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I riflettori di Yas Marina hanno gettato un’ombra sulle speranze mondiali della Ferrari, a cui non sarebbe comunque bastata una doppietta nel Gran Premio di Abu Dhabi 2024 di Formula 1 per avere la certezza del titolo. Che il weekend avrebbe preso una piega in salita per la Rossa lo si è capito sin dalle FP1, quando è arrivata la conferma che Charles Leclerc avrebbe dovuto scontare una penalità di dieci posizioni in griglia per l’installazione del terzo pacco batterie sulla sua SF-24. Una sanzione, questa, che costringerà Leclerc a una rimonta tutt’altro che semplice.
Che il pacco batterie sia il tallone d’Achille della power unit di Maranello lo si capisce guardando non solo alla Ferrari, ma anche alle scuderie clienti. Entrambi i piloti della Sauber e Kevin Magnussen hanno visto installare la terza unità prima della fine della stagione. E se Carlos Sainz aveva approfittato dell’errore in qualifica in Brasile per smarcare una power unit fresca – completa di batteria nuova – Leclerc si è ritrovato ad affrontare l’ultima parte della stagione con lo spettro di problemi di affidabilità e, di conseguenza, di incappare in penalità.
D’altronde, con un mondiale costruttori da giocare, tentare la carta dell’introduzione di una batteria nuova avrebbe costituito un handicap eccessivo. Si è quindi cercato di confidare nella tenuta del componente, con l’ulteriore complicazione legata al fatto di non poter sciogliere questo nodo ruotando le varie unità come per gli altri componenti del motore, avendone solo due omologate per l’intera stagione. Al di là della penalità comminata a Leclerc, però, la Ferrari nel venerdì di Abu Dhabi è apparsa assai vulnerabile.
Sul giro secco, su una pista in cui la preparazione è fondamentale, sono riemerse le solite difficoltà della Ferrari SF-24 nel portare nella corretta finestra di utilizzo per performare al meglio in qualifica. Ma anche i dati relativi al passo gara non sono incoraggianti, visto che tra i quattro team di testa la Rossa è apparsa come la peggiore. Al termine della sua simulazione di passo gara con la media, Leclerc si è aperto via radio parlando di un degrado marcato da non sottovalutare.
Il problema per la Ferrari è che in preda a queste difficoltà si deve mettere a confronto con una McLaren che è sembrata per distacco la vettura migliore in pista a Yas Marina. Con una configurazione aerodinamica a maggior carico rispetto alla concorrenza, Lando Norris e Oscar Piastri si sono distinti sia sul giro secco che sul passo gara, suonando la carica in vista della corsa che potrebbe regalarle il suo primo titolo Costruttori dal 1998. Andrea Stella ha spiegato che a suo avviso la penalità di Leclerc non renderà più semplice il compito alla sua scuderia, ma l’ampia forbice prestazionale tra la Ferrari e la McLaren potrebbe farlo eccome.
La Ferrari per vincere il mondiale anche a fronte di una doppietta dovrebbe comunque sperare che Mercedes e Red Bull giochino un ruolo di disturbo attardando la McLaren. E per quello che si è visto nelle libere di oggi, non è così scontato che riescano a farlo. È vero soprattutto per la Red Bull, visto che la RB20 sulla pista di Yas Marina è ritornata a mostrare un comportamento capriccioso, con un sottosterzo che a inizio FP2 Max Verstappen non ha esitato a definire “assurdo”.
L’influsso degli interventi alle sospensioni anteriori apportati alla RB20 di Verstappen nel corso della sessione non è apprezzabile sul giro secco, visto che Max aveva già perfezionato la sua simulazione di qualifica quando sono stati effettuati. Ma in casa Red Bull per risalire la china è necessario un salto della stessa portata di quello perfezionato tra la Sprint e le qualifiche del GP del Qatar. In casa Mercedes, invece, George Russell si è lamentato del comportamento dell’anteriore della sua W15, che almeno per il momento non sembra riuscire a entrare nella risicata finestra di utilizzo in cui riesce a splendere.
Resta da capire, poi, se Lewis Hamilton riuscirà a confermare quanto di buono fatto vedere oggi o se, come spesso è accaduto in tempi recenti, è destinato a scivolare indietro in qualifica, che sia per dei cambi di assetto poco premianti o per la sua tendenza a spingere al 100% una generazione di monoposto che paradossalmente è più efficace se ci si allontana leggermente dal suo vero limite prestazionale. Sono interrogativi che restano sullo sfondo di una lotta mondiale che vede la Ferrari partire più svantaggiata del previsto. Ma fino a domenica, dopotutto, c’è ancora speranza.