charles ha parlato di modifiche tra la Sprint e le qualifiche per un miglior slancio in gara. Ma partire in terza fila, come spiegavamo già ieri, è un handicap notevole.

A proposito di cambiamenti, Lewis Hamilton nel post gara ha parlato di alcuni accorgimenti provati da Leclerc nei test in Bahrain che il sette volte campione del mondo ha adottato per qualifiche e gara in Cina, con risultati evidentemente deludenti. È scioccante, dopotutto, che Hamilton, con l’auto integra avesse un ritmo decisamente meno efficace di quello del compagno di squadra. Hamilton ha prima accusato del sottosterzo, e successivamente del sovrasterzo, segno che la quadra in termini di bilanciamento non c’era. C'è chi ha sollevato il dubbio che la Ferrari SF-25 possa essere particolarmente sensibile agli inevitabili accorgimenti sull’altezza da terra per la gara.

Tutte le scuderie, però, devono alzare la monoposto da terra per evitare un consumo anomalo del pattino visto il carburante maggiore imbarcato, e la Ferrari non fa eccezione. La squalifica della vettura di Hamilton, oltretutto, dimostra che la monoposto in realtà non era stata alzata troppo, anzi. Il problema sta altrove. Forse il fatto di aver optato per un bilanciamento a protezione dell’avantreno è stato un accorgimento che non ha pagato, visto che il degrado delle gomme è stato meno pronunciato del previsto. A proposito di pneumatici, la scelta di effettuare due soste con Hamilton non ha certamente prodotto i risultati sperati.

Viste le difficoltà di Hamilton, diversificare rappresentava un’opzione sensata. Ma lo stint iniziale da 36 giri di Lance Stroll con le hard suggeriva che il degrado sarebbe stato contenuto, e il ritmo di Hamilton, dopo qualche giro da Hammer Time, è diventato troppo blando per riprendere Verstappen. In ogni caso, il fatto che Hamilton abbia suggerito di farsi da parte quando si è reso conto di non avere il passo con le hard rispetto a Leclerc è un buon segnale dello spirito di squadra del sette volte campione del mondo. Resta comunque la sensazione di una Ferrari che si perde con l’evoluzione della pista, come se il concetto vettura rivisto per il 2025 non fosse ancora stato compreso a sufficienza per intervenire correttamente a livello di bilanciamento. Ma tutto questo finisce in secondo piano, vista la squalifica.

Se la Ferrari esce con le ossa rotte dal weekend di gara di Shanghai, la McLaren continua a convincere, soprattutto con uno dei suoi due piloti. Oscar Piastri si muove in Formula 1 con la calma dei forti. Ha la tranquillità di chi sa di avere talento, e come usarlo. Con la sua vittoria nel Gran Premio della Cina 2025 di Formula 1, Oscar si candida alla lotta per il titolo, anche se al momento al comando del mondiale c’è il suo compagno di squadra, Lando Norris. Piastri a Shanghai è stato la punta di diamante di una McLaren chiaramente prima forza di questo mondiale. Che non ci si potesse illudere con la Sprint era chiaro. Se la McLaren sfrutta al meglio le sue carte, al momento non c’è verso di batterla.

Complice la temperatura dell’asfalto meno elevata rispetto alla giornata di ieri, il degrado delle gomme è risultato decisamente più contenuto rispetto alle previsioni. È stato vero per le medie usate a inizio gara dalla maggior parte dei piloti, che per le hard, la vera incognita di questo fine settimana. Il graining con le dure è stato talmente contenuto da non richiedere la seconda sosta per un nuovo treno ipotizzata da Pirelli. Ma il fatto di non avere degrado non si è tradotto in un GP vivace. Il motivo è presto detto.

Le monoposto frutto dell’attuale regolamento tecnico sono fortemente disturbate dal fatto di viaggiare nell’aria sporca generata da un’altra vettura. Le conseguenze si vedono soprattutto sul fronte della gestione delle gomme. Se non si riesce a passare l’avversario in tempi brevi, è meglio mettersi il cuore in pace, aspettando di poter sfruttare le coperture in maniera efficace sul finire dello stint, come ha fatto Max Verstappen con Charles Leclerc nelle fasi conclusive della corsa. Ma nel contesto di una gara strategicamente piatta e con poco degrado, lo spettacolo ne risente inevitabilmente.

Ne sa qualcosa Norris, che a un certo punto via radio ha spiegato di non volersi avvicinare a Piastri per non finire nella sua aria sporca. La sensazione è che Norris sapesse di non poter attaccare il compagno di squadra, ma sono comunicazioni che inevitabilmente spiazzano. Lando, peraltro, ha vissuto a fine gara il brivido di un problema ai freni che è andato peggiorando. Forse questo è il motivo per cui si è detto contento di aver colto il secondo posto. Quanto al vero passo della McLaren, Piastri ex post ha confermato di aver controllato il ritmo, ma non possiamo sapere quanto si siano sacrificati. E in fondo è bastato ampiamente quanto offerto oggi per fare la differenza.

George Russell ha provato a battagliare con Norris dopo la sosta per calzare le medie, ma si è ben presto reso conto che approdare sul podio sarebbe stato il miglior risultato possibile per una Mercedes che oggi ha festeggiato il trecentesimo approdo nei primi tre della sua storia in F1. La gara di Andrea Kimi Antonelli, ottavo al traguardo, è stata complicata dai danni al fondo rimediati raccogliendo un detrito. Ma la Mercedes si conferma una macchina docile, meno tormentata delle rivali Red Bull e Ferrari, almeno per quanto stiamo vedendo in questo inizio di stagione. Max Verstappen, dal canto suo, si è acceso alla fine della gara.

La RB21, evidentemente, si imbizzarrisce meno con un quantitativo minore di carburante a bordo, diventando più efficace nelle fasi finali della corsa. Nasce da qui lo spunto con cui Verstappen si è sbarazzato di Charles Leclerc per accomodarsi ai piedi del podio. Visto cosa sta succedendo in casa Red Bull dall’altro lato dei box, è oro colato. Lo spettro di una retrocessione di Liam Lawson, disastroso nelle sue prime due gare del 2025, già in Giappone comincia a prendere piede. Promuovere un pilota con soli 11 GP di esperienza rappresentava un grosso rischio, che non ha pagato. Ma a prescindere da chi prenderà il suo posto – Yuki Tsunoda è l’indiziato numero uno – restiamo dell’idea che il vero problema della Red Bull, paradossalmente, sia quel Max Verstappen che oggi si è tenuto alle spalle la Ferrari, prima che tutto si tramutasse in un incubo per la Rossa.

Pubblicità